Il Grana padano aumenta gli investimenti per crescere ancora all’estero
Aggiunti ulteriori 16,1 milioni di euro al budget dedicato alla comunicazione che raggiunge i 34,5 milioni: nel 2021 esportato il 44% della produzione
di Emiliano Sgambato
2' di lettura
Un investimento aggiuntivo da oltre 16 milioni di euro per crescere ancora all’estero, dopo un anno record come il 2021 con una crecita che ha superato il 7%. È la strategia del Consorzio del Grana padano Dop che punterà tra il 2022 e il 2024 sulle fiere del Food and Beverage più importanti in otto paesi (Germania, Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Usa e Canada). Per farlo aumenterà di ulteriori 16,1 milioni di euro il budget dedicato alla comunicazione che ha così raggiunto i 34,5 milioni di euro, il livello più alto di sempre. Solo per il mese di aprile è prevista la partecipazione dal 4 al 7 ad Alimentaria a Barcellona e dal 20 al 22 al Sial al Montreal, in Canada, in un progetto condiviso con i Consorzi dei Prosciutti di Parma e di San Daniele.
La nuova strategia è il frutto del piano messo a punto da Kpmg, gruppo leader nei servizi professionali alle imprese, che punta a potenziare i consumi attraverso il riposizionamento del prodotto e una rivisitazione delle metodologie di investimento promozionale.
«Veniamo da due anni controversi – ha commentato il presidente del Consorzio del Grana padano, Renato Zaghini – che hanno visto i consumi domestici, anche all’estero, assorbire il crollo dell’horeca (consumi fuori casa ndr). La tendenza tuttavia si è attenuata, ma non fermata, tanto che sui mercati esteri il Grana padano ha registrato nel 2021 la migliore performance dell'ultimo decennio, con un aumento complessivo del 7,07%».
La top ten dei mercati di sbocco è sempre guidata dalla Germania, con 581mila forme esportate, seguita dalla Francia con più di 256mila e dagli Stati Uniti dopo la fine dei dazi con 171mila. Il tasso di crescita maggiore tra i paesi principali importatori si è registrato in Belgio, con +22,23% e 97mila forme vendute.
«È stato esportato il corrispettivo di 2.240.000 forme, da 37,5 kg – aggiunge il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni – che equivale a circa il 44% del prodotto marchiato consumato lo scorso anno».
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