Il coronavirus e l’ossimoro della decrescita degli aumenti
Si apre uno spiraglio di speranza nei dati travolgenti del coronavirus che abbiamo visto cavalcare in questi giorni
di Nicoletta Cottone
2' di lettura
«Una decrescita degli aumenti». É un ossimoro che apre uno spiraglio di speranza nei dati travolgenti del coronavirus che abbiamo visto cavalcare in questi giorni. Franco Locatelli, direttore del Consiglio superiore di sanità, ha illustrato proprio con un ossimoro il dato odierno «che guardiamo con fiduciosa attenzione. Va consolidato nel giro dei prossimi 1-2 giorni. L'auspicio è continuare a vedere un decremento dell'incremento e allora saremmo anche più confidenti di aver raggiunto un risultato importante per il Paese».
Per la prima volta trend al ribasso
L’aumento c’è, insomma, ma è meno sostenuto di prima. «Una curva che sta lievemente iniziando a piegare - sottolinea Salvatore Curiale, Science communicator dell’Istituto Spallanzani di Roma - visto che l’incremento dei casi il 16 marzo è sceso al 13% dal 20% di due giorni prima. I prossimi giorni saranno decisivi per sapere se il trend si assesta».
Un trend, dunque, che per la prima volta è in ribasso. Il 16 marzo sono stati registrati 2.470 nuovi positivi, meno del 15 marzo, quando l’aumento su base giornaliera era stato di 2.853. In totale sono 23.073 i malati attualmente positivi al coronavirus. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 27.980. I deceduti sono 2.158 in totale, 349 in data odierna, 19 meno del giorno precedente. Le persone guarite dopo aver contratto il coronavirus sono 2.749, 414 in più di ieri, quando il dato giornaliero di 369.L’età media dei contagiati è di 63 anni. Contraggono il coronavirus il 59,7% degli uomini e il 40,3% delle donne.
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Cauto ottimismo
Un dato di «cauto ottimismo», come lo ha definito il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. Anche se all’appello odierno mancano alcuni dati. «É un numero al ribasso anche se non sono presenti i dati della Puglia e della provincia di Trento. Ma il trend è al ribasso, come anche in Lombardia». I guariti sono più del giorno precedente.
Il tasso di letalità
Secondo il sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità il tasso di letalità è complessivamente del 6,8%. I dati confermano la letalità elevatissima del coronavirus per gli anziani. É pari a zero per le tre classi che vanno da 0 a 29 anni, allo 0,2% fra i 30 e i 39 anni, allo 0,3% fra i 40 e i 49 anni, all’1% fra i 50 e i 59 anni e sale al 3,2% fra i 60 e i 69 anni. Sale all11,8% fra i 70 e i 79 anni, al 18,8% fra gli 80 e gli 89 anni e al 21,6% per gli ultranovantenni.
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