Il crowdfunding raddoppia in un anno e arriva a 245 milioni
di Alessia Maccaferri
3' di lettura
Raddoppia il volume del crowdfunding in italia che in un solo anno - il 2018- ha raggiunto i 112,5 milioni di euro, portando il valore complessivo dal 2015 a 245 milioni di euro. La svolta è da attribuire - secondo i dati del report Starteed - ai risultati del lending crowdfunding (prestiti) e dell’equity, grazie al miglioramento della normativa. Il maggior numero di piattaforme è di tipo donation/reward, ovvero campagne che raccolgono fondi tramite donazioni a fondo perduto o in cambio di ricompense. Il report offre anche la classifica delle piattaforme per raccolta e focus sulle campagne delle banche e dei Comuni.
Le piattaforme: quante sono e i volumi
Nonostante la popolarità soprattutto sui social network, il crowdfunding ha sempre avuto numeri ridotti, a fronte di un alto numero piattaforme e di un vivace panorama di progetto. Nel 2015 il valore complessivo era di appena 65 milioni di euro, diventati 133 milioni nel 2017 e quindi 244,7 milioni l’anno scorso. La maggiore raccolta è da attribuire al lending sottoforma di prestito: le 9 piattaforme hanno raccolto 127, 1 milioni, di cui 51,8 solo nel 2018. Segue l’equity, ovvero l’acquisto di partecipazioni azionarie, con quasi 60 milioni (di cui 41 nel 2018) raccolti da 15 piattaforme, grazie agli sviluppi della normativa che ha aperto alle pmi innovative e ha innalzato le deduzioni fiscali al 40 per cento. Seguono le 50 piattaforme reward che dal 2015 hanno raccolto 51,9 milioni (di cui 17,7 l’anno scorso) e le quattro piattaforme di Diy (do it yourself) che con campagne sviluppate su siti indipendenti con l’identità del progetto hanno raccolto 5,7 milioni di euro.
Dall’analisi di un campione significativo emerge un valore medio raccolto di 4.631 euro per le piattaofrme donation/reward con un tasso di successo al 58%, di 284.319 euro per l’equity con un tasso di succeso al 68% e 90.598 euro per il lending.
Un nuovo strumento per le banche
Un focus particolare è stato edicato alle banche, che hanno lanciato
iniziative come portali di raccolta (45%) , bandi e call4project (22%, campagne singole (18%). Tra i portali Meridonare di Banco di Napoli, IlMioDono di Unicredit, Fondazione Fondo Ricerca e Talenti di Fondaizone Crt, Terzo Valore di Banca Prossima, For Funding di Intesa Sanpaolo, Kendoo della Fondazione Credito Bergamasco, Insieme Doniamo di Creval, Com Unity di Banca Interprovinciale, Eticarim di Crédit Agricole. “L’evoluzione del ruolo tradizionale delle banche, tra le varie forme, si traduca altresì nell’interesse con cui esse stanno guardano con sempre più attenzione a nuovi strumenti finanziari - si legge nel report di Starteed - Specialmente negli ultimi anni infatti la disintermediazione finanziaria ha rappresentato un’importante sfida per le banche, chiamate a proporre metodi di finanziamento più semplici e trasparenti. Ed ecco come quindi il crowdfunding diventa un perfetto
alleato per rispondere al cambiamento che sta caratterizzando il
mondo bancario. La maggioranza delle iniziative prevede partnership con il terzo settore, attraverso interessanti opportunità concesse a enti non-profit da parte delle banche tramite la tipologia donation based con le quali esse erogano fondi per supportare progettualità a impatto sociale”.
I Comuni rilanciano i beni comuni
Per quanto riguarda i Comuni nella stragrande maggioranza di casi si tratta di progettualitànsostenute in partnership con enti del terzo settore che
erogano servizi come surrogati del pubblico e per cui raccolgono fondi tramite il crowdfunding. La ricerca di Starteed evidenzia anche uno degli aspetti più interessanti del crowdfunding che va al di là della mera raccolta fondi: il coinvolgimento della community. Chiamando la cittadinanza a partecipare (economicamente ma non solo) alla realizzazione di un’iniziativa di interesse pubblico è una strategia per generare un senso di appropriazione e vicinanza. Tra i Comuni attivi quelli di Bra (52.514 euro), Bologna (339.743), Torino (101.374), Milano (664.333),
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