Il Marmo di Carrara partecipa allo Sviluppo Sostenibile di tutto il suo territorio
Carrara rappresenta il simbolo del settore lapideo italiano. Il suo marmo è composto al 99% da carbonato di calcio, con una grana compatta e finissima e una lucentezza che lo hanno incoronato nei secoli come il più apprezzato e ricercato nell'architettura e nell'arte in tutti i continenti.
di Massimo Anselmi
4' di lettura
Carrara rappresenta il simbolo del settore lapideo italiano. Il suo marmo è composto al 99% da carbonato di calcio, con una grana compatta e finissima e una lucentezza che lo hanno incoronato nei secoli come il più apprezzato e ricercato nell'architettura e nell'arte in tutti i continenti.
L'economia del marmo a Carrara, per come si è strutturata nel corso di secoli di attività, si fonda sulla ricchezza offerta dalla sua risorsa naturale, ma anche sul know how e le competenze dei suoi cavatori, artigiani e creativi. Ad oggi rappresenta il 24% del PIL della provincia di Massa Carrara e il 2% dell'export globale della Toscana, coinvolgendo l'11% della popolazione attiva.
Pietra autenticamente naturale, il marmo di Carrara contribuisce a ridurre l'impatto biologico, storico ed ecologico di un edificio nel contesto paesaggistico in cui sorge e promuove la creazione di un ecosistema dello spazio interno all'insegna del benessere, del comfort abitativo, del risparmio energetico e dell'assenza di sprechi. Requisiti che presentano anche i prodotti finiti ottenuti dal recupero dei derivati di produzione e lavorazione del marmo, se assemblati con materiali ecocompatibili, che possono essere a loro volta certificati in conformità agli standard di sostenibilità dell'edilizia.
Nell'edilizia sostenibile il marmo, in quanto pietra naturale, ha un ruolo da protagonista: può costruire e abitare in perfetta armonia con la natura. Lo può fare per l'eternità della materia, per l'efficienza energetica in rapporto al caldo e al freddo, che riduce i costi di riscaldamento e raffreddamento indoor, per la salubrità e il benessere del vivere legati all'assenza di emissioni nocive, per la tutela della biodiversità dell'ambiente in cui viene collocato e per la possibilità di essere recuperato e riutilizzato interamente e all'infinito, una volta giunta a fine vita la sua destinazione d'uso primaria.
E quando la sostenibilità del prodotto si fonda su quella del processo produttivo, perché l'estrazione si realizza, non solo nel pieno rispetto delle normative vigenti, ma anche con un'attenzione aggiuntiva al contenimento dell'impatto ambientale della coltivazione e della lavorazione nella cava, allora il marmo definisce la propria eccellenza green. E così fa il marmo di Carrara. Tutta la sua filiera produttiva che comprende e produce materiali derivati dal taglio in cava offre soluzioni virtuose per ampliarne e diversificarne le modalità di impiego e i mercati di riferimento. L'economia circolare dei cosiddetti “secondari”, partendo dal zero waste del marmo, introduce ai temi della circolarità, che possono rappresentare uno sviluppo economico nuovo e importante, dal punto di vista identitario, per tutto il settore lapideo e offre soluzioni concrete a molti dei temi che nel nostro territorio affollano il dibattito sull'industria nel marmo.
Uno sviluppo che ha bisogno di competenze, tecnologie, ricerca e investimenti. I derivati dalla lavorazione del marmo sono una risorsa preziosa per il settore delle costruzioni. Utili per eseguire opere pubbliche, come fondi stradali e fondamenta di nuovi edifici,combattere l'erosione costiera contribuendo al ripascimento delle spiagge, realizzare nuovi prodotti per l'edilizia a ridotto impatto ambientale.I derivati del marmo servono anche per ottenere prodotti finiti ad alto contenuto tecnologico e dalla elevata resa tecnica, come i rivestimenti in lastre realizzate con derivati aggregati insieme a resine atossiche ed ecocompatibili. Altri derivati della produzione di marmo, una volta ridotti in polvere di carbonato di calcio purissimo, si prestano ad innumerevoli usi industriali in settori produttivi diversi dall'edilizia: come base di cosmetici, prodotti farmaceutici, coloranti e vernici, per la produzione di carta, colla, plastiche e materiali isolanti, nell'industria alimentare e come materiale utile per abbattere le emissioni di CO2 delle centrali elettriche a carbone.Oggi tutta la comunità del marmo insieme deve saper cogliere le nuove occasioni di crescita rappresentate dallo sviluppo sostenibile e dall'economia circolare dei derivati per realizzare prodotti ispirati alla filosofia dell'upcycling.
Un impatto positivo che il marmo di Carrara può e deve raggiungere attraverso l'alleanza di tutti i protagonisti della filiera e il dialogo continuo con tutte le istituzioni pubbliche.Mettere a sistema tutte le attività legate al marmo, a partire dalla gestione equilibrata e responsabile dei siti estrattivi per arrivare all'introduzione di tecniche di lavorazione sempre più avanzate, alla formazione di nuove competenze, all'economia circolare dei derivati, significa integrarle in quella filiera del marmo che può assicurare occupazione e crescita diffusa per l'intera comunità del settore lapideo.In piena corrispondenza con i principi dell'economia circolare applicata al settore estrattivo, tutti i derivati dell'escavazione del marmo hanno i requisiti per essere sottratti al destino di rifiuto da smaltire, riducendo sensibilmente i relativi costi sociali e ambientali di gestione.Aggiornare le tecnologie produttive ha consentito di ottimizzare in modo sensibile la quantità di materiale estratto. Negli ultimi anni a Carrara l'escavato è passato da oltre 5 milioni di tonnellate ai 3 milioni attuali, mentre la quantità di blocchi è rimasta praticamente invariata, pari a circa 900 mila tonnellate.
Sono risultati che, oltre a porre le cave apuane tra quelle con le più alte rese al mondo, hanno aumentato il valore economico dei materiali esportati, grezzi e lavorati, proprio grazie alla qualità sempre più elevata e competitiva dei prodotti proposti. Risultati che comprovano la capacità del marmo di Carrara di innovare nell'ottica del miglioramento continuo e della riduzione dell'impatto ambientale.Conquistare una sempre maggiore sostenibilità del processo di produzione del marmo, riducendo l'impatto ambientale della sua coltivazione, è un obiettivo che si può raggiungere solo grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo applicati al processo estrattivo, in una chiave di gestione responsabile della risorsa finita e della tutela ambientale dei luoghi produttivi.
Per fare ciò è necessario favorire progetti di formazione, specializzazione e aggiornamento delle competenze, investire nella sicurezza del lavoro, sostenere processi di inclusione sociale, promuovere e supportare iniziative di valorizzazione del territorio e della sua storia, ascoltare e accogliere le diverse istanze di crescita, trasformare la sostenibilità in autentico fattore competitivo. Attraverso un nuovo patto con le istituzioni che permetta di guardare davvero al futuro.Questa è anche la missione del Concorso “Nuove idee per Carrara e il suo marmo”, promosso dall'Associazione Carrara 2030, che riunisce importanti aziende del settore lapideo del distretto Apulo-Versiliese, e nasce dallo spirito di collaborazione delle diverse realtà produttive locali per la valorizzazione dell'economia circolare del materiale estratto come risorsa economica e sociale.
*Presidenza del Comitato Scientifico Esaminatore concorso “Nuove idee per Carrara e il suo marmo”
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