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Il dipendente chiede a Elon Musk su Twitter: «Sono stato licenziato?». Lui lo deride, poi le scuse

La storia di Halli Thorleifsson, che per 9 giorni non ha avuto accesso agli account aziendali. Nessuno gli aveva comunicato il licenziamento

di Biagio Simonetta

Elon Musk: "Entro 2023 qualcun altro potrebbe guidare Twitter"

2' di lettura

Una storia degna di Elon Musk e della sua gestione, mai banale, di Twitter. Nelle scorse ore, infatti, un dipendente del social network, Haraldur Thorleifsson, ha usato proprio Twitter per chiedere a Musk se fosse stato licenziato. E Musk non si è tirato indietro, dando vita a uno scambio decisamente fuori dal comune, con offese sulla «presunta» disabilità del dipendente in esubero. Musk si è poi dovuto scusare: Thorleifsson è affetto da distrofia muscolare e costretto sulla sedia a rotelle. «Vorrei scusarmi» con Haraldur Thorleifsson «per non aver capito la situazione - ha scritto - Mi ero basato su cose che mi erano state dette e che non sono vere».

Ma andiamo con ordine. In un tweet all’amministratore delegato dell’azienda, Thorleifsson, 45 anni, con un ruolo da direttore del design a Twitter, ha scritto a Musk: «Il tuo capo delle risorse umane non è in grado di confermare se sono impiegato o meno».Un tweet nato dal fatto che da nove giorni, Thorleifsson non aveva più accesso ai suoi account professionali, nonostante non avesse ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte dell'azienda.

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E a domanda, Musk ha risposto: «Che lavoro hai svolto?». Da qui è nato un botta e risposta (Thorleifsson ha anche chiesto di poter violare gli accordi di riservatezza, e Musk ha dato il suo ok). Alla fine dei giochi, il dipendente ha comunque scoperto di essere stato licenziato, all'interno dell'ultimo taglio di risorse approvato da Musk circa una settimana fa.

Il dipendente chiede a Musk: «Sono stato licenziato?»

Fonte: Twitter


«Ho aperto il mio computer domenica mattina, nove giorni fa, e ho visto che lo schermo era grigio e bloccato, a indicare che ero stato bloccato dall'azienda», ha raccontato Thorleifsson. «Dopo alcuni giorni ho iniziato a contattare le persone, tra cui Elon e il capo delle risorse umane, per chiedere informazioni sulla mia situazione. Da allora il capo delle risorse umane mi ha inviato due email e non è stato in grado di rispondere alla domanda se fossi ancora un dipendente di Twitter». Da qui la scelta di interpellare Musk direttamente su Twitter.

Thorleifsson era arrivato a Twitter a inizio 2021. Prima aveva fondato un'agenzia di design creativo a Reykjavik. La stessa azienda era stata acquistata da Twitter, e come parte dell'acquisizione lui era diventato dipendente del social network californiano. «Ho deciso di vendere per alcuni motivi, ma uno di questi è che ho la distrofia muscolare e il mio corpo mi sta lentamente ma inesorabilmente deludendo», ha raccontato l'uomo alla BBC.

Ora Thorleifsson è preoccupato che Musk non onorerà il contratto che ha firmato con Twitter quando ha venduto la sua azienda. «Questo è estremamente stressante. Questo è il mio fondo pensione, un modo per prendermi cura di me stesso e della mia famiglia man mano che la mia malattia progredisce. Avere l’uomo più ricco del mondo dall’altra parte che potenzialmente può rifiutarsi di rispettare i contratti non è facile».

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