Il Giappone alza la posta: rotta verso la Società 5.0
di Stefano Carrer
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Al di là di Industria 4.0, il concetto di riferimento è Società 5.0. La risposta “filosofica” promossa dalla Keidanren, la potente Confindustria giapponese, all’elaborazione tedesca Industrie 4.0 non si ferma alla digitalizzazione totale dei processi manifatturieri e indica un modello di società che rappresenti l’ultimo stadio della civilizzazione: dopo la società basata sulla caccia, quella agraria, quella industriale e l’information society, è in arrivo una “super-smart society” fatta di veicoli che si guidano da soli, smart cities, turismo digitalizzato, Fintech, case intelligenti, cybersicurezza, smart agriculture, 5G, data mining e open data, trasformazione digitale dell’healthcare.
Il presupposto è la sfida posta dal fatto che a cambiare non sono solo le tecnologie manifatturiere, ma l’intero contesto di business, il che rischia di rendere obsoleti i tradizionali punti di forza della Corporate Japan, richiedendo il passaggio dall’innovazione per lo più in-house a una “open innovation” e da stili di management tradizionali a leadership più rapide e globalizzate. Secondo un rapporto McKinsey, il Giappone su alcuni parametri è indietro rispetto a Germania e Usa. Ma di sicuro si sta mobilitando proprio perchè spaventato dalla rapidità del cambiamento e sta diventando ossessionato dall’Internet delle Cose (IoT). La culla di numerose tecniche manifatturiere poi copiate in tutto il mondo sente il pericolo che non basti una orgogliosa tradizione e una percepita eccellenza attuale nella robotica. Sarebbe troppo semplice se al “Kanban” evolutosi nel TPS (Toyota Production Systems), succedessero solo ulteriori efficienze produttive basate su una radicale digitalizzazione e interconnessione: se l’auto del futuro sarà più software che ingegneria motoristica, l’industria automobilistica giapponese rischia un declino competitivo analogo a quello verificatosi nell’hardware elettronico. «In Giappone, con la forte crescita in atto per le tecnologie legate a Industria 4.0 connessa all’apertura di spazi inediti per nuovi entranti – afferma Petter Sund, esperto di tematiche industriali e project manager a Tokyo di Business Sweden – si aprono opportunità significative per nuove partnership tra aziende straniere e giapponesi».
In Giappone sono tre le iniziative principali connesse a Industria 4.0. Una si chiama Robot Revolution Initiative (RRI), iniziata due anni fa con il coinvolgimento di oltre 200 aziende e 80 organizzazioni (anche straniere) e focalizzata sull’applicazione dell’IoT nel manifatturiero. La seconda è la Industrial Value Chain Initiative (IVI), simile all’organizzazione tedesca per Industrie 4.0 e volta a promuovere, anche con collaborazioni internazionali, una nuova società attraverso la combinazione di manifattura digitale e Information technologies a largo raggio. C’è inoltre lo IoT Acceleration Consortium (IAC), che intende facilitare lo sviluppo di modelli di business basati sull’IoT, anche attraverso la standardizzazione delle tecnologie relative.
Trattandosi di Giappone, al ministero dell’Economia, commercio e industria (Meti), i burocrati sfornano progetti a cadenza periodica: da ultimo, ne sono emersi uno finalizzato ad accelerare lo sviluppo di chip per l’intelligenza artificiale e uno per creare una specie di “Borsa” dei dati raccolti attraverso l’Internet delle Cose. I burocrati stanno persino rassegnandosi ad allentare le maglie della regolamentazione, mentre cercano di dare un ruolo al Giappone sul fronte delle standardizzazioni internazionali.
Le fiere specializzate sono diventate una grande vetrina dei cambiamenti in atto: dalla SCF (System Control Fair) – che si svolge assieme alla iREX (International Robot Exibition) - alla JIMTOF (Japan International Machine Tool Fair), fino a CEATEC Japan che si è evoluta in una “CPS/IoT Exibition” come vetrina della futura Society 5.0. Si è svolta dal 3 al 6 ottobre, snodandosi su aree tematiche come IoT Town 2017, AI Pavillon e Global Startup Showcase. Lo stesso Tokyo Motor Show quest’anno si svolgerà sul tema: “Beyond the Motor”, oltre il motore.
Il Giappone insomma si sta muovendo, ma bisognerà vedere se non si ripeterà quanto successo in passato. E cioè che si posizioni all’avanguardia nell’introduzione di idee e tecnologie, ma possa rivelare una relativa debolezza nella loro traduzione concreta in applicazioni commerciali di successo.
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