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Il Coronavirus mette a rischio il Mobile World Congress. Chi ha già rinunciato?

L'evento, in programma a Barcellona a fine febbraio, è l'appuntamento europeo più importante dell'anno, per l'industria degli smartphone

di Biagio Simonetta

AFP

3' di lettura

I timori per il coronavirus stanno mettendo in seria in discussione il prossimo Mobile World Congress. L'evento, in programma a Barcellona a fine febbraio, è l'appuntamento europeo più importante dell'anno, per l'industria degli smartphone. Ma l'emergenza cinese sta giocando un ruolo determinante, nella scelta di alcune aziende di revocare la loro partecipazione.

La prima, in un domino ormai incontenibile, è stata la coreana LG, che già da un paio di giorni ha fatto sapere che non prenderà parte all'appuntamento catalano per tutelare la salute dei suoi dipendenti. E nelle ultime ore, si sono aggiunti altri player internazionali.

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L'annuncio di Ercisson
Il nome più pesante è quello della svedese Ercisson, da sempre uno degli attori protagonisti del Mobile World Congress, con uno spazio espositivo fra i più importanti dell'intera fiera. “Dopo un'estesa valutazione interna del rischio, abbiamo deciso di adottare ulteriori misure precauzionali ritirandoci dal MWC Barcelona 2020. – hanno fatto sapere dalla società svedese con una nota apparsa sul sito - Apprezziamo il fatto che GSMA (gli organizzatori della fiera, ndr) abbia fatto tutto il possibile per controllare il rischio. Tuttavia, abbiamo ogni giorno migliaia di visitatori nei nostri spazi e non possiamo garantire la salute e la sicurezza loro e dei dipendenti. La salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, clienti e altre parti interessate sono la nostra massima priorità. Questa decisione non è stata presa alla leggera. È un peccato, ma crediamo fermamente che la decisione commerciale più responsabile sia quella di ritirare la nostra partecipazione all'evento di quest'anno».

Una doccia gelata
Una doccia gelata per GSMA, che in questi giorni sta facendo di tutto per cercare di rassicurare i partecipanti. Del resto, una fiera come il Mobile World Congress, che catalizza su Barcellona milioni di visitatori ogni anno, ha impatti economici importanti. E l'improvvisa rinuncia di alcuni importanti player non solo fa perdere spessore all'evento, ma lo mette proprio a rischio. Gli organizzatori le stanno provando tutte. Dai suggerimenti ai partecipanti (poco rassicuranti) come «evitate le strette di mano», fino al numero telefonico attivo 24 ore su 24 per le emergenze. L'impressione è che, trattandosi di un evento dove la quota di persone in arrivo dalla Cina è molto forte (la maggior parte dei produttori di smartphone è cinese), la situazione non sia molto semplice. Dopo la decisione di Ericsson, sul sito ufficiale dell'ente organizzatore è comparsa una nuova nota: «Ci rammarichiamo nell'apprendere la decisione di Ericsson di non partecipare a MWC di Barcellona quest'anno. Rispettiamo la loro decisione e siamo rassicurati dal loro impegno a partecipare al MWC di Barcellona 2021. È di grande importanza per la GSMA continuare a convocare l'industria in questo momento critico in cui la connettività è all'apice di una nuova rivoluzione industriale. Continueremo a monitorare e valutare il potenziale impatto del Coronavirus su MWC poiché la salute e la sicurezza dei nostri espositori, partecipanti e personale sono di fondamentale importanza. Siamo in contatto con le aziende espositrici e stiamo discutendo le misure di prevenzione messe in atto sia da noi che dagli espositori. È rassicurante sapere che i colleghi di tutto il mondo stanno adottando misure attive per contenere e ridurre qualsiasi ulteriore diffusione del virus».

Il fuggi fuggi
Intanto, però, nonostante le rassicurazioni, si è scatenato un fuggi fuggi di aziende che potrebbe non trovare argini. Detto di LG ed Ericsson, anche Asus ha deciso di desistere. Mentre la cinese ZTE ha annunciato che sarà presente con uno stand ma non terrà la consueta conferenza stampa. All'elenco delle assenze, inoltre, si è aggiunta HP. Per ora le altre confermano (qualcuna con i manager cinesi già arrivati a Barcellona, altre con soluzioni in divenire), e i retroscenisti già parlano di conferenze stampa con mascherine per tutti. Non proprio un bel clima per parlare di innovazione, insomma.

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