ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùil virus non si ferma

Il Covid avanza per focolai: dal Lazio al Veneto ecco perché l’Rt schizza sopra 1

La sfida ora si misura sulla capacità di identificarli e circoscriverli applicando le misure per spegnerli, facendo il tampone a tutti contatti: amici, parenti e vicini.

di Marzio Bartoloni

Covid-19, ira di Zaia: rischio tornato elevato, inaspriamo regole

3' di lettura

La nuova realtà del Covid è fatta di continui focolai che si accendono con improvvise fiammate in tutta Italia. Focolai che non bisogna farsi sfuggire di mano perché altrimenti attecchiscono, come è accaduto con quello del Veneto dove il paziente zero, un imprenditore vicentino di ritorno dalla Serbia (dove ha contratto il virus da un settantenne poi deceduto), ha contagiato decine di persone prima del ricovero all’inizio rifiutato. Ma anche nel Lazio, a Roma, dove si è acceso un focolaio nella comunità del Bangladesh, dove alcuni immigrati di ritorno in Italia non hanno fatto la quarantena o preso precauzioni contagiando i familiari.

Il rischio ora arriva anche dai contagi di rientro, soprattutto da Paesi ora nel pieno dell’emergenza dove la carica virale potrebbe essere più alta che in Italia e quindi maggiormente in grado di provocare focali. La sfida si misura sulla capacità di identificarli e circoscriverli applicando le misure per spegnerli, facendo il tampone a tutti contatti: amici, parenti e vicini.

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Il focolaio del Veneto fuori controllo

Emilia Romagna (1,28), Veneto (1,12) e Lazio (1,04) sono le tre regioni con un indice Rt al momento maggiore di 1, secondo l’ultimo monitoraggio dei casi Covid in Italia dal 22 al 28 giugno pubblicato dal ministero della Salute e dall’Iss. Anzi il Veneto negli ultimi giorni ha visto schizzare l’indicatore che indica la velocità di diffusione del virus addirittura a 1,63.

Qui il governatore Luca Zaia è andato su tutte le furie per i «comportamenti sconsiderati» di alcune persone risultate positive al Covid che non hanno preso le precauzioni necessarie rendendo impossibile tenere sotto controllo i contagi. È il caso dell’imprenditore del Vicentino che tornato dai Balcani ha rifiutato il ricovero e provocato un focolaio nella provincia provocando decine di contagi tra contatti lavorativi ed extralavorativi, «tra cui una festa privata e un funerale». Ricoverato, dopo molta insistenza, il 1 luglio, attualmente è in rianimazione ed è pure emerso che il 30 pur sapendo di essere ammalato ha visto altre persone. «Se fosse per me - è sbottato in diretta Facebook Zaia - prevederei la carcerazione. Non esiste che un positivo vada in giro a prescindere».

I contagi di rientro: la comunità Bangladesh a Roma

Ma non succede solo in Veneto: in Trentino è stato un cittadino rientrato dal Kosovo a provocare un focolaio con otto contagiati. Il rischio è che, ridotta la diffusione in Italia, il virus ora rientri dall'estero, da Paesi dove ancora l’emergenza è alta come quelli dell’ex Jugoslavia - nella capitale serba Belgrado è stato dichiarato lo stato di emergenza - o come la Bulgaria, da dove arrivavano alcuni degli abitanti dei caseggiati di Mondragone dove si è verificato un altro focolaio ora risolto. Per questo motivo, a Roma da lunedì - ha annunciato l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato - saranno eseguiti tamponi a tappeto sui componenti della comunità del Bangladesh, fra cui si sono registrati alcuni positivi. E la Regione ha anche chiesto all'ad degli Aeroporti di Roma Marco Troncone, di «stringere i controlli» su chi arriva dal Paese asiatico. A Roma l’sos è scattato anche per il caso dei due fratelli positivi che ha reso necessaria la chiusura di un centro estivo e di un ristorante che aveva ospitato una cena di classe. Si stanno effettuando i test a tutti i contatti del centro estivo e ai partecipanti della cena.

Focolai in Emilia sotto controllo

Anche l'innalzamento dell'indice Rt dell'Emilia-Romagna, che si attesta all’1,28% è «l'effetto dei recenti focolai bolognesi», a cominciare da quello del polo logistico Bartolini, che «sono sotto controllo». A spiegarlo è l’assessore alla Salute Raffaele Donini, che commenta così il dato reso noto dal ministero della Salute. «Non siamo certo noi a sottovalutare ogni segnale che ci indica come sia sempre necessario non abbassare mai la guardia - dice Donini- e non ci facciamo trovare sguarniti. E proprio in occasione dei focolai che si sono creati nel bolognese, abbiamo dimostrato come abbia reagito, presto e bene, la macchina della sanità pubblica. Le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni e province autonome in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti».

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