Il Covid-19 non frena gli studenti stranieri: più iscritti alle lauree magistrali in Italia
di Eu.B.
3' di lettura
Il confinamento imposto dalle autorità per limitare la diffusione del Covid-19 in Italia non ha spaventato gli studenti internazionali che volevano proseguire gli studi nel nostro Paese. Specialmente per le magistrali: sono state 16.117 le domande di pre-immatricolazione ai corsi di laurea magistrale per l'anno accademico 2020/21, con un aumento del 15% rispetto alle 13.969 richieste avanzate nell'anno accademico precedente, prima che si manifestasse la pandemia. Un incremento registrato dal 63% degli atenei del Paese. È il quadro che emerge dall'indagine “Mobilità e riconoscimento ai tempi del Covid-19. La prospettiva delle Università Italiane” condotta da Cimea (Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche) e che non riguarda però le triennali.
Da India, Pakista e Iran gli ingressi più numerosi
L'aumento maggiore è stato rilevato nel numero degli studenti stranieri provenienti da India, Pakistan e Iran che si sono pre-immatricolati in un'università italiana, non solo per specializzarsi tramite un corso di Laurea Magistrale, ma anche per svolgere corsi di Laurea – triennale e a ciclo unico – e Master Universitari. Nell'anno accademico 2020/21 hanno infatti presentato richiesta di iscrizione 2.871 studenti dall'Iran, circa il 64% in più rispetto al 2019/20 in cui erano 1.752; 2.770 dal Pakistan, l'anno precedente erano 1.968 per un aumento del 40%; e 2.713 dall'India, in crescita del 14% se paragonati ai 2.371 del 2019.
Le ragioni del successo
A incentivare gli studenti a scegliere il Belpaese come meta dove proseguire il proprio percorso accademico sono state proprio le misure adottate dalle università italiane: il 60% delle istituzioni coinvolte dall'indagine ha migliorato l'assistenza online agli studenti, potenziando i servizi di Faq, la consulenza telefonica e web, anche con newsletter, e aggiornando costantemente le modifiche apportate alla didattica nel rispetto dei provvedimenti anti-Covid; il 30% ha adottato la didattica online mentre il 20% ha prediletto forme di didattica mista, sia online sia in presenza. Un'alternativa, quella delle lezioni a distanza, che ha permesso agli studenti di iniziare i corsi da remoto, in alcuni casi, in particolare per le materie “pratiche”, anche accedendo ad aule virtuali realizzate tramite piattaforme dedicate; il 20% ha ridotto le tasse ai richiedenti internazionali e il 10% ha esteso il periodo di presentazione delle candidature.
L’attrattività del Belpaese
«L'Italia si conferma un polo attrattivo per gli universitari che intendono proseguire gli studi e specializzarsi – ha dichiarato Luca Lantero, Direttore di Cimea, nel commentare i risultati dell'indagine – L'aumento degli studenti internazionali per i corsi di laurea magistrale è riconducibile alle strategie di promozione e internazionalizzazione attuate dal ministero dell'Università e della Ricerca e dalle Università italiane per attrarre sempre più studenti a specializzarsi nel Paese, anche grazie a soluzioni tecnologiche e digitali innovative messe in campo a livello nazionale, come la nuova domanda digitale di preiscrizione universitaria del portale Universitaly che ha direttamente collegato le università in collegamento con le rappresentanze diplomatiche per il rilascio del visto agli studenti».
Le dolenti note
Numeri meno incoraggianti, invece, quelli registrati per i corsi di laurea – triennale e a ciclo unico – che nel 2020/21 hanno contato 7.194 candidature internazionali contro le 9.531dell'anno precedete (-24%), per i Master Universitari, con 1.125 richieste rispetto alle 1.254 del 2019 (-10%) e per gli Erasmus in Italia, intrapresi da 2.306 studenti nel 2020/21 e in netto calo rispetto ai 3.290 dell'anno accademico precedente (-30%), nonostante l' aumento di tale programma nei cdl Magistrale: erano 606 nel 2019/20, sono 790 nel 2020/21 (+30%).
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