AnalisiL'analisi si basa sulla cronaca e sfrutta l'esperienza e la competenza dell'autore per spiegare i fatti, a volte interpretando e traendo conclusioni. Scopri di piùLegge di bilancio

Manovra, il governo prova a blindarla in Parlamento. Ci riuscirà?

Per la più importante legge dell’anno la sua sostanziale inemendabilità potrebbe costituire un precedente ai limiti della forzatura sia in termini di regole scritte che di prassi. L’invito a non presentare emendamenti può certamente essere rivolto alla maggioranza che sostiene il Governo, ed è una scelta di carattere prevalentemente politico, ma non può investire allo stesso modo il diritto-dovere da parte dei singoli parlamentari

di Dino Pesole

Tajani: Su manovra si è risolto nel migliore dei modi, riduciamo pressione fiscale per cittadini

4' di lettura

Provare a blindare la manovra in Parlamento, così da accelerarne al massimo l’approvazione senza rischiare incidenti di percorso. Se questa è l’intenzione del Governo, ora che le faticose e reiterate riscritture della legge di Bilancio si sono materializzate nel testo definitivo che passerà all’esame del Senato, è lecito chiedersi se sarà possibile – caso più unico che raro nella storia recente delle sessioni di bilancio – che nel corso dell’esame parlamentare della manovra non venga approvato alcun emendamento e che di conseguenza il testo che approda ora al vaglio di Palazzo Madama sia da considerarsi definitivo.

Rischio forzatura

Per la più importante legge dell’anno la sua sostanziale inemendabilità potrebbe costituire un precedente ai limiti della forzatura sia in termini di regole scritte che di prassi. L’invito a non presentare emendamenti può certamente essere rivolto alla maggioranza che sostiene il Governo, ed è una scelta di carattere prevalentemente politico, ma non può investire allo stesso modo il diritto-dovere da parte dei singoli parlamentari (sia di maggioranza che dell’opposizione) di presentare sia in commissione che in aula proposte emendative della manovra. L’iniziativa delle leggi – dispone l’articolo 71 della Costituzione – appartiene al Governo e a ciascun membro delle Camere e agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. La normale dialettica parlamentare passa dunque attraverso l’esame dei provvedimenti legislativi e non può essere compressa, perché si violerebbe in tal modo un principio-cardine del nostro ordinamento costituzionale. Gli emendamenti saranno dunque presentati e discussi, fatto salvo il parallelo diritto-dovere da parte del Governo e della maggioranza di respingerli. Stessa sorte tocca agli ordini del giorno, che appartengono anch’essi alla normale attività legislativa.

Loading...

Modifiche inevitabili

Vi è poi un’altra considerazione che ostacola la sostanziale inemendabilità della legge di Bilancio. Per un testo così complesso ed esteso – scorrendo le cronache parlamentari degli ultimi anni se ne ha conferma – le correzioni in corso d’opera sono state spesso ad opera dello stesso governo e si sono rese necessarie per emendare in alcuni punti norme frutto di meri errori materiali o anche di sostanza. Non è escluso che anche questa volta, complice l’incertezza che domina lo scenario internazionale, si debba correggere il testo per rafforzarlo in alcuni punti, lasciando poi a un successivo provvedimento il compito di “soddisfare” alcune delle proposte della maggioranza respinte in sede di esame parlamentare della manovra.

L’obbligo della copertura

Ogni emendamento che si riterrà di proporre all’esame delle commisssioni di merito e dell’aula dovrà ricevere il preventivo via libera parte della commissione Bilancio per quel che attiene ai profili di copertura. In sostanza, se la proposta comporta variazioni nei saldi per effetto di possibili nuove spese o di riduzioni di entrate occorre che sia prevista idonea copertura finanziaria, su cui vigila per la necessaria “bollinatura” la Ragioneria generale dello Stato. Al tempo stesso – ma finora è andata diversamente – secondo quanto previsto dall’ultima legge di contabilità dello Stato – la manovra all’esame del Parlamento non dovrebbe prevedere misure di carattere “localistico o microsettoriale”, estranee alla materia propria della legge di Bilancio. Se si applicasse un criterio “rigido” ma conforme alla ratio dell’attuale disciplina di bilancio, il presidente del Senato e poi quello della Camera dovrebbero dichiarare inammissibili tutti gli emendamenti ritenuti “estranei” alla legge di Bilancio, e verificare se una volta dichiarati ammissibili gli emendamenti siano provvisti della necessaria copertura finanziaria. Per l’esame parlamentare della legge di Bilancio i vincoli dunque ci sono già e circoscrivono già in partenza il potere di iniziativa da parte dei singoli parlamentari.

La dialettica maggioranza/opposizione

Nelle “normali” sessioni di Bilancio, viene previsto in partenza che si debba “concedere” qualcosa alle istanze della maggioranza e delle opposizioni, tanto che viene prevista una dotazione finanziaria di riserva, quest’anno cifrata in circa 200 milioni. Fa parte della normale dialettica tra maggioranza e opposizione, il tutto ovviamente tenendo ben ferme le compatibilità di bilancio complessive. Quest’anno il diritto/dovere dei singoli parlamentari a presentare emendamenti alla manovra è di fatto già compresso in partenza dall’esiguità delle risorse a disposizione. Ciò non toglie che emendamenti che non comportino variazioni di entrata o di spesa possano essere condivisi dalla maggioranza e dal Governo. Per far sì che diritto/dovere a presentare emendamenti non si eserciti solo sulla carta, fondamentale è la variabile politica poiché è del tutto evidente che per passare all’esame delle commissioni di merito e poi dell’aula un emendamento necessiti di una maggioranza di voti in grado di assicurarne l’approvazione. Anche questo fa parte della normale dialettica tra maggioranza e opposizione che non dovrebbe venir meno neanche in questa sessione di bilancio, nonostante l’invito partito dal Governo alla maggioranza a non modificare il testo della manovra.

Nell’ottica del Governo le modifiche in sostanza ci sono già state e hanno caratterizzato il confronto politico di questi giorni che hanno già prodotto modifiche nella fase preliminare di elaborazione delle varie bozze che si sono susseguite dal via libera in Consiglio dei ministri e del cosiddetto “drafting” su capitoli “sensibili” quali le pensioni (con il ritorno ancorché corretto a quota 103), la cedolare secca ma anche la possibilità di rendere più veloce il pignoramento dai conti correnti in caso di mancati pagamenti di cartelle esattoriali.


Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti