Il distanziamento pesa più dell’inflazione Sulle spiagge l’incognita del caro listini
Balneari in attesa di capire se potranno aumentare il numero di lettini e ombrelloni dopo due anni di contingentamento. Pesa anche l’incertezza sul futuro: la riforma legata alla direttiva Bolkestein prevede che le concessioni scadranno a fine 2023
di Monica Zunino
3' di lettura
Più dell’inflazione, i rincari di materie prime, energia e gas, per i balneari liguri la vera discriminante, anche per ragionare sul possibile aumento dei listini per ombrelloni e lettini nella stagione 2022, è quella del distanziamento sulle spiagge. Alle prese con la riforma legata alla direttiva Bolkestein sulle concessioni da una parte, dall’altra, con l’estate alle porte, aspettano di capire se potranno tornare ad aumentare il numero di ombrelloni e lettini sulle spiagge dopo due anni di contingentamento a causa delle misure anti-Covid.
«Tra un mese, un mese e mezzo conosceremo le regole – dice Massimo Stasio, presidente del Sib (Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio) Genova -. Se potremo di nuovo riavvicinare gli ombrelloni potrebbero anche non essere necessari aumenti. Tornare ad avere il numero di ombrelloni ante-Covid sarebbe una lauta ricompensa che vale più di un incremento dei prezzi. Dall’altra parte potrebbe esserci un fattore psicologico legato all’incertezza sul futuro: visto che le concessioni scadranno a fine 2023, qualcuno potrebbe essere tentato di portare a casa in questi due anni tutto il possibile». Sul territorio ligure, fatto più di piccole spiagge che di grandi distese sabbiose, le regole che hanno imposto un distanziamento che garantisse almeno 10 metri quadrati per ombrellone hanno avuto un impatto pesante. «Negli ultimi due anni abbiamo rispettato le misure di sicurezza e l’abbiamo fatto bene perché non c’è stato neppure un caso di Covid negli stabilimenti balneari liguri. Ma questo ha significato ridurre del 35% in media il numero delle postazioni in spiaggia. Ad esempio, uno stabilimento che aveva 150 ombrelloni è sceso a 100-110, uno che ne aveva 80 a 50», spiega Enrico Schiappapietra, presidente del Sib Liguria.
Tornare ai livelli pre-Covid, se i dati dei contagi lo consentiranno, per molti potrebbe fare la differenza. «Al di là del servizio singolo di ristorazione e bar, con il coperto che salirà perché costa di più il pane, e le docce calde che magari da 1 euro passeranno a 1,20 e una rideterminazione sull’indice di inflazione – argomenta Gianmarco Oneglio, presidente Fiba Confesercenti Liguria – se potrò avere più postazioni forse il prezzo lo riavvicinerò a quello pre-Covid, più basso. Bisogna anche tenere presente che se in zone come Alassio e Bergeggi anche con prezzi elevati si fa il tutto esaurito, ci sono località minori che lavorano due mesi all’anno e se applicano tariffe fuori mercato restano vuote. Inoltre ci sono stabilimenti che prima del Covid guadagnavano più con la discoteca la sera che durante il giorno in spiaggia: se potranno riaprirla i prezzi potrebbero pure scendere».
Le nuove regole sulle spiagge, che le imprese auspicano meno restrittive, non toccano solo gli stabilimenti balneari. Serviranno per consentire anche agli hotel di poter fare una programmazione della stagione. «In questi due anni abbiamo visto i nostri amici albergatori e ristoratori implorarci per un ombrellone, perché non ce n’erano abbastanza con la riduzione a causa del Covid – racconta Stasio -: i clienti disdicevano le camere se non avevano anche il posto al sole garantito».
Un punto certo sui nuovi prezzi delle spiagge liguri è ancora difficile da fare. Qualcuno parla di aumenti del 5-6% rispetto all’anno scorso per l’abbonamento stagionale, ma c’è chi assicura che saranno contenuti. «I listini si fanno a maggio – spiega Paolo Ferraresi di Assobalneari (Confindustria) Tigullio - anche noi balneari abbiamo costi fissi da sostenere e se raddoppia tutto non si potranno assorbire i rincari per intero, qualcosa si ribalterà sul cliente. Ma una parte si potrebbe recuperare con l’aumento del numero di ombrelloni, un’altra, la più consistente, l’assorbiremo noi e solo il resto andrà sul cliente se non ne potremo proprio fare a meno».
Fra i costi che sono lievitati a livelli da record ci sono anche quelli delle attrezzature da spiaggia, lettini e ombrelloni, per gli aumenti delle materie prime, alluminio e plastica. «Se un lettino fino all’anno scorso costava 130 euro, quest’anno ha raggiunto i 200 – dice Stasio di ritorno da Balnearia 2022, la fiera del settore che si è chiusa il 7 marzo -. Ma in un momento come questo in cui abbiamo un orizzonte temporale così breve, con le concessioni tutte in scadenza al 31 dicembre 2023, investimenti non se ne fanno, le scelte imprenditoriali sono congelate, e i fornitori non hanno preso molti ordini».
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