Il governo valuta meno tasse su aumenti salariali
La ministra del Lavoro Calderone al question time della Camera: «Adottare strumenti normativi che facilitino l’efficace soluzione di una questione come quella dei rinnovi dei contratti collettivi, che in taluni casi si protrae da anni, anche individuando forme di tassazione agevolata di quelli che sono i frutti della contrattazione e gli aumenti salariali»
I punti chiave
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Arginare il carovita alleggerendo la pressione fiscale sugli aumenti delle retribuzioni. Se da una parte febbraio ha registrato un rallentamento della corsa dell’inflazione, dall’altra i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona hanno registrato un'accelerazione in termini tendenziali (da +12% a +12,7%). Una sfida al potere di acquisto delle famiglie. L’inflazione erode i redditi e, di conseguenza, fa sì che si creino i presupposti per un calo dei consumi, e un rallentamento dell’economia. Di qui la linea indicata dalla ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone. Rispondendo al question time alla Camera sul tema particolarmente attuale del nodo inflazione e salari, ha spiegato che la soluzione potrebbe essere quella di alleggerire la pressione fiscale sugli aumenti di salario.
Tassazione agevolata sugli aumenti salariali
«Il problema degli stipendi bassi - ha sottolineato Calderone - è una preoccupazione del Governo» che tra i suoi obiettivi intende «estendere i contratti collettivi anche in settori lavorativi ancora non coperti» e sta «valutando le modalità con cui adottare strumenti normativi che facilitino l’efficace soluzione di una questione come quella dei rinnovi dei contratti collettivi, che in taluni casi si protrae da anni, anche individuando forme di tassazione agevolata di quelli che sono i frutti della contrattazione e gli aumenti salariali».
Calderone: potere di acquisto messo a dura prova
«Siamo ben consapevoli - ha continuato la ministra - che le famiglie italiane si sono impoverite negli anni anche per effetto di politiche economiche e sociali non efficaci. Il potere di acquisto delle famiglie è messo a dura prova anche dal periodo di elevata inflazione che stiamo attraversando, e posso dire che numerosi sono stati gli interventi messi in campo per dare alle famiglie adeguati sostegni economici».
Gli interventi messi in campo
La ministra ha ricordato il taglio dei cuneo contributivo di due punti e gli altri interventi a tutela del potere di acquisto delle famiglie ricordando che il governo si è posto l’obiettivo «di aumentare i salari dei lavoratori garantendo retribuzioni dignitose, ossia adeguate al lavoro svolto e al contesto socioeconomico».
La strada della contrattazione collettiva
In Italia l’adeguamento dei salari passa anche «attraverso lo strumento della contrattazione collettiva». «È da qui che dobbiamo ripartire - ha aggiunto Calderone - valorizzando appieno le molteplicità di sfaccettature, nell’ottica di ridurre la conflittualità tra lavoratore e datore di lavoro, valorizzando appieno gli strumenti di tutela inseriti nei contratti per immaginare, per un verso, soluzioni durevoli in un mondo del lavoro in continuo cambiamento, e, per altro verso, nuovi paradigmi di relazioni tra parti sindacali e datoriali, nell’esclusivo interesse del garantire la buona vita del lavoratore, che non prescinde mai dalla buona salute dell’impresa. L’intenzione del Governo - ha concluso la ministra del Lavoro - è di estendere i contratti collettivi anche in settori lavorativi ancora non coperti, e confermo la più ampia disponibilità a convocare formalmente presso il Ministero le parti sociali interessate al rinnovo dei contratti scaduti da maggior tempo, al fine di stimolare, supportare e sollecitare il dialogo sociale».
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