Il lato giocoso dell’austero Poussin
La mostra londinese sarà visitabile fino al 2 gennaio 2022 alla National Gallery
di Nicol Degli Innocenti
2' di lettura
C'è sempre qualcosa da scoprire, anche in un artista celebre come Nicolas Poussin. Il padre della scuola classica francese è stato sempre considerato un intellettuale austero, rigoroso, disciplinato e forse anche un po' freddo. La National Gallery in una nuova, illuminante mostra scopre il lato giocoso di Poussin.
Roma
“Poussin and the Dance” illustra l'interesse del giovane artista per il movimento dei corpi umani, il dinamismo della danza e l'iconografia della composizione. I suoi quadri catturano su tela un attimo della danza, ma vogliono essere eterni, con la solidità e tridimensionalità di una scultura senza tempo. L'artista francese ammirava le sculture classiche più di ogni cosa e quando nel 1624 era finalmente riuscito ad arrivare a Roma, città che lui considerava il paradiso in terra, aveva studiato intensamente le sculture romane per riprodurre le loro proporzioni.
Poussin si era posto la sfida di arrivare al livello dei grandi del passato che per lui rappresentavano la perfezione. Immergendosi nel mondo dell'antichità, voleva riprodurre questa perfezione su tela, creare la transizione tra scultura e pittura.Per questo, come spiega la mostra, utilizzava figure di cera per i suoi quadri, che dopo aver modellato poteva disporre in composizioni da osservare e disegnare da ogni angolazione, esplorando le loro forme e perfezionando le pose per rendere al meglio il movimento.La realizzazione migliore di questa pittura in tre dimensioni era appunto nella rappresentazione della danza, suprema espressione delle potenzialità del corpo umano. Quadri come il “Baccanale”, “L'adorazione del vitello d'oro” o il “Trionfo di Pan” sono coreografati con la perfezione di un balletto, con il movimento fluido e musicale delle figure danzanti.
Come ciliegina su una già ricchissima torta sono in mostra anche dei monumentali vasi del primo secolo avanti Cristo, in prestito dal Louvre e dal Museo Archeologico di Napoli, che mostrano i bassorilievi di ninfe, satiri e menadi danzanti che avevano ispirato Poussin.
“La danza alla musica del tempo”
La sala finale della mostra è dedicata a un unico capolavoro: “La danza alla musica del tempo”, che la Wallace Collection ha concesso in prestito per la prima volta nella sua storia.Le quattro figure femminili che danzano in cerchio rappresentano le quattro stagioni ma anche la povertà, il lavoro, la ricchezza e il piacere, stadi transitori della vita, il ciclo perpetuo della condizione umana. Il Tempo accompagna la loro danza eterna con la lira, mentre la clessidra indica l'inevitabile fine: la morte certa appena la musica smetterà di suonare.Questa composizione enigmatica e ritmica, completata nel 1636, segna il culmine artistico del periodo romano di Poussin che poi, chiamato dal Re Luigi XIII a fare il pittore di Corte, fu costretto a lasciare la città eterna. Il quadro è la chiusa perfetta per questa mostra che è una rivelazione. Eugène Delacroix, che definì Poussin “uno dei più grandi innovatori”, aveva visto giusto.
Poussin and the Dance, fino al 2 gennaio 2022, National Gallery, Londra
loading...