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Il gigante che sussurra alle onde: nel cantiere dove nascerà Admiral by Armani

Linee sinuose, vetri e trasparenze, marmo, onice, lacca, seta e teak naturale: anche un campione del mare può avere lo stesso tono di voce del moto ondoso.

di Bianca Ascenti

Admiral by Armani è il superyacht da 72 metri progettato interamente da Giorgio Armani con The Italian Sea Group. Il varo sarà l'evento nautico del 2024.

4' di lettura

Dall'idea al varo, dal primo schizzo fatto a mano su un foglio di carta con l'essenzialità elegante di un figurino di moda, fino all'impresa tecnico-ingegneristica della sua realizzazione: il varo del 72 metri Admiral by Armani sarà l'evento nautico del 2024 perché, per la prima volta, re Giorgio firma un superyacht fin dalla sua progettazione, vale a dire sia le linee esterne sia il layout e gli arredi interni. Per questo debutto, è stato scelto il cantiere Admiral, parte della galassia di The Italian Sea Group (insieme ai brand Tecnomar, Perini Navi, Picchiotti e NCA Refit), fondato da Giovanni Costantino e primo produttore italiano di superyacht sopra i cinquanta metri (dati Global Order Book 2023).

TISG non è nuovo ai dialoghi fra mondi, che si rivolgono al mercato della nautica con un linguaggio e dei codici differenti, innovativi. Prima dell'incontro con l'alta moda ha esplorato, ad esempio, la nicchia delle hypercar in partnership con Lamborghini, dalla cui collaborazione è nato il Tecnomar for Lamborghini 63, un motoryacht in edizione limitata, ispirato alla Siàn FKP 37 (la prima supersportiva ibrida del brand). Dal cantiere di Marina di Carrara è uscito anche l'Admiral Kenshō di 75 metri, recentemente premiato come Best interior design, motor yacht sopra le 500GT. E sempre in quella struttura sarà varato, a breve, un catamarano a vela di 45 metri, il più grande al mondo, commissionato dal mecenate e filantropo Frédéric Jousset (fondatore e co-presidente della società di outsourcing Webhelp), per farne una galleria d'arte galleggiante. Arte e design, velocità e innovazione: c'è tutta la cornice dell'immaginario del lusso via mare in questo progetto.

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Sull'altro lato, c'è Giorgio Armani, niente affatto nuovo all'ambiente nautico: già armatore di due imbarcazioni (Mariu del 2003 e Maìn del 2008), entrambe costruite dal cantiere Codecasa, è ben presente, con il brand Armani/Casa, sulle più celebri imbarcazioni del mondo.

Ma qui si fa un passo oltre: la partnership tra uno dei gruppi più produttivi e all'avanguardia nel panorama cantieristico internazionale e il nome simbolo della moda italiana è destinata ad aprire un capitolo nuovo nello yachting di alta gamma. Le linee del 72 metri Admiral by Armani riflettono la volontà dello stilista di interpretare, con la sua personale cifra distintiva, il trend che impone imbarcazioni voluminose, con spazi modulabili, perfetti per chi ama la vita sociale nel rispetto della privacy. C'è una sinergia costante tra dentro e fuori, perché la bellezza dell'andare per mare è anche immergersi e fondersi con l'ambiente. Le forme scultoree degli esterni sono state ammorbidite dallo stilista, preferendo linee curve e sinuose, che addolciscono il rigore un po' militare che si riscontra in molti modelli del momento.

La dedica dello stilista a Giovanni Costantino, ceo del gruppo di nautica The Italian Sea Group. Il superyacht avrà una velocità di crociera di 15 nodi e un'autonomia di 6mila miglia.

Se confrontato con il suo yacht personale, varato nell'ormai lontano 2008 e attualmente in restauro presso NCA Refit a Marina di Carrara, le differenze sono evidenti, sia dal punto di vista stilistico sia da quello costruttivo/tecnologico, ma il filo conduttore è lo stesso: la barca non deve attirare l'attenzione, non punta a stupire, ma a regalare un senso di armonia, di compostezza formale, perché è concepita come un luogo dove isolarsi e stare bene. Come il Maìn (soprannome da bambina della mamma di Armani, in dialetto piacentino), che Armani ha voluto dipingere di un particolare verde scuro per mimetizzarla – «il mare raramente è quello che noi chiamiamo blu. È verde o blu scuro, o turchese», aveva detto all'epoca del varo. Anche l'Admiral 72 è stato realizzato inserendo in un concetto di casa tutto ciò che è considerato importante sull'acqua. I giochi di pannelli scorrevoli e delle vetrate a tutta altezza, che a bordo del megayacht di 72 metri permetteranno a chi è dentro di godere del panorama in un ambiente ovattato, ad esempio, sono l'evoluzione delle tende veneziane Louvre in legno di betulla che sul Maìn impedivano alla luce del sole di entrare violentemente e, allo stesso tempo, facevano sembrare la barca leggera, quasi senza pareti…

Guardando l'Admiral by Armani è evidente una coerenza stilistica che, a distanza di 20 anni, è rimasta fedele a se stessa: «Elimino ciò che non mi piace, devo creare un'atmosfera intorno a me», diceva del primo yacht. È lo stesso concetto che Giorgio Armani esprime nella sua moda e in tutte le espressioni della sua azienda, dall'arredo al food, dall'ospitalità all'arte: «Proporre un'identità completa. Ho sempre desiderato che la semplicità sofisticata come segno di eleganza potesse vivere in tutti gli ambiti della vita quotidiana», racconta. Non si tratta solo di un esercizio di sottrazione, di cui ultimamente nel mondo della nautica si abusa sui superyacht. Al contrario, questo è un minimalismo voluto e dosato, dove il lusso è sussurrato attraverso la scelta di un'illuminazione soffusa, di materiali nobili (marmo, onice, lacca, seta e teak naturale) e di una palette di tinte tenui, seppur accesa da improvvisi lampi di colore. L'effetto è insieme caldo e rigoroso, accogliente ed essenziale. I mobili sono Armani/Casa o realizzati custom made su disegno dello stilista e la forma è al servizio di una funzione, che in questo caso è navigare in qualsiasi angolo del mondo e in ogni condizione.

Il primo modello (provvisoriamente chiamato Geco e acquistato dall'armatore Costas Cleanthous, fondatore e ad di Trading Point) è un'imbarcazione all'avanguardia, con una forte connotazione green. Lo scafo in acciaio e alluminio – con livrea metallizzata – misura 72 metri di lunghezza per 13 di larghezza e conta 6 ponti (collegati da un ascensore in vetro), tra cui quello dedicato all'armatore con piattaforma touch & go per l'elicottero a prua. I due motori MTU da 2.720 cavalli consentiranno una velocità di crociera di 15 nodi e un'autonomia di 6mila miglia (alla velocità di 11,5 nodi).

In totale potrà ospitare fino a 12 o 14 persone grazie a una suite padronale, quattro cabine guest e una doppia vip convertibile. Oltre alla certificazione Eco/Green Passport, rilasciata dal Lloyd's Register, ha un'importante classificazione Ice che consente di navigare anche in zone remote in presenza di ghiaccio.

Se l'armatore potrà rilassarsi nella piscina privata di 5x2,5 metri a copertura elettrica con nuoto contro corrente e idromassaggio, i suoi ospiti potranno scegliere tra sauna, jacuzzi, bagno turco, sala massaggi, palestra, cinema-lounge. E per raggiungere le baie remote avranno a disposizione tre jet ski o il Limo Tender di 9 metri. Per seguire ogni aspetto della navigazione e del servizio, poi, ci saranno 18 persone di equipaggio. Il lusso è sussurrato, ma non lascia nessun dettaglio al caso.

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