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Al Meet con lo chef: «Difendiamo la centralità delle nostre città»

A Milano questo spazio fisico votato al digitale diventa la quinta di un reportage sulla città e l'occasione per un'apologia della vita urbana, la necessità di difenderla e preservarla, nonostante le molteplici difficoltà attuali, perché cuore e culla di cultura, democrazia, socialità

di Nicoletta Polla-Mattiot

2' di lettura

Un'inaugurazione reale e virtuale, come il rinnovarsi del pericolo Covid impone, un'apertura al pubblico in sicurezza il prossimo 31 ottobre. Così, con un tempismo che rispecchia e interpreta il momento presente, Milano accoglie il MEET, il primo centro internazionale per la cultura digitale, fortemente voluto dalla fondatrice e presidente Maria Grazia Mattei.

Mattia Balsamini

Un giorno prima della sua apertura, il 30 ottobre, IL è in edicola con una copertina speciale: protagonista lo chef Davide Oldani che proprio negli spazi del Meet, aperti in anteprima per questo servizio, ha interpretato la moda del mensile del Sole24Ore. Nella trasversalità di temi e contenuti, che è la vocazione di questo magazine, uno spazio fisico votato al digitale (novità assoluta nel panorama italiano) diventa la quinta di un reportage sulla città e l'occasione per un'apologia della vita urbana, la necessità di difenderla e preservarla, nonostante le molteplici difficoltà attuali, perché cuore e culla di cultura, democrazia, socialità.

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Mattia Balsamini

È una riflessione che si sviluppa lungo due direttrici: l'antichità e il contemporaneo, la prima affidata al grecista Giorgio Ieranò, la seconda affidata a uno dei più notevoli pensatori contemporanei sulla città, Richard Florida. Il tutto accompagnato e narrato dalle immagini realizzate da Mattia Balsamini che ha fotografato Davide Oldani nei luoghi iconici di Milano, fra storia e avanguardia, perché l'innovazione da sempre s'innesta nella tradizione e la innerva di energia: il Duomo, la Galleria, il Castello Sforzesco e appunto il MEET.

Tre piani, millecinquecento metriquadri e una prodigiosa sala immersiva, con proiezioni a 270° in cui è stato realizzato il servizio di IL. «Dobbiamo sperimentare, attraverso il cosiddetto urbanismo tattico, modalità per rigenerare aree urbane sotto-utilizzate. Penso ai grandi parcheggi, alle proprietà abbandonate e a tutti quegli spazi e a quei luoghi che possono essere riconvertiti a un uso pubblico attivo», spiega Richard Florida.

L'ex Spazio Oberdan, riprogettato dall'architetto Carlo Ratti per dar vita a un luogo che è prima di tutto un'idea - quella che “human meet digital”, il capitale umano viene valorizzato dalle tecnologie e viceversa - va esattamente in questa direzione. Un presidio digitale che è però un luogo di incontro fisico, non solo virtuale. Per questa ragione il magazine IL sarà presente “fisicamente” all'apertura al pubblico del MEET e disponibile per chi prenoterà la sua visita allo spazio.

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