Il green deal europeo pesa su concia e automotive
Economia veneta sotto osservazione alla luce delle trasformazioni imposte dalle norme europee sulla riduzione delle emissioni
di Barbara Ganz e Valeria Zanetti
4' di lettura
Le crisi aziendali già aperte, i segnali da monitorare per cogliere le difficoltà ancora prima che diventino manifeste, i settori messi sotto tensione da eventi esterni quali il rincaro delle materie prime, che ancora si fa sentire, la frenata dell’economia tedesca che è cliente di riferimento per interi settori dell’economia veneta e ancor più le insidie legate al green deal europeo. Proprio le repentine accelerazioni delle politiche verdi - messe in atto con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050 - rischiano di avere sulla situazione economica del Veneto l’impatto maggiore, in un autunno che già si presenta complesso su più fronti, «da vivere alla giornata», come lo ha definito il presidente degli imprenditori del Veneto Enrico Carraro.
All’Unità di crisi aziendali della Regione Veneto i tavoli di crisi aperti - compreso il monitoraggio di situazioni non ancora conclamate - sono 32: un numero pressoché stabile rispetto agli ultimi anni, ma a cambiare è la consistenza delle imprese e il numero di lavoratori coinvolti.
Alcune situazioni potranno risolversi e rilanciarsi in pochi mesi come nel caso della Riello Sistemi, azienda di macchine utensili con base a Minerbe (nel Veronese) in difficoltà dopo la scomparsa improvvisa dell’imprenditore alla guida, Andrea Riello, ceduta alla lombarda Aft Group. Più complicata la vicenda di una delle multinazionali che hanno scelto di dismettere l’investimento in Veneto, come Akzo Nobel a Peseggia, nel Veneziano, vittima di un progressivo impoverimento: prima la ricerca e sviluppo, portata in Germania, poi il reparto ingegneria informatica smantellato in quasi tutte le sedi italiane, per essere portato in India. Lo scorso luglio si è registrato un incoraggiante avanzamento del processo di ricerca di un soggetto industriale che subentri nell’attività produttiva del sito, con due manifestazioni di interesse. Sullo sfondo anche la questione Electrolux, alle prese con il calo della domanda: la gestione sarà a livello nazionale, ma il NordEst vede due siti produttivi (Susegana, Treviso, per i frigoriferi e Porcia, Pordenone, per le lavatrici) in prima linea e già con richieste di cassa integrazione.
I nuovi fronti
Ma a preoccupare, con la ripresa autunnale, sono i settori che rischiano di pagare il prezzo più alto nei prossimi mesi quelli più direttamente interessati dalla transizione ambientale, a cominciare dalla componentistica metalmeccanica.
La rivoluzione in corso coinvolge anche settori come la concia del Vicentino, da dove sono già arrivate le prime richieste di cassa integrazione: «Il Veneto ha una forte presenza nel settore automotive. La svolta verso l’auto elettrica porta con sé trasformazioni che vanno anche nel segno del non utilizzo della pelle per gli interni: un paradosso, per un settore che nasce esattamente nel segno dell’economia circolare per il recupero di scarti dell’industria alimentare, e che già oggi in alcuni casi realizza prestazioni migliori rispetto a quelle dettate dai limiti di legge per quanto riguarda l’impatto ambientale», spiegano all’Unità di crisi.
Il lieto fine
Al rientro dalle ferie estive è arrivata la svolta per la Safilo di Longarone: le rappresentanze sindacali di categoria Femca Cisl e Uiltec Uil del Veneto (ma non Filctem Cgil, contraria) hanno raggiunto, nella sede di Veneto Lavoro, un accordo-quadro per il passaggio alle aziende Thèlios e Innovatek dei 456 dipendenti dello stabilimento che era stato dichiarato non più strategico. §Il via libera all’accordo è stato appprovata tramite referendum da 265 lavoratori il primo settembre, con solo 22 no. L’accordo prevede l’assunzione, da parte di Thèlios, fra il prossimo ottobre e giugno 2025, di 250 dipendenti ora impiegati nelle lavorazioni galvaniche, con cassa integrazione con importo integrato fino a raggiungere il 100% della retribuzione originaria. I rimanenti 206 addetti verranno invece assunti a scaglioni dalla newco Innovatek entro il 2025, anche in questo caso con la intera compensazione della Cigs per non compromettere il livello retributivo attuale.
Da non sottovalutare le vertenze arrivate a un finale positivo prima dell’estate, e che segnano un modello di gestione consolidato, basato sulla collaborazione fra le parti e sullo sforzo per mantenere un dialogo anche quando la dismissione di un sito appare inevitabile. Così si sono raddrizzate situazioni che apparivano senza via d’uscita, come nel caso della Speedline di Santa Maria di Sala (Venezia), di cui il gruppo svizzero Ronal aveva comunicato la volontà di cessare l’attività per delocalizzare la produzione all’estero. Giovedì 27 luglio - a 18 mesi dall’annuncio della chiusura - è stato siglato al ministero l’accordo che ha sancito un salvataggio frutto di «un impegno comune per molti aspetti complicato, per altri entusiasmante, come la grande manifestazione di dicembre 2021. Grazie al contributo di tutti, siamo riusciti ad avere una forte compattezza e unità di istituzioni e associazioni del territorio, che ci ha consentito di avere strumenti e la forza per superare un momento non facile», hanno scritto i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil Venezia con le Rsu in una lettera aperta.
Lieto fine tutto veneto - che vede la firma dell’imprenditore Nicola Ferraretto, anche per la vicentina Forall Confezioni Spa (Pal Zileri), che ha ceduto a Manifattura Veneta impianti e personale e realizzato una partnership industriale finalizzata al rilancio del sito produttivo di Quinto Vicentino (Vicenza).
loading...