Il formato ibrido convince più della fiera online
Manca l’incontro tra le persone. Da Frieze a Fiac, le gallerie cercano spazi espositivi e forme di collaborazione per mostrare l'arte dal vivo a collezionisti stanchi del digitale
di Silvia Anna Barrilà
4' di lettura
Ritorniamo con la memoria all'anno scorso: di questi tempi viaggiavamo tra Frieze, Fiac, Artissima, Art Basel Miami Beach , solo per nominare le fiere più importanti. Perché la carovana dell'arte si spostava da una città all'altra, da un continente all'altro? Per incontrarsi, per ritrovarsi tutti in uno stesso luogo e fare business, per vedere, ma anche per essere visti. In quest'anno funesto per le fiere, in cui i grandi eventi sono stati cancellati, è venuta a mancare questa funzione fondamentale delle fiere, che hanno cercato di compensare con formati digitali che, però, spesso, finiscono per assomigliare a semplici e-commerce, soprattutto, quando non si tratta di progetti pensati per l'online, ma di semplici trasposizioni di immagini di opere. Dopo mesi di piattaforme online, i collezionisti sono stanchi e vogliono tornare a vedere l'opera d'arte di persona e ad incontrarsi.
I formati ibridi
La soluzione più valida finora sembra quella che combina la presenza fisica e online. Gli esperimenti ibridi hanno dato buoni risultati, come quello di 1:54 , la fiera per l'arte africana di Londra, che si è svolta fisicamente dall'8 al 10 ottobre e online dal 5 al 12 ottobre (entrambe in collaborazione con Christie's ). In questi giorni si svolge Paris Internationale , online dal 20 al 29 ottobre (preview il 18-19) e fisicamente, ma non il solito formato di fiera, bensì come mostra curata da Claire Le Restif (dal 22 al 29 ottobre, preview il 20-21). Anche in Brasile è in corso Art Rio con una versione digitale, dal 15 al 25 ottobre, accompagnata da quella fisica, dal 14 al 18: la voglia di esserci c'è, tanto che il Copacabana Palace, l'hotel dei vip, ha registrato il tutto esaurito. Un'occasione importante per le gallerie brasiliane anche perché in questi giorni le tasse di importazione per l'arte sono più favorevoli, per cui il momento è propizio per far entrare l'arte internazionale.
Frieze
La XVIII edizione di Frieze London , invece, si è svolta come un evento completamente online, sebbene diverse gallerie abbiano cercato di compensare allestendo le mostre nei loro spazi. Stephen Friedman , che festeggia 25 anni di attività, ha allestito le mostre di Denzil Forrester e Holly Hendry destinate allo stand di Frieze in un ambiente adiacente alla galleria. “Abbiamo avuto una risposta molto positiva” ha dichiarato Mira Dimitrova, director of sales. “Quest'anno ci ha posti di fronte a nuove sfide, ma abbiamo apprezzato l'opportunità di esplorare nuove possibilità digitali. Dall'inizio del lockdown abbiamo lanciato un nuovo sito, aggiunto tre artisti al nostro programma per ampliare l'offerta per i nostri clienti e offerto tour online ai clienti che non potevano venire di persona in galleria. Non sostituirà mai il contatto personale, ma abbiamo apprezzato la possibilità di fare videochiamate con i clienti in un contesto più informale, che ha dato vita a relazioni interessanti. Ovviamente è un anno turbolento per tutti i settori e il mercato dell'arte non fa eccezione, ma è il momento giusto per un cambiamento nel mondo dell'arte”. Lorcan O'Neill , con sede a Roma, si è temporaneamente trasferito a Londra in occasione della settimana di Frieze, aprendo uno spazio nella capitale inglese per incontrare i collezionisti internazionali. “Le nostre prime settimane a Londra sono state impegnate – ha dichiarato – è meraviglioso osservare i visitatori felici di vedere l'opera d'arte dal vivo.
Anche i nostri artisti ne sono felici. Il mercato è cauto, ma è naturale in questo momento. Il nostro lavoro come galleria è mostrare l'arte e presentare le idee alla base delle stesse. Le vendite seguono sempre”. La mega-galleria Hauser & Wirth ha annunciato il primo giorno vendite per 15 milioni di dollari. Bilancio positivo anche per la brasiliana Fortes d'Aloia Gabriel , che ha registrato alcune vendite, qualche nuovo contatto e interesse anche istituzionale. Tra le italiane, Fonti di Napoli ha partecipato insieme a Sprovieri con un progetto interattivo di Eric Wesley. L'artista di Los Angeles da anni porta avanti una ricerca sulla sua identità nel mondo digitale, per Frieze London 2020 ha proposto nuovi “autoritratti” a partire dalla ricerca del proprio nome su internet, che verranno realizzati in Cina su richiesta dei collezionisti (price range da 14mila a 55mila euro). Un tipo di progetto concepito per l'online, che ha senso presentare in una fiera digitale. “Abbiamo registrato qualche nuovo contatto” ha commentato il gallerista Giangi Fonti. “Non credo che ad oggi le fiere online siano una buona alternativa, si deve trovare una nuova formula. Io sarei per mostre personali con poche opere, tutte selezionate da curatori internazionali e, soprattutto, a costi contenuti. Italics.art, il nuovo consorzio che comprende le 60 migliori gallerie italiane di antico, moderno e contemporaneo in Italia, è un esempio importante per promuovere la cultura del nostro paese all'estero; ci auguriamo che aiuterà ad un ulteriore sensibilizzazione dello Stato sulla cultura contemporanea”.
Le novità di Art Basel
I costi di partecipazione a Frieze online ammontavano a circa 5.000 sterline (secondo indiscrezioni) per le gallerie della sezione principale. Più o meno la stessa cifra (5.000 franchi) viene richiesta da Art Basel per la partecipazione alle sue Online Viewing Rooms. Mentre si è già tenuta quella dedicata alle opere realizzate nel 2020, è in programma dal 28 al 31 ottobre l'edizione per le opere del XX secolo. Ma anche ad Art Basel si sente l'esigenza di apprezzare l'arte di persona, infatti, ad Hong Kong la fiera svizzera ha avviato una collaborazione con la fiera Fine Art Asia , nata nel 2006 e già nota come Art and Antiques International Fair Ltd, lanciando Hong Kong Spotlight by Art Basel , in cui 22 gallerie cinesi e internazionali con spazi ad Hong Kong, potranno esporre arte fisicamente.
A Parigi per Fiac
Con la situazione sanitaria in Francia è saltata anche Fiac , ma anche qui le gallerie hanno dato vita a formati ibridi e forme di collaborazione: per esempio “Hospitalites”, un progetto promosso dalle quattro gallerie che fanno parte di Komunuma , un complesso industriale a Romainville, che ospitano cinque operatori internazionali che avrebbero dovuto partecipare a Fiac. Anche l'associazione delle gallerie parigine ha dato vita all'iniziativa Le Pari(s) , una settimana dell'arte dal 19 al 25 ottobre, online in collaborazione con Artsy fino all'1 novembre. Per sopperire alla cancellazione delle fiere, circa 40 gallerie parigine ospitano colleghi internazionali per mandare un segnale positivo a collezionisti e appassionati d'arte e per mostrare che Parigi, nonostante la pandemia, rimane un importante centro di esposizione e di mercato.
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