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Il franchising è vivo e sta bene in salute (giro d’affari da 24 miliardi)

di Emanuele Scarci

3' di lettura

Circa 200 catene franchisor espositrici e 15 mila potenziali affiliati: sono questi i numeri del 32° Salone Franchising Milano, evento B2b, apertosi ieri a FieraMilanoCity e che terrà banco fino a sabato 14 ottobre. Un’edizione particolare sia per i primi segnali di ripresa dei consumi sia per l’annuncio del ritorno di Assofranchising nella città della Madonnina, dopo due edizioni di Franchising & retail Expo a Bologna.

Ieri è stato comunicato che i finanziamenti agevolati per il franchising sono disponibili sia nel canale pubblico che in quello privato: Microcredito per l’Italia propone finanziamenti fino a 35mila euro per i nuovi affiliati (franchisee); agevolazioni di credito anche da Confesercenti e Confcommercio; la Regione Lombardia garantisce un finanziamento agevolato alle nuove imprese fino a 60mila euro.

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PUNTI VENDITA IN FRANCHISING PER REGIONI

(Fonte: Assofranchising)

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«Quest’anno - ha sottolineato Antonio Fossati, presidente del Salone Franchising Milano - gli espositori sono aumentati del 15% e i metri quadrati del 18%. Ormai Milano è stata eletta come piazza del franchising: il mercato si polarizza e le imprese non disperdono le risorse». Tra gli espositori di questa edizione anche un drappello di operatori esteri, tra cui la cinese Chic Investment Group che si occupa di sviluppo retail e mall.

Secondo i promotori, il franchising continua ad essere una opportunità di sviluppo per i nostri mercati, specie per i giovani: infatti il 25,6% degli imprenditori affiliati sono giovani tra i 25-35 anni. E questi accedono con investimenti contenuti, a partire da 20-50mila euro. Insomma il mercato del lavoro guarda anche a forme di autoimpiego.

Nel complesso il mega comparto dell’affiliazione ha raggiunto la quota di 24 miliardi di fatturato, realizzato da 51mila negozi e 950 catene franchisor, di cui 61 estere. Gli occupati nel comparto hanno doppiato la boa delle 200mila unità.

Le merceologie più diffuse e richieste sono food, abbigliamento, benessere, articoli per la persona e per la casa.

Quali i segnali di ripresa? L’andamento del primo semestre e le analisi su quello del secondo fanno prevedere un aumento delle vendite di circa l’1% per l’intero anno 2017, con l’apertura complessiva di oltre 500 punti vendita e centri servizi in franchising. Intanto «nell’ultimo quadrimestre - ha detto Cristina Ferrini, segretario generale di Confimprese - sono stati aperti 150 punti vendita in franchising, con il food e l’abbigliamento che risultano i settori più dinamici e con più alto tasso di rinnovo dei contratti».

Il franchising rappresenta circa il 7% della distribuzione. Questa formula commerciale oltre a resistere meglio alla concorrenza dei big, beneficia di una riscoperta del piccolo negozio di vicinato (anche all’interno dei centri commerciali) nonostante il decollo del commercio elettronico che pesca, in particolare, nel settore del non food.

«Il negozio di prossimità in franchising, non quello tradizionale vecchio e polveroso - ha osservato Fossati - gode del vantaggio di avere alle spalle una società che rinnova i prodotti periodicamente, si occupa del marketing e rinnovo gli arredi. Inoltre con il digitale è possibile integrare una strategia che punta sui social».

Secondo il rapporto Assofranchising 2016, tra le categorie trainanti svetta la ristorazione che genera, complessivamente, quasi 2,5 miliardi di fatturato con 3.800 punti vendita. In netta crescita il settore del benessere, salute, erboristerie, dietetica, estetica, parafarmaceutica che produce 270 milioni (+25%) di ricavi. Infine la grande distribuzione in franchising si conferma ancora valida e, in particolare, i format distinti come i negozi per celiaci, bio, regionali.

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