Il Governo accelera sulle bollette: libero mercato per tutti dal 2024
Dal ministero per l’Ambiente un decreto con i criteri per gestire la transizione. La data fatidica è il 10 gennaio: chi non la rispetta finirà all’asta tra operatori
di Laura Serafini
I punti chiave
4' di lettura
Il governo Meloni accelera sulla fine della maggior tutela per le bollette di luce e gas di famiglie e piccole attività. Il ministero per l’Ambiente ha varato nei giorni scorsi un decreto che fissa i criteri con i quali dovrà essere gestita la transizione, di un bacino potenziale di 9 milioni di clienti, da una bolletta della luce le cui condizioni sono fissate periodicamente dall’Autorità per l’energia a una negoziata sul libero mercato con gli operatori, utility o rivenditori.
Il percorso
Il segnale più forte che arriva dall’adempimento ministeriale, che in realtà segue il percorso delle normative varate negli ultimi anni, è la volontà di questo esecutivo, a differenza di tutti i governi precedenti, di non rinviare di un altro anno la fine della maggior tutela nel momento in cui quella scadenza di avvicina. E, forse, dietro questa determinazione del governo si può leggere anche un’attenzione della Commissione europea affinchè il completamento di un sistema basato sul libero mercato sia realizzato.
La data fatidica è fissata per la fine del 2023: le norme, e dunque anche il decreto varato nei giorni scorsi, stabiliscono che entro il 10 gennaio del prossimo anno gli utenti dell’energia elettrica che sono in tutela debbano passare al libero mercato, altrimenti verranno assegnati ad altri operatori, selezionati attraverso procedure competitive gestite dall'Acquirente unico, che erogheranno il servizio a tutele graduali. È previsto un periodo transitorio che, in ogni caso, non potrà andare oltre il primo aprile 2024. La fine della tutela è prevista da gennaio anche per il gas, ma è gestita con modalità diverse.
Le modalità
Tornando alla luce, anche le condizioni del servizio di tutele graduali dovranno essere definite (saranno probabilmente simili a quelle dell’offerta Placet) e a tale scopo l’Autorità per l’energia Arera ha varato nei giorni scorsi una consultazione che si chiuderà il 12 giugno. L’aspetto interessante, che dovrà essere definito nei prossimi mesi, riguarda le modalità con le quali verrà circoscritta la platea di persone che dovrà per forza uscire dalla maggior tutela rispetto agli attuali 15 milioni di beneficiari. Di questi 9 milioni si riferiscono alle forniture di energia elettrica, 7 milioni al gas. Le norme stabiliscono che debbano passare al libero mercato gli utenti non vulnerabili. Un decreto legislativo del 2021 stabilisce chi sono i vulnerabili: sono persone che si trovano in condizioni economicamente svantaggiate o che versano in gravi condizioni di salute, tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica, necessarie per il loro mantenimento in vita; persone con disabilità; utenti ubicati in strutture abitative di emergenza a seguito di eventi calamitosi; utenti con età superiore a 75 anni. Quantificare quante sono le persone in queste condizioni non è semplice. Secondo alcune stime gli utenti del settore dell'energia elettrica non vulnerabili potrebbero essere 5 o 6 milioni su una platea di 9 milioni; per il settore del gas non ci sono quantificazioni, ma forse potrebbero essere 4-5 milioni. La platea che dovrà uscire dalla maggior tutela potrebbe aggirarsi attorno a 10 milioni di persone.
Utenti più responsabili
Il decreto stabilisce che anche il servizio di tutele graduali abbia una durata limitata: non oltre tre anni. Dal primo aprile 2027, infatti, il servizio cesserà e i clienti dovranno scegliere se passare a un altro operatore o se optare per l’offerta di libero mercato dell’operatore che sino a quel momento aveva fornito le tutele graduali. In mancanza di una scelta espressa, il cliente viene rifornito dal medesimo esercente il servizio a tutele graduali sulla base della sua offerta di mercato libero più favorevole. I dettagli sulle condizioni economiche che gli utenti si vedranno fornire se non passano sul libero mercato saranno chiariti nei prossimi mesi. Quello che è certo è che i cambiamenti ai quali si sta andando incontro richiedono che gli utenti siano più responsabili e consapevoli nella scelta del fornitore di energia, cercando di capire come si forma il prezzo di luce e gas che si ritrovano in bolletta. Una volta terminato il servizio di maggior tutela non ci saranno più gli aggiornamenti dell'Arera sulle bollette, che sino ad oggi forniscono un benchmark su aumenti e riduzioni delle tariffe. Ci sarà molta meno visibilità sulle condizioni economiche, quantomeno sarà molto difficile capire e controllare come evolvono le offerte commerciali una volta che un utente diventa cliente di un fornitore.
Nel frattempo, per quanto riguarda invece il libero mercato, alla fine di giugno decadranno le norme introdotte dal governo Draghi, e poi prorogate, per mettere un limite alla raffica degli aumenti fatti dalle utility a partire dalla scorsa estate, quando il prezzo del gas aveva raggiunto cifre record sulla piattaforma olandese Ttf. In particolare decade il divieto ad effettuare modifiche unilaterali dei contratti. E ancora: frattanto i tribunali amministrativi hanno progressivamente sconfessato i provvedimenti dell’Antitrust che nell’autunno scorso aveva cercato di bloccare anche gli adeguamenti tariffari quando scadevano le condizioni economiche.
loading...