ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDialogo sul futuro della settima arte

Il cinema? Deve entrare nei crediti formativi a scuola

Educare i giovani. Con la pandemia una dieta audiovisiva, le piattaforme hanno globalizzato il mondo. Servono «poltrone comode, schermi grandi. Se il divano di casa è più accogliente» delle sale ...

Rutelli, tutte le voci del cinema perché il pubblico si innamori dei film prodotti in Italia

2' di lettura

Le sale dei cinema non appartengono al passato. Ma devono essere attraenti. Parola di Jerome Seydoux, presidente della Società Pathé, gigante francese che produce, distribuisce e gestisce centinaia di sale in tutto il mondo. «Poltrone comode, schermi grandi. Se il divano di casa è più accogliente dei cinema... Ci vuole un grande piano di
investimenti sulle sale. Intanto, posso darvi una buona notizia: il nostro fabbricante di poltrone è italiano». Seydoux era l’ospite straniero al quarto Dialogo sul futuro del
cinema
, organizzato da Fondazione Cinema per Roma e Anica, al Maxxi di Roma. In scena, i produttori europei. Tema: “Può esistere un cinema europeo capace di conquistare il pubblico italiano ed europeo?”.

Educare i giovani al cinema

Il secondo passo è educare i giovani al cinema. Dice Jaime Ondarza,amministratore delegato di Freemantle Sud Europa, che ha anche auspicato una armonizzazione delle normative europee: «Molti ragazzi mi dicono: il cinema non è più di moda. Passano ore davanti a schermi che offrono intrattenimenti meno impegnativi. Il cinema deve entrare nei crediti formativi a scuola, dobbiamo saperlo proporre come forma importante di cultura, farlo essere sempre di moda. E inoltre, formerei talenti europei per il cinema, combattendo lo strapotere (e le capacità) americane».

Loading...

Il cinema deve essere vissuto come evento

«Il cinema - dice Benedetto Habib, di Indiana Production e presidente Unione Produttori Anica - deve essere vissuto come un evento. Credo che prima o poi le piattaforme internazionali debbano prendere in considerazione il rapporto con le sale, lavorare insieme».

Con la pandemia una dieta audiovisiva

E Riccardo Tozzi (Cattleya): «Sono successe molte coseinteressanti. Con la pandemia tutti hanno adottato una dieta audiovisiva, cinema e serie. Le piattaforme hanno globalizzato il pubblico. Vediamo con gusto prodotti turchi o israeliani, mai ci saremmo sognati prima. Li vediamo sottotitolati e impariamo le lingue. Finita la pandemia tutti sono usciti e continuano a uscire. Ma il cinema deve combattere con tutte le altre offerte, di spettacoli dal vivo, eventi, cibo. Il pubblico c’è, ma non sempre ci siamo noi:dobbiamo ricostruire il tessuto fra produttori, distributori,esercenti». Secondo Tozzi di fronte alla potenza del cinema Usa, che oggi ha in classifica 9 titoli su 10, all’Europa resta spazio per il ‘cinema dell’umano’, che parla dei temi che interessano alle persone. “Cinema che gli americani hanno abbandonato”.


Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti