Il collezionismo secondo Walter Vanhaerents deve puntare su media eterogenei
In un ex edificio industriale, a Bruxelles, una metodologia di lavoro che rinnova la presentazione delle opere. Perché il gusto deve seguire il cuore, non viceversa
di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
4' di lettura
Walter Vanhaerents è un appassionato collezionista fiammingo. Per più di 40 anni, ha diretto l'impresa edile e immobiliare di famiglia dopo gli iniziali studi in medicina. Il suo percorso di vita ha incontrato l'arte più tardi, attraverso un primo contatto con l'architettura. Oggi il suo nome rimanda a una straordinaria collezione di arte contemporanea. Walter mi parla della sua passione condivisa oggi con i figli Els e Joost, della predilezione per le opere che innescano riflessioni e provocazioni, dello spazio dedicato alla collezione, inaugurato nel 2007, e di una visione rivolta costantemente al futuro.
QUAL È STATA LA SUA PRIMA ACQUISIZIONE? E L'ULTIMA?
Il mio primo interesse per l'arte è nato di riflesso ai rapporti diretti con artisti belgi. Qualche anno dopo ho ampliato la mia prospettiva e ho cominciato a visitare molti musei di arte contemporanea, tra i quali edifici di nuovissima costruzione come il Museo Abteiberg di Mönchengladbach, in Germania. In queste sale ho scoperto la scena artistica internazionale del nostro tempo. Il primo acquisto è stato una scultura in bronzo di Jacques Lipchitz e l'ultimo uno straordinario dipinto di Friedrich Kunath, un trittico ricco di dettagli interessanti.
QUANDO E COME HA INIZIATO A COLLEZIONARE ARTE?
Nel 1982. Collezionavo già opere antiche da circa cinque anni, ma l'arte che stavo scoprendo nei musei contemporanei mi trasmetteva un'energia diversa. Ha cambiato profondamente il mio modo di vedere le cose. Ho deciso di vendere tutte le opere che avevo acquistato fino ad allora e di cambiare direzione. Ho iniziato a comprare lavori di artisti più storicizzati, come i surrealisti belgi e gli esponenti italiani dell'Arte Povera, che ora considero come il passaggio intermedio che mi ha spinto ancora oltre. Alla fine, il lavoro di Andy Warhol è diventato la base della mia collezione contemporanea, che oggi comprende opere di artisti iconici come Bruce Nauman, Gerhard Richter, Joseph Beuys, Matthew Barney, Cindy Sherman, solo per citarne alcuni.
COME SI PUÒ INIZIARE A COLLEZIONARE ARTE E A SVILUPPARE UNA COLLEZIONE? QUALCHE CONSIGLIO?
La cosa più importante è comprare con il cuore e non con le orecchie, cioè per sentito dire. Se comprate ciò che amate, non rimarrete mai delusi.
COME SCEGLIE LE SUE OPERE? SI AFFIDA A UN ART DEALER O A UN CURATORE?
La collezione d'arte Vanhaerents è ancora in piena crescita: continuo a comprare opere, seguendo un fil rouge che collega gli anni Sessanta agli artisti di oggi. Questo offre la possibilità di mettere in relazione opere di giovani artisti emergenti con quelle degli artisti affermati a cui si sono ispirati. Le linee di connessione che tendo a tracciare all'interno della mia collezione non derivano da un piano prestabilito: la collezione è cresciuta in modo organico nel tempo e non ho chiesto consigli per costruirla. Naturalmente, mi documento a fondo, frequento le gallerie e visito molte mostre. Il collezionismo è diventato a tutti gli effetti un'attività di famiglia: anche mio figlio e mia figlia collezionano arte contemporanea. Dal 2020 sono pienamente coinvolti nel progetto e intendono portare avanti la Vanhaerents Art Collection in futuro.
QUALI SONO I CRITERI PER VALUTARE UN'OPERA D'ARTE? COME POSSIAMO CAPIRE SE IL PREZZO È APPROPRIATO?
Mi vengono in mente essenzialmente quattro criteri: originalità, tecnica, espressione e, il più importante, il gusto personale. Il prezzo d'acquisto è legato alla qualità. A mio parere, un artista, nell'arco della sua vita, realizza un massimo di 10 opere che possono essere considerate capolavori. Riuscire a comprare una di queste eccezioni è davvero straordinario.
PUÒ PARLARCI DELLA COLLEZIONE D'ARTE VANHAERENTS, DEI SUOI OBIETTIVI E DEL SUO PROGRAMMA?
La collezione comprende sia artisti affermati che emergenti e riflette profondamente l'eterogeneità delle pratiche artistiche e dei media attuali, tra cui pittura, disegno, scultura, installazione, fotografia e video. Dal 2007 la Vanhaerents ha organizzato tre mostre collettive e cinque mostre personali di artisti rappresentati nella collezione. Nel 2015 è stata presentata per la prima volta fuori dal Belgio, in occasione della 56a Biennale di Venezia. Nel 2019 è stata esposta in un evento collaterale dell'edizione successiva e ha accolto più di 130mila visitatori. Nel 2017 abbiamo deciso di cambiare radicalmente la nostra metodologia di lavoro: rinnovando sia la presentazione delle opere che la loro gestione quotidiana. Abbiamo adottato il format di un “viewing depot”.
PUÒ DIRCI DI PIÙ SULLA VOSTRA SEDE NEL QUARTIERE DI DANSAERT?
Nel colorato Dansaert, vivace quartiere del centro storico di Bruxelles, la Vanhaerents Art Collection ha trovato una dimensione favorevole: qui fruisce della vicinanza di importanti istituzioni artistiche pubbliche, come Wiels, Kanal e Mima. La collezione ha sede in un edificio industriale a tre piani. Un ex magazzino sanitario del 1926 è stato ripensato dai due grandi architetti belgi Robbrecht e Daem che hanno trasformato la sua superficie di 3.500 m² in uno spazio espositivo, con il deposito e gli uffici.
PUÒ SUGGERIRE I MIGLIORI MUST SEE PER UNA TAPPA A BRUXELLES?
Tra i musei penso a Bozar, Wiels, Kanal, Mima. Le gallerie imperdibili sono Xavier Hufkens, Barbara Gladstone, Almine Rech, Clearing, Templon. Immancabili la piazza Grand Place e il complesso Mont des Arts. Per soggiornare, suggerirei l'Hotel Amigo, The Dominican Brussels e Pillows Grand Boutique e per un ottimo piatto, Henri, La Manufacture, Comme chez soi, Selecto e La Paix.
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