Il fondo Oaktree investe un miliardo negli hotel in Italia
di Paola Dezza
3' di lettura
Il settore alberghiero italiano fa gola a molti investitori soprattutto di matrice internazionale. Un segmento immobiliare che diversi operatori ritengono la rivelazione del 2019, anno in cui potrebbe passare da nicchia ad asset class di investimento a tutto tondo.
Ed è proprio in questo settore che hanno sferrato la prima mossa per investire nel nostro Paese gli americani di Oaktree. È stato firmato, infatti, negli ultimi giorni il passaggio di un importante portafoglio di alberghi del valore di 300 milioni di euro da Castello Sgr al fondo Usa. L’obiettivo del deal è creare la maggiore piattaforma di hotel business e leisure nel nostro Paese, con il supporto di Castello che continuerà a gestire il nuovo fondo nel quale le strutture acquisite finora andranno a confluire e che verrà arricchito dal futuro shopping.
A oggi il portafoglio alberghiero oggetto della cessione conta 15 alberghi per un totale di 1.600 stanze. Il team di Oaktree è molto interessato alla gestione alberghiera, soprattutto per un’espansione futura. La pipeline prevede l’acquisizione di altri hotel con relativa parte gestionale, in generale alberghi che siano da valorizzare e riposizionare sul mercato nelle principali località italiane di vacanza (di altagamma) come Capri e Taormina, ma anche in altre zone della Sicilia, in Puglia e in montagna a Cortina, per il segmento leisure, e in città come Venezia, Firenze e Milano.
Nei prossimi 24-36 mesi il gruppo a stelle e strisce intende investire altri 700 milioni di euro. E la prima operazione si sta già profilando all’orizzonte. Secondo indiscrezioni il primo tassello della pipeline dei nuovi investimenti potrebbe essere l’acquisizione dell’hotel Ambasciatori di Roma, cinque stelle di 150 camere in via Veneto, che verrà rinnovato e rilanciato e in seguito apportato al fondo, un deal che vale oltre cento milioni di euro.
Dei 15 hotel che passano agli americani cinque sono strutture di lusso. Nel 2014 Castello Sgr ha creato, infatti, una divisione apposita, Italian hospitality collection, dedicata alla gestione di questi alberghi tra i quali ci sono Fonteverde, Grotta Giusti e Bagni di Pisa in Toscana, Chia Laguna Resort in Sardegna e l’ultimo nato Le Massif a Courmayeur, che ha aperto lo scorso mese di dicembre.
Regista dell’operazione è stata Mediobanca in qualità di advisor, mentre gli studi legali coinvolti sono Legance e Freshfield.
Nelle ultime settimane Maire Investments ha sottoscritto l’accordo per uscire dall’azienda, cedendo il proprio 32,8% del capitale e la partecipazione nel segmento hotel a Isa (Istituto atesino di sviluppo), che di Castello Sgr detiene il 46,2 per cento. Una mossa che ha concentrato nelle casse di Isa una partecipazione pari al 79% del capitale (gli altri soci sono Itas holding, con il 14,3%, Lo.ga-fin con il 3,63% e il management con il 2,95%) tale da accelerare la ricerca di un partner strategico. Ricerca alla quale Maire si era opposta.
L’idea di Isa, che vuole restare azionista di minoranza, è fare crescere con l’ingresso di un partner strategico la società di gestione, che conta oggi 30 fondi immobiliari per circa 2,4 miliardi di euro di patrimonio gestito (dati a fine 2018). In questa gara sono coinvolti tre soggetti: Oaktree, il family office paneuropeo Aerium e il fondo francese Lbo.
Il team di Oaktree - che nel mondo ha 124 miliardi di asset under management (dati al mese di settembre del 2018), di cui 9,4 miliardi nel real estate - sarebbe quello più determinato nel portare a casa il risultato per avere in Italia una base decisamente più stabile.
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