Il commercialista: «Il Pnrr? Un trampolino per dire addio alla consulenza»
di Francesco Nariello
1' di lettura
Mettere a frutto oltre vent’anni di esperienza nel settore acquisti, soprattutto per gli appalti pubblici, ampliare il bagaglio di competenze, con il proposito di aprirsi una strada - interna alla pubblica amministrazione - meno incerta rispetto alla libera professione. Giovanni Puccio - 49 anni, una laurea in economia e commercio, la doppia abilitazione a dottore commercialista e a revisore contabile, un Mba alla Bocconi - è uno dei 66 esperti reclutati dal Veneto.
«Ho lavorato molti anni da dipendente - spiega - in grandi società nel campo della consulenza, occupandomi di organizzazione e approvvigionamenti, a stretto contatto con amministrazioni, enti pubblici, partecipate». Solo nell’ultimo triennio, l’apertura della partita Iva con il ritorno alla consulenza. «A dicembre - racconta - avevo iniziato un progetto sulla standardizzazione degli acquisti presso Ifad, l’agenzia Onu: poi è arrivata la chiamata Pnrr, con incarico stimolante e meglio retribuito».
Quali sono le attività avviate?
Sono entrato come project manager nella cabina di regia della Regione partita il 20 gennaio. Ci siamo focalizzati sulla semplificazione amministrativa: dobbiamo verificare le tempistiche di 17 procedimenti amministrativi e snellirli.
Dopo questa esperienza, quale futuro professionale immagina?
Innanzitutto, l’ipotesi di continuare nella Pa, in primis come dipendente. Credo che l’esperienza per il Pnrr sarà molto utile anche nel pubblico.
E la libera professione?
La vedo come strada secondaria, ma sono certo che l’esperienza in corso sia comunque un valore aggiunto.
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