l’intervista

Il direttore del super-carcere di Poggioreale: «Le nuove misure speciali avranno effetti contenuti»

Carlo Berdini: stiamo già lavorando alla raccolta delle domande e i numeri sono esigui

di Flavia Landolfi

Carlo Berdini direttore del carcere di Poggioreale

3' di lettura

«Le misure del Governo avranno un impatto molto limitato sulle uscite anticipate dalle carceri: stiamo già lavorando alla raccolta delle domande e i numeri sono esigui». Carlo Berdini, 52 anni, è direttore da pochi mesi a Poggioreale (Napoli), l’istituto pentenziario, dicono, più grande d’Europa. Di sicuro il primo in Italia con i suoi 2.090 detenuti contro i 1.644 posti regolamentari in base ai dati aggiornati al 4 marzo scorso.

Dottor Berdini, che impatto avranno le misure cosiddette “svuotacarceri” previste dal decreto legge “cura Italia” su Poggioreale?
Non siamo ancora in grado di dare dei numeri, stiamo verificando, ma direi che siamo nell’ordine di poche centinaia di posizioni. Ne sapremo di più nei prossimi giorni, al termine delle procedure di domanda e di verifica interna: poi ovviamente tutto andrà vagliato e deciso dai magistrati di sorveglianza, saranno loro ad avere l’ultima parola.

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Quali sono le ragioni di un effetto così blando in una mega-struttura come Poggioreale?
Si è privilegiato il tema, legittimo, della sicurezza dei cittadini contemplando una serie di esclusioni dal raggio d’azione della detenzione domiciliare. Sotto un profilo strettamente procedurale però una di queste esclusioni potrebbe creare perplessità sul profilo delle garanzie.

Quale?
Mi riferisco alla previsione di escludere anche i detenuti che siano stati oggetto del solo rapporto disciplinare in occasione dei disordini del 7 e 8 marzo. Allo stato, questa circostanza non implica ancora l’accertamento di responsabilità, che avviene alla fine della procedura amministrativa interna. C’è un tema di garanzie che ha dovuto cedere il passo all’emergenza sanitaria.

Le altre esclusioni previste dal provvedimento sono congrue?
Non sta a me dare giudizi sull’operato di chi ci governa, ma certamente, prevedendo comunque l’intervento della magistratura, le altre esclusioni hanno un’investitura giuridica che le rende più forti sotto il profilo delle garanzie: parlo, per esempio, delle esclusioni per chi delinque abitualmente e per chi si è macchiato di reati gravi indicati dall’articolo 4-bis dell’ordinamento penitenziario.

Qual è la densità di popolazione all’interno del carcere?
Poggioreale ospita 2.090 detenuti con situazioni diverse a seconda della dimensione delle celle. Voglio subito dire però che i limiti della sentenza Torregiani qui sono rispettati. Chiaramente ci sono degli ambienti in cui però le condizioni non sono ottimali.

Poche uscite anticipate, duemila detenuti a stretto contatto. Come pensate di arginare possibili contagi?
Noi stiamo facendo di tutto. Anche grazie al lavoro della polizia penitenziaria che si è messa a disposizione e sta facendo un lavoro straordinario e che desidero ringraziare pubblicamente. Venendo alle misure che stiamo mettendo in campo, abbiamo distribuito mascherine e disinfettanti, aumentato i controlli e siamo dotati di una tensostruttura esterna di triage che controlla tutti i nuovi ingressi.

Basterà? Cosa state facendo per tenere bassa la tensione?
Dopo i fatti dell’8 marzo scorso con la rivolta di 700 detenuti, la situazione è normalizzata ma da monitorare costantemente. Per ovviare alla sospensione dei colloqui abbiamo attivato, dove possibile, postazioni Skype e comunque abbiamo intensificato le telefonate con le famiglie. Certo, però, i detenuti sono preoccupati.

Veniamo ai disordini dell’8 marzo, che cosa è successo?
La notizia della sospensione delle visite esterne ha scatenato la rivolta, anche se ci tengo a sottolinare che la gran parte dei detenuti ha assunto un atteggiamento responsabile con prese di posizione anche ufficiali di condanna dei disordini. Abbiamo avuto parecchi danni che si sono sommati alle carenze di una struttura vetusta e che avrebbe urgente bisogno di essere rimodernata. Anche in questo senso il rapporto del garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, che ha visitato Poggioreale nel maggio scorso rilevando una serie di criticità è per me a tutti gli effetti un vero e proprio piano di lavoro. I fondi stanziati dal governo nell’ultimo provvedimento (20 milioni in tutto, ndr) rappresentano un primo passo nella direzione giusta.

Per approfondire:
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