Il cloud computing può aiutare la logistica e la distribuzione dei vaccini nel mondo?
Salesforce presenta Vaccine Cloud: ecco le tecnologie messe in campo dai giganti tech per la gestione di miliardi di dosi su scala globale
di Gianni Rusconi
5' di lettura
Una corsa contro il tempo. Che va anche oltre l'effettiva quantità di vaccini resi disponibili dalle case farmaceutiche e che interessa da molto vicino le autorità sanitarie e le organizzazioni non profit impegnate nella distribuzione degli stessi. Per tutti c'è una grande sfida da vincere: orchestrare al meglio la gestione di miliardi di dosi su scala globale, accelerarne l'iter e massimizzandone l'efficienza, dalla programmazione degli appuntamenti per la somministrazione del vaccino al controllo della logistica per arrivare al monitoraggio dei risultati. Una sfida che il mondo hi-tech, come confermano gli annunci delle ultime settimane, ha seriamente raccolto.
AI e cloud per una gestione a 360 gradi del processo
Northwell Health, Lake County, University of Massachusetts Amherst e la Gavi Vaccine Alliance sono i principali operatori sanitari che stanno già utilizzando la tecnologia di Salesforce per ottimizzare e semplificare la gestione dei programmi di vaccinazione. Il gigante del Crm americano da mesi lavora sul fronte delle soluzioni anti Covid-19 (Work.com for Vaccines è stata la prima) e l'ultima nata si chiama Vaccine Cloud: come le altre, si appoggia sulla piattaforma Customer 360, in cui convergono applicazioni di mobilità, bot e strumenti basati su intelligenza artificiale, tool di analisi e altro ancora resi accessibili in modalità “as a service” grazie alla versatilità del cloud computing. Gli ambiti di utilizzo della soluzione, assicura la società, sono diversi. Le agenzie governative e di sanità pubblica, in particolare, possono impiegare Vaccine Cloud per controllare in tempo reale lo stato di avanzamento del processo di vaccinazione e affinarlo in chiave “data driven” in base alle esigenze sanitarie e ai fattori di rischio riscontrati, tenendo contemporaneamente conto dei diversi requisiti di conservazione a freddo dei vari vaccini. Grazie alle opzioni di integrazione abilitata dalla piattaforma, infatti, tutti i dati sui vaccini sono gestiti e tracciati in un unico luogo, offrendo una visibilità totale della situazione in essere. I vantaggi operativi per le aziende sanitarie, invece, riguardano ambiti come l'inventario (delle dosi di vaccino ma anche delle siringhe e dei dispositivi di protezione personale), la formazione del personale, le comunicazioni verso l'esterno per notificare al paziente le tempistiche della prima iniezione o il promemoria per il richiamo. Il tutto su una scala di milioni di pazienti e di centinaia di siti e luoghi di cura.
I fogli di calcolo non bastano, serve un'infrastruttura stabile.
Le puntualizzazioni di Ashwini Zenooz, Chief Medical Officer di Salesforce, espresse in occasione di un intervento sulla Cnn e di incontro virtuale con alcune testate giornalistiche europee, sono assai esemplificative del ruolo fondamentale che ha giocato la tecnologia nella creazione di piattaforme funzionali al coordinamento delle vaccinazioni di massa per il Covid-19. I fogli di calcolo standard, i database e gli strumenti digitali di prima generazione, a suo dire, non possono essere all'altezza del compito di distribuire equamente le dosi in tutto il mondo. “È indispensabile – ha detto in proposito la Ashwini – disporre di un'infrastruttura tecnologica stabile e affidabile, in grado di visualizzare in tempo reale i dati di domanda e offerta a beneficio degli operatori incaricati della distribuzione, nonché di supportare governi e imprese a collaborare efficacemente fra di loro per garantire una comunicazione coerente ed affidabile sulla sicurezza e l'efficacia dei vaccini attraverso i canali di cui le persone si fidano”. Mai come ora, in una situazione di fortissima emergenza sanitaria, ha concluso il Chief Medical Officer di Salesforce, la tecnologia opera da grande acceleratore e grande equalizzatore. E con due miliardi di dosi di vaccino da distribuire a 190 Paesi - questo è l'obiettivo della Gavi Alliance entro fine 2021 - è un'affermazione che appare del tutto indiscutibile.
Il machine learning per gestire i contagi
Anche Google è impegnata attivamente (da mesi) nella lotta alla pandemia e in tema di vaccini ha lanciato, a inizio febbraio, un kit di strumenti di intelligenza artificiale e di machine learning (che prende il nome di Intelligent Vaccine Impact) pensati in modo specifico per l'analisi, la previsione e la modellazione dei casi di Covid-19, la programmazione degli appuntamenti e lo screening delle idoneità di tutti i soggetti interessati. Gli ingegneri di Mountain View, in particolare hanno messo a punto un sistema di apprendimento automatico che combina gli algoritmi con i dati epidemiologici storici per affinare le previsioni sui nuovi contagi e un modello, sempre guidato dall'AI, per ipotizzare e simulare processi decisionali di intervento in vari scenari legati alle malattie infettive. Tutti i servizi rilasciati nell'ambito della soluzione sono basati sul cloud (sulla piattaforma Healthcare API nello specifico) e fra le varie funzioni disponibili non manca quella (sviluppata in collaborazione con Syntasa, uno specialista nel campo della data intelligence legata ai comportamenti) che permette di rilevare il “sentiment” delle persone circa i rischi e i benefici del vaccino. La soluzione, già adottata da diversi Stati americani (fra cui il Nord Carolina e quello di New York) e pensata per integrarsi facilmente con i sistemi informatici esistenti, gestisce inoltre la registrazione online e il pre-screening per gli utenti, la ricerca della posizione dell'appuntamento sulle mappe e i promemoria automatici. Al pari di Salesforce, anche Google ha pubblicamente enfatizzato il ruolo cruciale delle tecnologie digitali per velocizzare da una parte la distribuzione dei vaccini e per aiutare dall'altra i governi a costruire la necessaria consapevolezza presso la popolazione. E sulla stessa lunghezza si sono mosse anche altri tre giganti dell'industria tech a stelle e strisce, vale a dire Microsoft, Oracle e Ibm.
Standard industriali, Api aperte e anche la blockchain
La società di Redmond, a braccetto con partner storici come Accenture e Avanade, ha sviluppato infatti una piattaforma tecnologica in cloud per distribuire applicazioni che consentono di gestire la registrazione di pazienti e fornitori e la programmazione progressiva per le vaccinazioni e di produrre e distribuire report con analisi predittive in real time avvalendosi dell'intelligenza artificiale e di Microsoft Teams. La soluzione, lanciata a metà dicembre scorso e denominata Vras (Vaccination Registration and Administration Solution), abilita inoltre il monitoraggio dei progressi del processo di immunizzazione attraverso uno scambio di dati sicuro fra i vari sistemi che sfrutta standard industriali come Health Level Seven (HL7) e Fast Healthcare Interoperability Resources (FHIR) e Api aperte. Al fianco di EY, inoltre, Microsoft ha dato vita a una seconda soluzione per la gestione dei vaccini che sfrutta più tecnologie proprietarie (la piattaforma cloud Azure, la suite software Dynamics 365, Power BI e Power Platform) per garantire immediata visibilità sulla catena di approvvigionamento delle dosi e il monitoraggio in tempo reale delle stesse tramite sensori e servizi IoT dedicati. Ibm, da parte propria, ha invece reso disponibile un nuovo software di supply chain che sfrutta modelli basati su tecnologia blockchain per verificare e tracciare i vaccini, certificare che i pazienti abbiano avuto la dose loro riservata e tenere memoria di quali pazienti hanno ricevuto quel determinato vaccino. In casa Oracle, infine, è stato creato un database di cartelle cliniche elettroniche e applicazioni di salute pubblica avente il fine di ottimizzare il monitoraggio delle vaccinazioni e dei possibili effetti collaterali.
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