innovazione

Il crowdfunding 2.0 arriva dalla Spagna

di Adriano Lovera

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Sbarca in Italia il crowdfunding immobiliare 2.0 targato Housers.it.
Il portale, di proprietà della casa madre spagnola, da pochi giorni è disponibile anche in italiano e la società ha già messo in portafoglio un immobile residenziale a Milano, situato in zona Bocconi.
La piattaforma ha avuto un ottimo successo in Spagna: nata infatti solo due anni fa, ha raggiunto circa 25 milioni di euro di raccolta, 48mila utenti e 101 immobili trattati.

«Housers si rivolge in modo particolare ai piccoli investitori desiderosi di diversificare il portafoglio. Sfruttando il crowdfunding non è necessario accollarsi tutto l’investimento, come deve fare chi acquista direttamente gli immobili, ma si evita anche il rischio dei fondi immobiliari, dove ci si affida totalmente alle scelte del gestore» spiega Giovanni Buono, amministratore delegato di Housers Italia, manager con una lunga esperienza estera nelle Tlc, ora a capo del team italiano composto inizialmente da quattro persone.
Con Housers si crea dal sito un vero e proprio portafoglio personale su cui si versa il denaro iniziale. E poi è l’utente a decidere a quali dei progetti partecipare. Circa la metà degli utenti investe tagli molti piccoli, compresi tra 1.000 e 5.000 euro, ma in molti progetti è possibile acquistare una quota anche a partire da 50 euro. Housers è iscritto alla Consob spagnola e in futuro potrebbe richiedere l’autorizzazione per l’equity crowdfunding anche per quella italiana. Ma al momento il portale opera soltanto come vetrina dei potenziali progetti in cui investire, non fa raccolta, e il trattamento del denaro viene affidato una società partner in forte crescita, Lemon Way, un istituto di pagamento autorizzato ad operare in 30 Paesi nel continente, che ha tra i clienti siti di crowdfunding, sharing economy, e-commerce, già ribattezzato da alcuni il PayPal europeo.
«In Spagna siamo partiti nel momento migliore, perché i prezzi avevano toccato davvero il fondo e poi il mercato è ripartito. In Italia stiamo imboccando la stessa strada: si accorciano i tempi di vendita e aumentano gli scambi. In media pensiamo di poter offrire un rendimento intorno al 4% netto» aggiunge l’a.d. Sulla piattaforma si potrà investire secondo l’orizzonte temporale desiderato. Alcuni immobili vengono acquistati, ristrutturati, messi a reddito e subito rivenduti, anche nel giro di 18-24 mesi. Altrimenti, è possibile puntare su quelli affittati a lungo termine e godere del flusso di denaro costante. «Oltre al piccolo taglio, la nostra forza sarà proporre investimenti in progetti comprensibili da tutti. Infatti entro fine anno avremo a catalogo una trentina di pezzi in Italia, tutti appartamenti residenziali da 200-300 mila euro, posti nei principali mercati come Milano, Roma e Torino» aggiunge Buono. Iscriversi non costa nulla. La remunerazione del portale avviene con una commissione del 10% trattenuta sul margine di guadagno ottenuto dall’utente.

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