Il costruttore cinese tira fuori l’asso della pronta consegna
di Simonluca Pini
2' di lettura
Comprare oggi un’automobile non è facile. Dopo aver individuato il modello, gli accessori e valutato l’investimento, non basta entrare in concessionaria. Il motivo è legato alla crisi dei semiconduttori e a tempi di consegna degni di una supercar costruita artigianalmente. Trecento giorni di attesa stanno diventando la normalità per molti modelli, soprattutto se si decide di personalizzare la vettura.
Qualche esempio? L’acquisto del tetto panoramico su determinati modelli tedeschi è in grado di spostare la consegna di diversi mesi. Altre novità recentemente arrivate sul mercato addirittura non indicano i tempi di consegna: firmi il contratto e dopo attendi pazientemente la chiamata del venditore. Partendo da questa situazione si capisce la crescita in doppia cifra di DR, marchio dalla sede italiana ma dal Dna cinese che nel 2021 ha venduto 8362 vetture con una crescita del 140% rispetto all’anno precedente. Oltre che per il prezzo decisamente concorrenziale, a fronte di contenuti e livello qualitativo tra un brand low cost e un generalista, l’azienda molisana deve il successo alla pronta consegna e alla disponibilità di vetture.
Proprio il concetto di “scelgo-pago-guido” potrebbe essere il successo dei marchi cinesi in arrivo in Europa e in Italia. Perché l’assenza di valore legato al marchio o i dubbi sull’affidabilità nel tempo e sulla rete di officine, potrebbero venire cancellati dalla reale possibilità di guidare una vettura nuova; è un po’ come succede con gli acquisti su Amazon, dove il prodotto in consegna in 24 ore viene spesso preferito alla nostra prima scelta ma con tempi di spedizione più lunghi.
Nell’attesa di poter guidare i futuri modelli cinesi già commercializzati su Alibaba (enorme marketplace cinese) o le auto di Huaweii e Xiaomi, le vetture commercializzate da Koelliker o i suv MG potrebbero essere un ulteriore banco di prova per le vetture del dragone. Il pronta consegna riuscirà ad essere la chiave di volta per conquistare la clientela italiana? I numeri di DR dicono di sì e sottolineano l’esigenza per i concorrenti di trovare nuove soluzioni per contrastare la carenza di microchip, a partire da una produzione diretta dei semiconduttori. Operazione che però richiede investimenti miliardari e tempo, utile ai brand cinesi per crescere.
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