Il Codice appalti spinge gli investimenti dall’estero
Requisiti di gara più chiari faranno calare il contenzioso, ma si aprono spazi per la consulenza
di Valeria Uva
2' di lettura
Amministrativisti già al lavoro sul nuovo Codice appalti, operativo dal primo luglio.
L’attenzione per ora è concentrata sulla formazione e sulla comunicazione. «Con la pubblica amministrazione siamo al lavoro per studiare la preparazione dei nuovi bandi di gara - anticipa Filippo Brunetti, partner di Chiomenti - ma c’è già grande interesse anche da parte dei nostri clienti internazionali, ad esempio per capire le semplificazioni sui raggruppamenti di impresa che potrebbero aprire opportunità di joint venture transnazionali».
Ad attrarre gli investitori stranieri potrebbe essere anche la liberalizzazione del subappalto: «Le multinazionali sono abituate a subappaltare molti lavori, soprattutto a società del gruppo - commenta Luigi Mazzoncini, partner fondatore di Lipani Catricalà - l’eliminazione del divieto di subappalto a cascata sta risvegliando il loro interesse per l’Italia».
Maggiore flessibilità è attesa anche per le aziende dei settori cosiddetti speciali (gas, energia, idrico, trasporti). «Grazie al fatto che stavolta il legislatore italiano si è limitato a trasporre le direttive europee senza adattamenti profondi - osserva Francesco Sciaudone, managing partner di Grimaldi - queste aziende vedranno un recupero di flessibilità e una semplificazione delle procedure di appalto». Sul Codice Grimaldi ha già costituito un gruppo di lavoro, coordinato dall’of counsel Bernardo Giorgio Mattarella. «Bisogna lavorare integrando competenze di vari settori e industries - prosegue Sciaudone - non più solo lo specialista di appalti, ma un team con esperti di varia provenienza, dai trasporti all’energia, perché occorre potenziare la competenza verticale sui settori e sulle norme di regolazione e concorrenza che ne disciplinano il funzionamento». Anche Grimaldi è già al lavoro sulla formazione per i tecnici delle grandi stazioni appaltanti.
I legali concordano sul fatto che il nuovo Codice chiarisca diversi dubbi che finora avevano ingenerato molte liti. «Ad esempio la definizione di grave illecito professionale ora è codificata chiaramente - aggiunge Brunetti - e questo dovrebbe ridurre il contenzioso». Meno lavoro in tribunale quindi. «Ma per gli avvocati si aprono nuovi spazi nel nuovo comitato tecnico consultivo». «Un organismo questo la cui efficacia andrà valutata nel tempo - osserva Sciaudone - pensato in chiave di riduzione delle liti, occorrerà capire se non rischia, al contrario, di alimentare le pretese degli appaltatori».
Le nuove norme sulle gare incrociano anche le sorti del Pnrr. «Per alcuni progetti complessi del Piano la messa in gara dopo l’arrivo del Codice potrebbe favorire la partecipazione di più soggetti - prevede Mazzoncini - Le concessioni, ad esempio, potranno per la prima volta prevedere riequilibri per eventi straordinari, quindi saranno più attrattive».
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