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Il mercato auto in Ue recupera l’11% a settembre ma rallenta la crescita

Da gennaio immatricolazioni su del 17%, manca all’appello un’auto su 5 rispetto al 2019 - Stellantis frenata dalle performance negative di Fiat e Citroen

di Filomena Greco

2' di lettura

Rallenta la crescita sul mercato europeo dell’auto nel mese di settembre: le immatricolazioni nell’area (Ue, Efta e Gran Bretagna) sono state un milione e 166.728, l’11,1% in più rispetto all’anno scorso. Da inizio anno il recupero dei volumi rispetto al 2022 è stato in realtà del 17%. Secondo il Centro Studi Promotor questo raffreddamento è legato «al venir meno di incentivi all’acquisto di auto elettriche in particolare nel mercato
tedesco che è il più importante dell’area e che in settembre accusa infatti un calo
dello 0,1%».

Nel complesso, il mercato auto dell’area euro si attesta comunque sotto la soglia del 2019 (-21,3%), manca ancora all’appello un’auto su cinque rispetto al periodo precedente al Covid. I due principali gruppi automobilistici, Volkswagen e Stellantis, crescono nel mese del 15 e del 13% ma da inizio anno i tedeschi registrano maggiori volumi sul 2022 pari al 23% – grazie al buon andamento di tutti i brand – mentre gli italo-francesi si attestano al +5,5% a causa delle performance negative di Fiat e Citroen.

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Jeep aumenta di un quarto le vendite da inizio anno mentre Alfa Romeo registra un trend di crescita tra i più significativi nell’area. Vanno bene anche le vendite di Renault (+20,6% da gennaio) che dunque si consolida al terzo posto in Europa prima di Hyundai. Sostenuto da inizio anno il recupero di Bmw e Mercedes mentre Tesla raddoppia i volumi in Europa da inizio anno e si avvicina al 2% della quota di mercato.

In generale, sul recupero dei volumi nel settore incide il portafoglio ordini accumulato nei mesi scorsi e smaltito a rilento a causa delle difficoltà legate di approvvigionamento di semiconduttori e microchip e ai ritardi della produzione. Quello che preoccupa invece è che la raccolta di nuovi ordini risulta «insoddisfacente per consentire un ritorno in tempi brevi ai livelli ante-pandemia» dice il Centro Sudi Promotor.

Sulla propensione all’acquisto di auto stanno incidendo diversi fattori negativi: i tempi di evasione degli ordini sono ancora particolarmente lunghi, la transizione energetica in atto poi spinge gli automobilisti a rinviare gli acquisti, infine pesa l’aumento dei prezzi delle auto.

Nel periodo gennaio-settembre la quota delle immatricolazioni di auto elettriche, pari al 15,2% nell’intera area, è stata inferiore al 5% ad esempio in Spagna (4,9%), Cipro (4,8%),Grecia (4,7%), Italia (3,9%), Polonia (3,5%), Repubblica Ceca (2,8%), Croazia (2,7%) e Slovacchia (2,4%). Con qualche rallentamento anche nei major market come Germania e Uk.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, «in tutti i paesi in cui la quota delle elettriche è rilevante, sono in vigore quegli incentivi generosi che si stanno rivelando assolutamente necessari per sostenere il decollo dell’auto elettrica». Una circostanza che dovrebbe indurre il Governo italiano a rivalutare la politica di incentivi sull’elettrico. «Il fatto che da noi gli incentivi all’elettrico esistano da anni con formule così inefficaci da lasciare sistematicamente una grande parte degli stanziamenti inutilizzati confinandoci così a fare da fanalino di coda tra i grandi paesi europei per la transizione energetica nella mobilità».

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