Il Mef: sui fondi all’Italia solo modifiche marginali
Il ministero dell’Economia: le cifre destinate all'Italia erano state «significativamente riviste al rialzo nel corso del processo di formazione del Piano»
I punti chiave
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Le modifiche agli importi del Pnrr assegnati all'Italia sono eventuali; potranno al massimo essere di importo limitato e compensati dal ricorso a risorse alternative, europee e nazionali.
Le discussioni sulle modifiche al programma di assegni comunitari
Con una nota diffusa nella tarda serata di giovedì 27 gennaio il ministero dell'Economia punta a chiudere le discussioni che si sono sviluppate in questi giorni sulle modifiche al programma di assegni comunitari disegnato dalla Recovery and Resilience Facility.
L’articolo 11 del Regolamento europeo
Il punto in discussione è rappresentato in particolare dall’articolo 11 del Regolamento europeo che ha istituito il meccanismo dedicato alla «ripresa e resilienza». In pratica, i fondi (191,5 miliardi) sono divisi in due categorie: il 70% va considerato definitivo, mentre l’altro 30% è soggetto a possibili variazioni nei calcoli che parametrano l’entità delle risorse assegnate a ogni Paese alla dinamica del Pil reale 2020 e alla variazione cumulata nel 2020 e 2021. L’aggiornamento con l'indicazione delle cifre definitive è previsto entro il 30 giugno prossimo.
Il caso Italia
Se, come nel caso dell’Italia, il 2021 si è rivelato decisamente superiore alle attese (dovrebbe chiudersi con un una crescita vicina al 6,5% come detto ieri dal ministro dell'Economia Daniele Franco), la variazione aggregata 2020-2021 potrebbe portare a una riduzione degli aiuti. La regola era stata ricordata dalla portavoce della commissione Ue, spingendo il leader della Lega Matteo Salvini a bollare come «follia» qualsiasi ipotesi di tagli.
Il Mef: eventuale modifica molto limitata
Sul punto il Mef sottolinea comunque che la modifica, eventuale, sarà comunque «molto limitata, con un «impatto marginale». Via XX Settembre sottolinea che le cifre destinate all'Italia erano state «significativamente riviste al rialzo nel corso del processo di formazione del Piano». A questo si può aggiungere che nella Nadef dell’autunno 2020, nei mesi chiave per la definizione delle somme, l’Italia stimava per il 2021 una crescita del 6%: vicinissima a quella effettivamente realizzata.
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