Il dramma dei migranti nei film di Matteo Garrone e Agnieszka Holland
In concorso per il Leone d'oro sono stati presentati due film impegnati come “Io Capitano” e “The Green Border”
di Andrea Chimento
3' di lettura
Alla Mostra del Cinema di Venezia è il giorno di Matteo Garrone: “Io Capitano” è il quinto film italiano presentato in concorso ed era uno dei titoli più attesi dell'intera kermesse.
Al centro della trama c'è il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l'Europa. Vivranno una vera e propria odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.
Quattro anni dopo “Pinocchio”, Garrone torna dietro la macchina da presa per firmare un lungometraggio che abbandona quelle atmosfere fantasy (presenti anche ne “Il racconto dei racconti” del 2015) e riabbraccia quel realismo tipico dei suoi primi lavori: da “Terra di mezzo” a “Gomorra”, passando per “L'imbalsamatore”.
Garrone ha dichiarato che per realizzare il film sono partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto un'esperienza simile, cercando di raccontare il viaggio dalla loro angolazione in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra prospettiva occidentale. Ed è forse proprio questo il pregio più importante di un'operazione che prova a proporre uno “sguardo africano” sul dramma della migrazione, non risparmiandosi immagini particolarmente dure, soprattutto nella lunga parte centrale in cui il protagonista finisce nel centro di detenzione.
Nonostante la brutalità generale, è anche un film di speranza “Io Capitano”, efficace nel trasmettere riflessioni di forte umanità.
Momenti onirici di grande poesia
Seppur il disegno generale sia solido ma privo di grandi guizzi, ci sono un paio di momenti onirici di grande forza poetica, capaci di farci staccare per qualche istante dal feroce realismo presente fin dalle prime battute.Scritto dal regista insieme a Massimo Gaudioso e Massimo Ceccherini, “Io Capitano” è un film che poteva essere ancora più incisivo e coinvolgente, evitando qualche calo di ritmo durante la narrazione, ma la resa complessiva è comunque nettamente positiva ed è l'ennesima dimostrazione del grande talento di Garrone.Oltre a essere bravissimo nei movimenti della macchina da presa e nella scelta delle luci e dei colori, il regista si conferma anche eccellente nella direzione degli attori e nell'inquadrare al meglio i volti e i corpi dei personaggi in scena.Il risultato è un film da vedere e far vedere anche nelle scuole: è in uscita questa settimana e vale sicuramente la pena di andare al cinema.
The Green Border
Sul dramma dei migranti si concentra anche un altro film in concorso: “The Green Border” di Agnieszka Holland.Questa pellicola particolarmente impegnata è ambientata lungo il cosiddetto “confine verde” tra Bielorussia e Polonia, dove i migranti provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa cercano faticosamente di raggiungere l'Unione Europea, ma si trovano intrappolati in un vortice di orrori impossibile da prevedere. In questa guerra sommersa si intrecciano le vite di una famiglia siriana, di una giovane guardia di frontiera e di un'attivista di recente formazione.
È una visione di grande intensità “The Green Border”, un film che non risparmia momenti molto crudi per rappresentare le angherie subite da chi pensa di aver raggiunto il suo sogno e che invece finisce in un incubo simile a quello da cui scappava. Alcuni di questi passaggi sono ai limiti di un cinema ricattatorio che vuole forzare la mano del coinvolgimento dello spettatore a tutti i costi, ma gli spunti proposti e il racconto delle macchinazioni che avvengono lungo quel confine sono di grande interesse e capaci di scuotere a fondo.L'autrice polacca, nota per pellicole come “Europa Europa” e “Il giardino segreto”, in questo caso non ha diretto soltanto un prodotto impegnato: “The Green Border” è soprattutto un film arrabbiato, vittima di alcuni momenti altalenanti durante i suoi 150 minuti di durata, ma in grado di far riflettere e rimanere impresso dopo la visione.Non ci stupiremmo davvero se trovasse un posto importante nel palmarès finale.
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