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Il Louvre avvia azione civile sul caso Martinez

A fronte dei procedimenti legali sull’acquisto di antichità egizie da parte del Louvre Abu Dhabi, il museo francese ribadisce il suo impegno nella lotta al traffico illecito di arte e di non mettere in discussione la partnership con l’istituto emiratino

di Marilena Pirrelli

Uno dei visitatori è riuscito a lanciare una torta contro il quadro, senza tuttavia danneggiarlo, in quanto l’opera è sempre protetta da un vetro. (Ansa/Twiitter / Lukeee)

2' di lettura

Il Louvre avvia azione civile nel caso del traffico d’arte dal Medio Oriente che coinvolge l’ex direttore del museo Jean-Luc Martinez. Mentre un ragazzo su sedia a rotelle ha lanciato una torta contro il vetro blindato che protegge la Gioconda. L’atto vandalico ha messo in subbuglio il museo e il giovane che inneggiava alla “salvezza del pianeta” è stato espulso dalle sale. Ma altre preoccupazioni turbano lo staff del museo che ha deciso di costituirsi parte civile nell’indagine penale in relazione all’«acquisto del Louvre Abu Dhabi di antichità egizie». «A causa dei recenti procedimenti legali in merito all’acquisto di antichità egizie da parte del Louvre Abu Dhabi, il Museo del Louvre ha deciso di avviare un’azione civile dinanzi alla giurisdizione competente» riferisce in una nota il museo di Parigi. «Il Musée du Louvre desidera sottolineare il massimo, incrollabile e costante impegno dei suoi esperti scientifici nella lotta al traffico illecito di opere d’arte. Il lavoro svolto sia a livello nazionale che internazionale rimane una priorità per contrastare una criminalità sempre più attiva e sempre più organizzata. Gli eventi attuali non mettono in discussione la partnership tra il Louvre e il Louvre Abu Dhabi. Al centro di questa parte estremamente dinamica del mondo, il coinvolgimento del Museo del Louvre, attraverso i suoi team e le sue collezioni, testimonia la portata e il fascino delle istituzioni culturali francesi. Il Louvre Abu Dhabi mostra la ricchezza e la diversità delle collezioni nazionali e migliora il dialogo tra le culture». Tuttavia sono numerosi gli oggetti acquistati dal Louvre Abu Dhabi, quando era alla guida del museo francese Martinez, e anche dal Metropolitan Museum of Art ora sotto esame, tra cui un’antica testa in marmo egizio del valore di 35 milioni di euro

L’ex direttore del Louvre Jean-Luc Martinez è stato incriminato per traffico di antiquariato durante il suo incarico di capo del museo più famoso del mondo e sede della Gioconda. Jean-Luc Martinez è stato accusato dalla polizia di Parigi di “complicità in frode organizzata” e riciclaggio di denaro, secondo la procura di Parigi, che ha aggiunto che rimane sotto controllo giudiziario. (Foto AP/Christophe Ena, File)

La decisione del Louvre giunge dopo che l’ex direttore del Louvre Jean-Luc Martinez è stato accusato di «complicità di frode e riciclaggio» di antichità presumibilmente contrabbandate dall’Egitto e acquistate dal Louvre Abu Dhabi. Martinez, che ha diretto il Louvre tra il 2013 e il 2021, ha “negato vigorosamente” tutte le accuse e, tramite una dichiarazione del suo avvocato, François Artuphel, “ha fiducia che sarà completamente scagionato” dalle accuse mosse contro di lui. Martinez, che ora è l’ambasciatore francese per il patrimonio culturale, è stato accusato la scorsa settimana dopo tre giorni di interrogatori da parte dell’Ufficio francese contro il traffico d’arte. I ministeri della Cultura e degli Affari esteri non hanno ancora risposto alle accuse.

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In settimana gli investigatori francesi dovrebbero andare a New York per ascoltare le prove di diversi testimoni, inclusi i rappresentanti del Metropolitan Museum of Art e incontrare Matthew Bogdanos, il capo dell’unità per il traffico di antichità dell’ufficio del procuratore distrettuale, che ha avviato l’indagine sul traffico d’arte nel 2013, con il risultato di restiutire all’Egitto un sarcofago d’oro acquistato dal Met, venduta per 3,5 milioni di euro dall’esperto francese Christophe Kunicki, accusato due anni fa a Parigi di associazione a delinquere, frode e riciclaggio di denaro. Il suo presunto complice, Roben Dib, il manager della Galleria Dyonisos di Amburgo, di proprietà del commerciante Serop Simonian, è detenuto a Parigi da marzo con le stesse accuse.

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