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Iva sulla chirurgia estetica, il centrodestra vuole toglierla: serve al benessere psicologico

«Richiedere addirittura il versamento per il passato rappresenta una criticità per gli operatori di settore e per gli stessi pazienti», sostengono i firmatari di una mozione

(ANSA)

2' di lettura

Il governo intervenga con una norma per togliere l’Iva alle operazioni di chirurgia estetica. E al contempo garantisca certezza normativa agli operatori di un settore, medici e pazienti, alle prese da tempo con l’agenzia delle Entrate. È quanto chiede il centrodestra in una mozione presentata oggi.

Il concetto di “salute”

«Le prestazioni di medicina e chirurgia estetica - spiega la prima firmataria l’azzurra Annarita Patriarca - devono rientrare nel novero delle prestazioni sanitarie non sottoposte a trattamento Iva. Il concetto di “salute” è comprensivo di ogni “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale” che “non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità”. Applicare l’imposta, oggi - prosegue Patriarca - richiedendone addirittura il versamento per il passato, rappresenta una criticità per gli operatori di settore e per gli stessi pazienti, oltre che una condotta contraddittoria da parte dell’Amministrazione finanziaria». La mozione è stata firmata, tra gli altri, anche dalla leghista Simona Loizzo e dal deputato di Fratelli d’Italia, Luciano Ciocchetti.

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La disputa legale

Il tema è al centro da anni di una complessa disputa legale: nel 2005 una circolare dell’agenzia delle Entrate certificava come “esenti” da Iva le prestazioni di medicina e chirurgia estetica, perchè «connesse al benessere psicofisico». Anche per l’Oms, ricorda la mozione, il concetto di salute include «ogni stato di benessere, non solo un’assenza di malattia». Tuttavia alcuni uffici locali dell’agenzia delle Entrare hanno contestato la mancanza del versamento dell’Iva alla luce di una sentenza della Corte di giustizia Ue secondo cui le operazioni estetiche rientrano nelle cure mediche, esenti Iva, solo se hanno a che fare con traumi, handicap e malattie.

«Porre fine a contestazioni e sanzioni»

La mozione lamenta però che si tratta di contenziosi Iva non univoci nel territorio italiano, che stanno provocando gravi danni ai medici. Infine, è intervenuta anche la Cassazione che, avallando la sentenza europea, ha stabilito che spetta al contribuente-medico dimostrare che esistano i presupposti che legittimino la richiesta di esenzione. Insomma, la mozione chiede al governo di porre fine a queste contestazioni e sanzioni, per il passato ma anche per il futuro. E soprattutto esentare tutti gli interventi estetici dall’Iva.

Opposizione critica

Contro questa richiesta, Nicola Fratoianni. «Mentre si preparano a togliere il superbollo per chi possiede una Ferrari da 300mila euro - lamenta il leader di Sinistra Italiana - la destra chiede al governo di togliere l’Iva sulla chirurgia estetica. Mi aspetterei un’attenzione maggiore su chi non si può più permettere le cure odontoiatriche, o chi non ce la fa più a pagare i farmaci o che aspetta mesi se non anni per poter essere visitato».

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