Viaggi D'arte

Il collezionismo secondo Letizia Moratti è una dote di sostenibilità

Dalla fondazione della Comunità di San Patrignano a una raccolta esposta in due palazzi di Rimini. E tre premi per sostenere i giovani talenti italiani.

di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo

“VBSS.002, 2006-2018”, stampa digitale di Vanessa Beecroft. Tutte le opere in questo articolo fanno parte della collezione Fondazione San Patrignano e oltre 60 sono esposte al museo PART di Rimini. Foto Henrik Blomqvist.

4' di lettura

Letizia Moratti, come me, crede nella funzione che l'arte e la cultura hanno nella vita delle persone e nella società. Ammiro il suo impegno, testimoniato dai prestigiosi incarichi pubblici che ha ricoperto: è stata presidente della Rai, ministro per l'Educazione, l'Università e la Ricerca, sindaco di Milano e oggi è assessore regionale al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia.

Il suo percorso di collezionista si intreccia con una spiccata vocazione filantropica. Sostenitrice, da oltre quarant'anni, della Comunità di recupero di San Patrignano, nel 2017 ha dato vita alla Collezione della Fondazione omonima, ospitata al Museo PART di Rimini. Quella Collezione, mi racconta, è una dote di opere d'arte, un patrimonio di creatività condiviso con il pubblico.

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QUANDO HAI INIZIATO A COLLEZIONARE? 

Ho iniziato seriamente a collezionare con mio marito Gian Marco, era una passione comune. Abbiamo sempre acquistato opere con le quali pensavamo di poter convivere giorno per giorno. Gian Marco ha iniziato con la pittura moderna mentre io approfondivo prevalentemente quella antica, in particolare del Settecento. Assieme abbiamo ampliato le nostre vedute fino a Boldini, Hayez, Segantini. Poi il salto al XX secolo. Gian Marco aveva un occhio di riguardo per Basquiat, che abbiamo acquistato agli albori della sua carriera. Al contrario, io sono più attratta dal rigore e dalle geometrie di Picasso, Agnes Martin, Rothko, Dorazio. Di recente mi sono riavvicinata al figurativo, ma rimanendo nella contemporaneità.

“Carlina” (1998), di Julian Schnabel.

QUALE È STATA LA TUA PRIMA ACQUISIZIONE? E L'ULTIMA? 

La prima un disegno di Otto Dix. L'ultima un'opera di Amoako Boafo, un ritratto femminile che ti guarda dritto negli occhi. La texture e il colore della pelle, il forte richiamo ai disegni di Schiele, assieme a un piccolo dettaglio dell'abito blu klein, me l'hanno fatto scegliere senza dubbi, nonostante io abbia visto l'opera solo in foto. Quando poi è arrivata, sono stata davvero soddisfatta di aver osato.

TRE ARTISTI DA RISCOPRIRE E TRE EMERGENTI DA TENERE D'OCCHIO

Ben Nicholson, Doris Salcedo, Fabio Mauri. Tra gli emergenti sono molto affascinata dai ritratti di Otis Kwame Kye Quaicoe, dalle figure di Gideon Rubin e dagli scatti di Francesco Gennari.

“Dinos, George, Paul, Jake (Evil Cunt)” (2006), diJake e Dinos Chapman, George Condo, Paul McCarthy.

DOVE ACQUISTI GENERALMENTE LE TUE OPERE? 

Acquisto da gallerie, case d'asta e, negli ultimi tempi, anche attraverso piattaforme online.

PER LA TUA COLLEZIONE HAI UN CURATORE O UN ART ADVISOR? 

Ho scelto di farmi seguire da una art collection manager, Clarice Pecori Giraldi, che impersona questi diversi ruoli.

COME SI INIZIA UNA COLLEZIONE E COME PUÒ ESSERE SVILUPPATA? 

Fondamentale per me è stato studiare, approfondire, confrontarmi con esperti oltre che con altri collezionisti. L'allenamento a vedere, analizzare, interfacciarsi con le opere d'arte deve essere sviluppato e coltivato. Trovare gli interlocutori giusti con cui intavolare confronti stimolanti è per me fondamentale per essere dinamica nel mio collezionare.

Da sinistra, “Ritratto C”(2001), di Zhang Xiaogang; “Bunker(angle bldg I)” (2011), di Mona Hatoum, tubi in acciaio dolce; “SenzaTitolo” (1977), di Jean-Paul Riopelle. Foto Henrik Blomqvist.

QUAL È IL TUO RAPPORTO CON SAN PATRIGNANO? 

Assieme a Gian Marco siamo stati co-fondatori della Comunità, dal 1979. In tutti questi anni abbiamo supportato i ragazzi e le ragazze, la crescita organica della Comunità. Abbiamo sempre sentito la necessità di rendere San Patrignano sostenibile, così è nata la Collezione.

COME È NATA E COME SI È SVILUPPATA L'IDEA? 

Nel 2017 Gian Marco ed io abbiamo iniziato a ipotizzare, assieme agli amici vicini a San Patrignano, di costituire un endowment, una dote, composta da opere d'arte. Abbiamo condiviso questo sogno con Carlo Traglio, Laura Colnaghi, Giuseppe Iannaccone, Paolo Clerici, Miuccia Prada − solo per citarne alcuni − che si sono subito prodigati con grande generosità offrendo donazioni e contatti. Oggi oltre 60 opere sono esposte al PART di Rimini. È un circolo virtuoso tra pubblico e privato di cui tutti possono beneficiare. La caratteristica unica della raccolta è che, almeno cinque anni dopo l'atto di donazione, ogni opera può essere alienata, esclusivamente per esigenze straordinarie della Comunità.

“Tra specchio e tela” (1988), di Michelangelo Pistoletto, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio. Foto Henrik Blomqvist.

PUOI RACCONTARCI DI PIÙ SUL MUSEO PART?

Parte integrante del nostro progetto è la volontà di valorizzare le donazioni, di condividerle con il pubblico. Abbiamo chiesto al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, uno spazio dismesso da poter utilizzare, anche solo temporaneamente. Lui ha subito intravisto la potenza innovativa dell'idea e ha proposto due edifici medioevali nel pieno centro della città: il palazzo del Podestà e il palazzo dell'Arengo, con una sala centrale di oltre 500 metri quadri. Il lavoro dell'architetto Luca Cipelletti ha permesso di allestire la raccolta rispettando l'unicità del luogo e dando vita a una sinergia di intenti che valorizza contenuto e contenitore.

All'inizio di settembre è stato aperto il Giardino che ospita magnifiche opere da esterni: da una monumentale scultura in marmo di Giuseppe Penone a lavori di Kiki Smith, Arnaldo Pomodoro, Piotr Uklański, Alberto Garutti, Mario Airò, Chen Zhen e il giovane canadese Paul Kneale.

L’esterno del Museo PART di Rimini. Foto Alex Nasser.

PERCHÉ HAI SCELTO DI DEDICARE UNA MOSTRA E UN PREMIO AGLI ARTISTI E ALL'ARTE ITALIANA? 

Per far crescere la raccolta, insieme agli amici sostenitori abbiamo pensato di creare un programma di supporto e visibilità per i giovani artisti italiani. Abbiamo chiesto a Giuseppe Iannaccone e a te Patrizia di capeggiare questo progetto che prevede tre premi. Sarà biennale e debutterà nel 2022. Trovo interessante la possibilità di dare vita a degli incontri di intenti tra artisti e settori creativi di San Patrignano. In passato abbiamo ospitato Vanessa Beecroft, Alessandro Busci e altri artisti che hanno lavorato con i ragazzi durante il loro percorso.

Letizia Moratti

QUALCHE CONSIGLIO PER UNA VISITA A RIMINI? 

Bisogna per forza iniziare dal Tempio Malatestiano, edificio incompiuto di Leon Battista Alberti. Poi ci si dirige a Piazza Cavour e si passeggia sul ponte di Tiberio. Tra tutti questi capolavori antichi un contraltare contemporaneo era esattamente quello che ci voleva!

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