Il Fintech ora fa sul serio: nasce la prima lobby italiana del settore
di Simone Filippetti
2' di lettura
Il Fintech esce dal recinto della nicchia di specialisti e diventa adulto. Da oggi è anche un soggetto istituzionale: in Italia nasce la prima (e unica) associazione di categoria. La tecnologia per la finanza, che spazia tra applicazioni smartphone e intelligenza artificiale, è la naturale evoluzione dell’industria bancaria. In tutto il mondo oggi si contano circa 7.500 startup (ed ex) dedicate al Fintech: secondo un recente studio di CapGemini si calcola che abbiano raccolto 110 miliardi di dollari. Anche in Italia il numero di iniziative sta crescendo e parallelamente si assiste all’ingresso di un numero sempre più interessante di operatori, nazionali e internazionali, oltre che a una crescente necessità di interazione con le banche e le istituzioni.
Per avere voce in capitolo, è nata ItaliaFintech, un gruppo di lavoro che riunisce i principali attori italiani. La si può chiamare «lobby», nel senso buono del termine: l’associazione ha due obiettivi: il primo, agevolare l’accesso di imprese e privati ai propri servizi Fintech semplificandone comprensione e fruizione; il secondo, contribuire ad alimentare il dialogo con istituzioni e banche tradizionali al fine di tradurre il potenziale di crescita del mercato in trend di sviluppo concreti.
L’Italia, come troppo spesso succede quando si parla di tecnologia, è partita in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, ma ha dimostrato di saper esprimere un interessante dinamismo e capacità di innovazione, in grado di tracciare nuovi percorsi e servizi anche a livello internazionale.
Le diciannove tra le principali aziende Fintech che operano sul territorio (tra realtà italiane di spicco e attori internazionali) che hanno costituito ItaliaFintech sono BorsadelCredito.it, Conio, Credimi, Epic, Fifty, Housers, Lendix, modefinance, Moneyfarm, N26, Oval Money, Prestiamoci, Raisin, Satispay, Soisy, Soldo, Virtualb, Workinvoice e Younited Credit. Le startup dedicate ai pagamenti elettronici costituiscono la parte più rilevante. Tutte insieme, queste neonate aziende esprimono un portafoglio europeo di oltre 920mila clienti, di cui 425mila solo in Italia e in costante crescita. Numeri che stanno alla base di un valore di risparmi, finanziamenti e pagamenti gestiti pari a circa 450 milioni e una capacità di raccolta complessiva di investimenti, a oggi, di 253 milioni.
L’associazione, nella sua prima dichiarazione ufficiale, ha fatto sapere tramite un comunicato che «il Fintech potenzia le opportunità finanziarie delle famiglie e delle aziende italiane, e genera crescita economica. Questi numeri sono solo l’inizio di una diffusione che diventerà sempre più veloce. Gli associati di ItaliaFintech lavoreranno in squadra, anche insieme alle analoghe associazioni europee, per facilitare l’accesso di tutti i diversi tipi di pubblici alle nuove fonti di finanza e ai nuovi servizi offerti. Saranno anche a disposizione dei regolatori per contribuire alla comprensione della evoluzione del settore e alla più completa protezione dei consumatori».Il gruppo di lavoro, che sarà presieduto a turno da ognuno degli aderenti, ha eletto per il primo semestre quale proprio rappresentante Ignazio Rocco di Torrepadula.
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