Il Grand Tour della laguna veneta: i cento cippi attorno a Venezia a due ruote
Duecento chilometri attorno alla laguna, alla portata di tutti, con le varianti delle ville del Brenta e di Treviso. E il premio di Venezia
di Manlio Pisu
5' di lettura
È un itinerario facile, di grande interesse storico-artistico e paesaggistico. Non ci sono salite. È pianura a perdita d'occhio; dunque è un percorso adatto a tutti, ideale per chi voglia avvicinarsi all'esperienza di un cicloviaggio. Si snoda intorno a Venezia, gioiello che richiama turisti da tutto il mondo; ma al tempo stesso tocca alcuni dei luoghi più remoti di quella che fu la Repubblica Serenessima.
È il Grand Tour della laguna veneta, configurabile a proprio piacimento in più varianti, tutte bellissime, con partenza da Padova, da Treviso o da Mestre, percorrendo il Giro dei 100 cippi lungo la linea ideale che da secoli delimita e protegge le “acque salse”, il grande specchio d'acqua salmastra compreso fra l'Adriatico e i lembi di terra più estremi della Pianura Padana veneta.
Cordone sanitario per la laguna
Era il 1791. L'Europa era scossa dalle onde sismiche della rivoluzione francese e della parabola napoleonica. Di lì a poco, nel maggio 1797, l'ultimo doge, Ludovico Manin, avrebbe consegnato Venezia alle truppe trionfanti di un Bonaparte ventisettenne. Pochi mesi più tardi, con il trattato di Campoformio, la Serenissima, dopo secoli di conquiste e di glorie, fu ceduta agli austriaci dallo stesso Napoleone.
Eppure anche in un'epoca così convulsa e travagliata, nell'imminenza della fine, l'amministrazione di Venezia non perdeva d'occhio il compito di salvaguardare il patrimonio vitale della laguna, una barriera naturale a difesa del Leone di San Marco.
Nacque così l'idea di tracciare un perimetro inviolabile come baluardo immateriale contro la progressiva avanzata della terra e il conseguente restringimento delle acque. Era la linea di “conterminazione lagunare”, all'interno della quale - come si legge nei documenti storici – la laguna doveva «restar libera cossi per lunghezza come per larghezza» e in cui non era consentito «metter badile o zappa, né piantar, arrar, far cavamenti, arzeri, fabriche o altra sorte di lavoro immaginabile che possa impedire il montar liberamente delle acque salse».
A contrassegnare quella linea furono eretti fra il 1791 e il 1792 cento cippi, 87 dei quali ancor oggi visibili e 13 dispersi.
Sulla linea di conterminazione
L'idea di un itinerario cicloturistico lungo la linea di conterminazione lagunare è di Carlo Augenti, 47 anni, ingegnere, cicloviaggiatore appassionato, nato e cresciuto in provincia di Venezia e innamoratissimo della sua terra. «In bici ci si può perdere nella vastità e nella varietà della laguna - osserva Augenti. Pedalare in cerca dei cippi è come girare intorno ad un monumento diffuso».
Lo spunto gli è arrivato da uno studio del 1991 pubblicato nel bicentenario della conterminazione lagunare. Da lì la curiosità di verificare di persona, attraverso un'esplorazione in bici e in kayak, in quali condizioni fossero i cippi.
Da quella ricognizione è nato il Giro. Nel 2021 l'iniziativa di Augenti si è conquistata il primo posto, nella categoria “viaggi brevi”, in una competizione organizzata dal gruppo Facebook “I cicloviaggiatori”, punto di riferimento per la comunità cicloturistica italiana.
Se un giorno le amministrazioni locali vorranno far proprio il progetto del Giro dei cippi, nascerebbe un percorso permanente, che innalzerebbe la qualità della vita dei residenti e amplierebbe l'offerta turistica della zona.
Grand Tour a geometria variabile
Il Grand Tour della laguna veneta può assumere configurazioni diverse, più o meno lunghe, secondo i propri interessi e il tempo a disposizione. Il Giro dei 100 cippi, essendo un anello, può essere preso a partire da qualsiasi punto. Per chi voglia seguire la numerazione dei cippi da 1 a 100, la direzione di marcia è in senso antiorario con partenza da Mestre.
Sono circa 200 chilometri, dei quali un tratto, quello da Chioggia al Lido, è ben segnalato sul terreno con appositi cartelli che indicano il percorso ciclabile; negli altri tratti bisogna, invece, seguire una traccia Gps che può essere consultata su un navigatore da bici (tipo Garmin) o anche su smartphone. Il presupposto è aver installato sul proprio dispositivo Komoot, una app da escursionismo, gratuita e di uso semplice e intuitivo.
Di villa in villa sul Brenta
In alternativa, chi voglia arricchire il percorso, può partire da Padova oppure da Treviso. Da Padova a fare da guida c'è l'Aida (Alta Italia da attraversare), percorso cicloturistico creato su iniziativa della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta).
È un'infrastruttura leggera di buon livello che attraverso due fili - la segnaletica sul terreno e un'apposita app scaricabile gratis su smartphone - ci conduce lungo un itinerario di gran pregio.
Due i punti di forza di questa variante. Innanzi tutto la città di Padova con le sue meraviglie: Piazza della Ragione, Piazza delle Erbe, gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, il Caffè Pedrocchi, Palazzo Bo, sede storica dell'Università, l'ateneo in cui ha insegnato Galileo, dove è stato creato il primo teatro anatomico del mondo e dove nel 1678 si è laureata Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna al mondo a conseguire il titolo di laurea.
Il secondo è la Riviera del Brenta con le sue splendide ville monumentali a cominciare da Villa Pisani a Stra, un concentrato di due secoli di storia italiana ed europea tra Settecento e Novecento, dove un Tiepolo maturo ha lasciato un segno imponente nella volta della sala da ballo. Imperdibile l'antico labirinto in siepi di bosso con i suoi segreti per trovare il “filo di Arianna” in entrata e in uscita.
Da non perdere anche la villa della Malcontenta nei pressi di Mira, progettata dal Palladio (sito Unesco). Sempre a Mira la Villa Foscari Widmann-Rezzonico e altre ancora.
L'Aida può essere percorsa fino a Treviso oppure (più breve) fino a Mestre da dove si raggiunge Venezia attraverso la ciclabile a sbalzo sul Ponte della Libertà.
Da Venezia il viaggio prosegue in traghetto dalla stazione marittima del Tronchetto fino all'isola del Lido, dove si ricongiunge al Giro dei cippi, da percorrere in senso orario.
Da Treviso al mare
Bellissima anche la variante da Treviso. Dal capoluogo della Marca si prende la GreenWay del Sile, il fiume di risorgiva più lungo d'Europa. Seguendo il corso placido delle acque, si pedala verso il mare su ciclabile protetta e ben segnalata fino a raggiungere l'Adriatico a Lido di Jesolo.
Da lì il tracciato tocca a scendere Cavallino, l'isoletta di Sant'Erasmo con le sue carciofaie e Punta Sabbioni, dove ci si imbarca per il Lido.
Una volta al Lido, assaporate le atmosfere d'inizio Novecento, evocate dai grandi alberghi: il glorioso Hotel des Bain, purtroppo chiuso da tempo, dove Thomas Mann ha ambientato il suo Tonio Kroeger; l'Excelsior con le sue forme moresche; il Grande Albergo Ausonia&Hungaria con le sue ricercatissime maioliche.
A seguire troverete sul lungomare il candido Palazzo del Cinema, che ogni anno a settembre ospita la Mostra internazionale d'arte cinematografica.
Sulla spiaggia uno dopo l'altro gli stabilimenti balneari con le vecchie cabine in legno. Il glamour un po' decadente del Lido cessa di colpo a Malamocco, piccolo borgo nella metà meridionale dell'isola. Da lì in poi la magnificenza di Venezia appare lontanissima.
Pellestrina, isola di pescatori
Un piccolo traghetto vi porterà dalla punta Sud del Lido all'isoletta di Pellestrina, una strisciolina sottile di terra tra mare e laguna lunga 14 chilometri e larga dai 25 ai 250 metri. Qui vi troverete in un altro mondo. Nessuna traccia dei grandi flussi turistici. La pesca è tuttora l'attività principale. Atmosfera molto verace.
Ancora un traghetto e in pochi minuti sarete a Chioggia, borgo lagunare, con ponti e canali, base di una notevole flotta di pescherecci. Da Chioggia potrete proseguire sul Giro dei cippi verso la parte interna della laguna, facendovi guidare dal navigatore. In alternativa ritorno al punto di partenza in battello o in treno.
Venezia (ma senza bici)
Quale che sia la configurazione del Grand Tour, c'è sempre un premio che vi aspetta in mezzo alla laguna: Venezia, innanzi tutto. Non servono parole per descrivere lo splendore della città di San Marco.
Solo un'avvertenza: in città non sono ammesse le bici. Dunque il vostro cavallo meccanico dovrà essere lasciato nel BiciPark di Piazzale Roma dotato di 100 box, prenotabili online. Oppure nell'analogo BiciPark di Mestre.
L'altro premio sono le isole di Burano, Torcello e Murano. Se vorrete regalarvi la coloratissima Burano, meglio impegnare un pernotto: vi godrete l'isola al riparo dalle escursioni turistiche giornaliere. Buona pedalata!
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