PRESENTAZIONE AL SACRO CONVENTO

Il Manifesto di Assisi in pillole, obiettivo: azzerare i gas serra entro il 2050

Un’ economia attenta all’ uomo e all’ambiente. Il 24 gennaio 2020 presentato ad Assisi il Manifesto per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

di Nicoletta Cottone

Il Manifesto di Assisi per un’economia a misura d’uomo

3' di lettura

Un’ economia attenta all’ uomo e all’ambiente. Il 24 gennaio 2020 presentato ad Assisi il Manifesto per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica, che è stato già sottoscreitto da quasi 2mila persone. Fra i promotori del documento il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, l’ammministratore delegato Enel, Francesco Starace, e l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli. Iniziativa di cui il gruppo Sole Ore è media partner. Ecco i punti principali del manifesto.

Il Manifesto di Assisi

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Coraggio e futuro
Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d'uomo e per questo più capaci di futuro.

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Energie
Si tratta di una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Serve il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini.

L’enciclica «Laudato si’»
Nella stesura del Manifesto è stato importante il ruolo dell’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco.

Azzerare i gas serra entro il 2050
Obiettivo, in presenza di politiche serie e lungimiranti, azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050.

Realacci: «La generazione Greta ha bisogno più di risposte che di carezze»

L’Europa e l’Italia
La sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un'Italia in prima fila.

L’economia circolare
Già in molti settori - dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca - siamo protagonisti nel campo dell’economia circolare e sostenibile. Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti.

Con la green economy imprese più competitive
La nostra green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Fa della coesione sociale un fattore produttivo e coniuga empatia e tecnologia. Larga parte della nostra economia dipende da questo.

Le diseguaglianze e l’illegalità
I nostri problemi sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l’illegalità e l'economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l'incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l’Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c'è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c'è in Italia.

Mettere in movimento il Paese
La sfida della crisi climatica può essere l'occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore.

Nessuno sarà lasciato indietro
Tutti lavoreranno per promuovere un futuro migliore, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo più sicuro, civile e gentile.

Per approfondire:
Assisi centro di gravità per un’economia attenta all’ambiente e all’uomo
Economia sostenibile: Gentiloni firma il Manifesto di Assisi

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