Il Cnel non si può abolire? Tanto vale usarlo
Quattro anni fa sfumava la riforma costituzionale di Renzi: la «terza Camera» è ancora là. Potrebbe dare un contributo nei giorni dell’emergenza
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
Mai svegliare il Cnel che dorme. Dopo lo «show-down» che ha terremotato il Conte-2, Renzi ha enumerato in tutte le salse i motivi che l’hanno convinto a non appoggiare più il governo in carica ma non ha accennato a un suo vecchio cavallo di battaglia: l’abolizione del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, un argomento mai affrontato dall’esecutivo che Matteo appoggiava. Con tutto quello che bolle in pentola, il problema non interessa chiaramente più di tanto. Eppure mai come oggi, in tempi in cui dobbiamo risparmiare su tutto per l’emergenza Covid, la domanda Cnel-sì, Cnel-no potrebbe interessarci.
C’era una volta il referendum del 4 dicembre
In effetti, il leader di Italia Viva aveva già fatto inserire il quesito sulla cancellazione o meno di quest’organo costituzionale tra i nodi da sciogliere nel famoso referendum del 4 dicembre 2016. Allora non ci fu alcuna risposta perché la vittoria complessiva del «no» aveva finito per mantenere in vita anche la «terza Camera». È chiaro che quella battaglia sul Cnel voluta da Renzi era solo uno specchietto per le allodole per ottenere più consensi alla sua causa: chi non avrebbe voluto l’abolizione del Cnel? Resta il fatto che l’organo di Villa Lubin è tuttora vivo e vegeto anche con il virus.
E se avessimo usato il Cnel per l’emergenza?
Intendiamoci, i costi del Consiglio, che può anche contare su validi funzionari, sono appena una goccia, qualcosa come 8 milioni l’anno, in mezzo al mare del debito pubblico, ma, a maggior ragione con la Grande Crisi, qualcuno si chiederà: che senso ha tenerlo in vita? Tanto più che mai come oggi, in tempi di «lockdown», avrebbe potuto essere utilizzato veramente: sono state create tante «task force» per affrontare le varie emergenze economiche, ma nessuno, tra coloro che stanno ai vertici, ha mai pensato che avremmo potuto avvalerci della collaborazione di quest’organo che dovrebbe saperne più di altri in tema di economia e di lavoro.
Facciamoci aiutare dal Cnel
Al di là degli effetti pratici molto limitati, il suo scioglimento avrebbe, oggi, un significato solo simbolico visto che siamo costretti a stringere la cinghia su vari fronti. In teoria, tutti quelli che avevano creduto nella battaglia di quattro anni fa dovrebbero scendere nuovamente in campo: tanti piccoli Don Chisciotte che hanno continuato a combattere contro i mulini a vento dello spreco. Ma, negli ultimi tempi, l’argomento Cnel non è stato invece mai affrontato anche perché, essendo appunto un organo costituzionale, la sua abolizione richiederebbe un «iter» particolarmente complesso. E, allora, lancio da queste colonne una proposta alternativa: perché non decidiamo di utilizzarlo davvero per tutto quello che ci potrà consigliare? Perché non ci facciamo aiutare dal Cnel? Di questi tempi, con la crisi economica che ci sta soffocando, la «terza Camera» potrebbe proprio darci una mano a trovare le rotte giuste. Pensiamoci un attimo…
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