Pnrr, slittano 13 obiettivi della quinta rata
Sul tavolo della cabina di regia per la prima volta il cronoprogramma modificato degli obiettivi da centrare entro dicembre
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Le proposte di modifica al Pnrr, in relazione alla quinta rata, «trasmesse alla Commissione europea lo scorso 7 agosto, prevedono il differimento temporale per tredici obiettivi, l’eliminazione di sei obiettivi, che potranno essere coperti con altre fonti di finanziamento e l’integrazione della milestone relativa alla nuova misura della ZES unica (riforma)». È quanto comunicato dal Governo al termine della cabina di regia alla presenza della premier, dei ministri e dei rappresentanti di Regioni, Province e Comuni.
«Se tutte le proposte di modifica venissero approvate - si legge nella nota del Governo - , i risultati da conseguire, al 31 dicembre 2023, passerebbero da sessantanove a cinquantuno, il numero di target da quarantasei a trenta ed il numero di milestone da ventitré a ventuno».
Quanto alla quarta rata, «rispetto ai ventotto obiettivi previsti» l’Esecutvo fa sapere che «sono già in corso le attività di verifica da parte dei servizi della Commissione europea, per assicurare il pagamento dei 16,5 miliardi di euro entro il 31 dicembre 2023». Nei prossimi giorni è previsto invece il pagamento della terza rata da 18,5 miliardi.
Meloni: al lavoro alacremente sulla quinta rata
«La Cabina di regìa di oggi - ha detto la premier Giorgia Meloni - è stata utile per prendere atto del lavoro svolto in questi primi 11 mesi di governo, di quello che siamo chiamati a fare per raggiungere gli obiettivi nel breve periodo e soprattutto di quello che occorre fare oggi per mettere a terra i progetti domani e assicurare la completa realizzazione del complesso ed articolato Pnrr. Nei prossimi giorni attendiamo la terza rata, nei giorni scorsi abbiamo formalmente richiesto la quarta, stiamo lavorando alacremente per raggiungere gli obiettivi della quinta e per la revisione complessiva del Piano, che include il Capitolo REPowerEU».
Sul tavolo il cronoprogramma modificato
Sul tavolo della cabina di regia c’era per la prima volta il cronoprogramma modificato degli obiettivi da centrare entro dicembre, ovvero quelli del secondo semestre 2023 legati alla quinta rata. Nel programma originario, la tranche valeva 18 miliardi di euro. Dopo mesi di trattative con Bruxelles, l’ok formale della Ue è arrivato e l’Italia incasserà a breve l’assegno che vale 18,5 miliardi di euro. Il Governo la settimana scorsa ha presentato anche la richiesta della quarta, ma i 16,5 miliardi ad essa legati non sono attesi prima della fine dell’anno.
I 60mila nuovi alloggi per universitari
La Commissione ha solo approvato le modifiche agli obiettivi della quarta tranche, ma adesso inizia il percorso di verifica di ogni singola voce. Un processo che, con la terza rata, ha richiesto più di sei mesi. La quarta rata contiene 21 milestone e sette target che comprendono diverse riforme nei settori dell’inclusione sociale e degli appalti pubblici, nonché misure di follow-up necessarie all’attuazione delle riforme già adottate in materia di giustizia e di pubblico impiego. Nella quarta rata c’è anche l’obiettivo dei 60mila nuovi alloggi per gli studenti universitari, inizialmente previsto nella terza ma poi spostato dal governo perché per Bruxelles il target non era stato raggiunto. Proprio qualche giorno fa, una cabina di regia convocata ad hoc, anche con la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha fatto il punto della situazione alloggi e stabilito che nei prossimi giorni saranno attivate le misure necessarie ad assicurare la rendicontazione dell’obiettivo.
Allerta degli enti locali
In attesa di passare all’incasso dei fondi, il Governo apre il cantiere per mettere in sicurezza i progetti del secondo semestre 2023. Lo farà a cominciare da oggi, e non a caso assieme agli enti locali, i più critici sulla rimodulazione del Pnrr varata ad agosto e ancora al vaglio della Commissione europea. Il timore di sindaci e presidenti di Regione è di perdere i fondi di progetti già avviati. Il cronoprogramma originario prevedeva 69 obiettivi da conseguire entro dicembre. La riscrittura complessiva del piano, che ha modificato e rimodulato 144 misure su 349, interesserà anche i target del semestre in corso: alcuni sono stati cancellati, come quello sul biometano, mentre altri sono stati definanziati, e altri ancora verranno posticipati. In totale dovrebbero superare la ventina, ma maggiore chiarezza verrà fatta proprio durante le riunioni dei prossimi giorni, presiedute dal ministro degli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto.
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