formazione 4.0

Il distretto hi-tech dell’Umbria fa da ponte tra scuola e lavoro

Le aziende del territorio pronte ad assumere 13mila profili tecnici e innovativi

di Claudio Tucci

2' di lettura

Il tema dell’edizione di quest’anno è stato l’intelligenza artificiale, declinato in tutte le sue forme e applicazioni; e come nel 2018 sono stati formati una ventina di neolaureati under30, selezionati in base a criteri di merito. Siamo a Orvieto, dove ha sede Vetrya, l’azienda quotata in borsa, circa 200 dipendenti, leader nello sviluppo di servizi digitali, applicazioni e soluzioni broadband. «Con la nuova edizione della Summer School di Vetrya Academy abbiamo provato a dare il nostro contributo ad avvicinare un po’ di più scuola e mondo del lavoro – racconta il dg di Vetrya Katia Sagrafena –. L’obiettivo è creare un ponte fra studenti, aziende e territorio: abbiamo esordito una decina di anni fa portando i primi Ipad in classe; oggi siamo partner di università, Its, scuole; ospitiamo anche insegnanti nelle nostre strutture che vogliono aggiornare le proprie competenze su digitale e innovazione. Tra le ultime iniziative messe in campo c’è il Corporate Campus, sempre da Orvieto: 40mila metri quadrati, con spazi ad hoc dedicate a Industria 4.0, applicazioni di intelligenza artificiale, smart agriculture, oltre a un’area di condivisione per gli studenti, formazione digitale degli anziani e un percorso di “disintossicazione” digitale».

In Umbria, da qui a inizio 2020, sono previste circa 13mila assunzioni; una fetta principale riguarderà proprio le professioni informatiche e tecnico-scientifiche, legate alla trasformazione in atto nel mondo del lavoro. Anche qui, tuttavia, in un caso su tre (ma per alcuni profili si supera anche il 50%) gli ingressi programmati sono considerati, dagli stessi imprenditori, difficili per mancanza di candidati o per la preparazione inadeguata.

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Il tema è strategico. Una risposta a mismatch e innovazione arriva dagli Its, dove meccatronica, robotica, automazione industriale, additive manufacturing, reverse engineering si “approfondiscono” all’ennesima potenza: «L’utilizzo dei cloud, la presenza di big data chiamano in causa “nuovi lavori” come il data scientist che, con le sue capacità di analizzare e interpretare quelle informazioni, sta diventando sempre più una figura professionale centrale e quindi richiesta nel mondo aziendale – spiegano Nicola Modugno e Oscar Proietti dell’Its Umbria Academy, un’eccellenza, da anni, del settore -. E ancora: l’utilizzo di piattaforme digitali come il Bim, acronimo appunto di Building Information Modeling, che, senza una comprensione piena da parte del comparto, diventerà una delle figure professionali più richieste nel settore dell’edilizia e delle produzioni ad essa associate. Una rivoluzione copernicana come, in passato, fu quella del Cad rispetto alla consolidata esperienza del tecnigrafo». La forza degli Its «sta proprio nel coniugare soft skill e innovazione delle hard skill – chiosa la vice ministra Pd dell’Istruzione, umbra, Anna Ascani – . In buona sostanza, si tratta di percorsi che favoriscono lo sviluppo di competenze funzionali all’occupabilità. Non è un caso che i diplomati Its, come l’esperienza dell’Umbria dimostra, vadano letteralmente a ruba».

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