Il gioco legale ritorna ai livelli pre pandemia: nel 2022 raccolta a 136 miliardi
Spesi 20,3 miliardi dai giocatori che riconoscono il ruolo dello Stato e dei concessionari che supervisori e regolamentatori della regolarità dell’attività
di Enrico Netti
3' di lettura
Il gioco legale in Italia, dopo il crollo della raccolta negli anni della pandemia, batte la crisi e raggiunge i 136 miliardi con un aumento del 23,1% sul 2019. Al netto delle vincite nel 2022 la spesa dei giocatori è stata di 20,3 miliardi. La raccolta è un valore che, tanto per avere un riferimento di immediata comprensione, è pari al 7,1% del Pil, mentre il settore ha un fatturato superiore a 11 miliardi di euro. Trend in ripresa di cui beneficiano le entrate per lo Stato: il gettito erariale è di 11,2 miliardi un valore in linea con il dato del 2019 quando fu di 11,4 miliardi. Il ruolo dello Stato viene visto da quasi tutti come quello di un regolamentatore, che fissa le regole e controlla sulla regolarità dell’attività, oltre che per evitare l’inserimento del crimine organizzato. Per quanto riguarda i controlli nel 2022 sono stati scandagliati quasi 22mila esercizi (+20,6% sul 2021) e i due terzi del 2019. I controlli sui siti web hanno portato alla chiusura di 261 siti. È quanto rivela il Secondo rapporto Lottomatica - Censis concentrato sul gioco legale, praticato dal 47% degli italiani che hanno giocato a Lotto, Superenalotto. scommesse sportivi, slot machine e giochi online.
Un ruolo chiave è quello dei concessionari che tra i requisiti devono avere la solidità patrimoniale, affidabilità, onorabilità, professionalità e indipendenza. Nel settore sono occupate circa 36mila persone di cui 28mila lavoratori dipendenti. Se a questi si aggiungono tutti coloro che lavorano in esercizi che hanno altre vocazioni principali, ma al cui interno è possibile anche giocare, il totale delle persone che direttamente o indirettamente operano nel sistema del gioco legale è stimato pari a circa 150mila persone. «Dal secondo Rapporto che abbiamo elaborato insieme al Censis emerge con chiarezza il valore sociale ed economico del gioco legale, che rappresenta sempre più un asset di riferimento per il Paese - spiega Guglielmo Angelozzi, ad di Lottomatica -. Gli italiani considerano decisivo il ruolo dello Stato e l’attività dei concessionari e ritengono che una riduzione del gioco legale rafforzerebbe quello illegale. Continueremo, quindi, a garantire il nostro massimo impegno per assicurare le giuste regole in materia, nella consapevolezza di svolgere una funzione utile allo sviluppo occupazionale e imprenditoriale».
Negli ultimi anni nel comparto si è affermato un outsider: il gioco online. La raccolta ha raggiunto i 67,2 miliardi con un + 36,5% sul 2020 e quasi 31 miliardi in più rispetto al 2019 (+84,6%). Non è solo una diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria che ha portato alla chiusura delle sale ma un percorso in chiave digitale che ha come protagonisti le nuove generazioni. Nel 2011 il peso del gioco online era del 12,3% del totale, salito nel 2019 al 32,9%, nel 2020 al 55,8% e nel 2021 al 60,4%, per un totale di 15,9 milioni di conti attivi online, 4,9 milioni di questi, pari al 30,6%, aperti nel 2021. «Il gioco legale ha valore sociale perché è un’attività di massa che coinvolge milioni di italiani che si divertono e inseguono, anche solo per un momento, un sogno, e ha valore economico perché alimenta un sistema fatto di imprese, lavoratori ed entrate per lo Stato - conclude Giuseppe De Rita, Presidente del Censis -. Gli italiani chiedono di poter giocare in tranquillità e sicurezza all'interno di un sistema in cui lo Stato deve stabilire il perimetro entro cui giocare e i concessionari lo devono far rispettare».
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