Il disco verde del Governo al ponte sullo stretto di Messina
Al di là delle polemiche, il ponte potrà diventare davvero quella marcia in più che tanti vorrebbero ed il ritorno degli investimenti non tarderà troppo
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
“Habemus Papam!”, almeno se lo augurano in tanti nonostante tutti quelli che restano critici sulla costruzione del ponte di Messina. Quasi mezzo secolo dopo il varo di una società ad hoc per realizzare l'opera, poi messa in naftalina dal governo Monti, a distanza di decenni dalla proposta lanciata da Craxi e ad oltre venti anni dal rilancio del progetto da parte di Berlusconi, il progetto del ponte - che, ancor prima di essere costruito, è già diventato il più famoso d'Italia – è di nuovo al centro delle discussioni.
Proprio nei giorni scorsi, infatti, il governo ha varato il decreto, voluto da Salvini, ministro delle Infrastrutture, per rispolverare, entro la fine di luglio del prossimo anno, il vecchio piano del 2012 che prevedeva una campata-record lunga 3.300 metri. Al di là dei costi-record per la realizzazione e delle tante polemiche sulla fattibilità dell'opera che molti considerano “un gigante dai piedi d'argilla”, penso proprio che sia arrivato il momento di rilanciare quel vecchio sogno anche perché l'interminabile “telenovela” ha finito per stancare pure i siciliani che, con i calabresi, sono ovviamente i più interessati alla realizzazione dell'infrastruttura in grado di ridare nuovo slancio all'economia dell'intero Sud e non solo.
Ma l'antico dibattito ponte-sì, ponte-no non finisce mai: se nel 2016 la senatrice dem Anna Finocchiaro paragonò i costi del progetto, già allora ritenuti eccessivi, ai prezzi esorbitanti del caviale tanto da diventare un lusso esagerato che avrebbe finito per gravare sulle spalle di tutti i contribuenti, in questi giorni il parlamentare verde Angelo Bonelli ha ribadito, tra gli altri, che la costruzione della grande campata è uno spreco di denaro pubblico. È vero, l'opera faraonica richiederà grandi sacrifici economici ma, certe volte, anche le spese altissime diventano necessarie. Poi c'è caviale e caviale e quel paragone che fece la Finocchiaro era forse inappropriato per una ragione molto semplice: non si è ricordata che proprio i messinesi hanno una passione particolare per le uova di storione perché le prelibatezze del Volga ricordano agli abitanti dello Stretto quei marinai della flotta zarista che nel 1908, veri e propri eroi, prestarono i primi soccorsi ai superstiti del terribile sisma che colpì l'intera zona.
Al di là delle polemiche, il ponte potrà diventare davvero quella marcia in più che tanti vorrebbero ed il ritorno degli investimenti non tarderà troppo: secondo i dati forniti dallo stesso Salvini, il mancato decollo del collegamento diretto tra la Sicilia e la Calabria incide oggi per circa 6 miliardi ogni dodici mesi e, considerando tutti gli anni che sono trascorsi dai tempi del piano lanciato dal governo Berlusconi, le interminabili fumate nere ci sono finora costate qualcosa come un'ottantina di miliardi di euro. Ma adesso è arrivato il disco verde del governo: sarà la volta buona? Dopo i tanti rinvii, sarebbe proprio il caso di toccar ferro.
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