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Il Governo sblocca 13 progetti per rilanciare i siti fotovoltaici aperti alle colture green

Accelerati gli investimenti e sostituita la verifica d’impatto ambientale

di Alessio Romeo

Pnrr, Salvini: "Spendere tutto ma spendere bene, mettiamo in sicurezza l'acqua"

2' di lettura

È la Puglia la nuova frontiera dell’agrivoltaico. L’energia rinnovabile “preferita dagli agricoltori” perché, a differenza del fotovoltaico tradizionale, non prevede il consumo di suolo ma l’installazione di pannelli solari sui tetti di fabbricati e annessi rurali o comunque sospesi da terra.

Per questo l’agrivoltaico è considerata una soluzione più sostenibile rispetto agli impianti fotovoltaici a terra che hanno scatenato anche recentemente polemiche per la destinazione a uso non agricolo di una quota crescente di terreni.

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I bandi del Pnrr

Finanziata nell’ambito della misura 2 (componente 1) del Piano nazionale di ripresa e resilienza con due bandi da 1,5 miliardi (il secondo decreto è al vaglio della Commissione europea), con l’obiettivo di favorire l’autosufficienza energetica del settore agroalimentare, la produzione potrà ora contare su 13 nuovi impianti da quasi 600 Megawatt di potenza.

Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato 14 procedimenti di valutazione di impatto ambientale relativi alla realizzazione di 13 impianti agrivoltaici per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una potenza complessiva di 593,662 Megawatt, insieme a un progetto relativo ad un pozzo esplorativo per l’estrazione idrocarburi in Sicilia. Di questi, 12 “parchi” agrofotovoltaici sbloccati da Palazzo Chigi sono realizzati in Puglia e uno in Basilicata.

I 12 PARCHI PUGLIESI
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La mossa del Governo

La delibera del Consiglio dei ministri è importante perché sostituisce a ogni effetto il provvedimento di verifica dell’impatto ambientale (Via), accelerando la realizzazione dei nuovi impianti. Gli schemi di deliberazione esprimono un giudizio positivo di compatibilità ambientale sui progetti, a condizione che siano rispettate le prescrizioni delle commissioni competenti: la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (Via-Vas) e la commissione tecnica per il piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pnrr-Pniec), istituite presso il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

La decisione del governo è arrivata dopo che sulla realizzazione dei nuovi impianti erano emerse “differenti valutazioni” tra il ministero dell’Ambiente e il ministero della Cultura. Il Consiglio dei ministri di giovedì scorso ha quindi assunto la decisione, invitati i presidenti delle regioni e delle province autonome interessate, per una valutazione complessiva e armonica degli interessi pubblici coinvolti. In sostanza senza troppi giri di parole ora si deve partire.

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