Auto

Auto, a febbraio nuovo calo delle immatricolazioni del 22,6%

A condizionare il mercato la carenza di semiconduttori, con la scarsa disponibilità di modelli, e l’effetto attesa rispetto al nuovo piano di incentivi

di Filomena Greco

(Photocreo Bednarek - stock.adobe.com)

2' di lettura

Si aggrava la crisi del mercato dell’auto nei primi due mesi del 2022. In Italia si contano a febbraio 110.869 immatricolazioni con un calo del 22,6% su febbraio 2021 e del 37,9% su febbraio 2019. Da inizio anno la perdita di volumi è stata del 21,1% sul 2021 e del 36,4% sul 2019, anno precedente alla pandemia. Le premesse per l’andamento del mercato nel corso del 2022 sono preoccupanti come sottolinea il Centro Studi Promotor: «Proiettando
il risultato del primo bimestre sull'intero anno si ottiene un volume di immatricolazioni pari a un milione e 93.415 auto, un livello da anni '60 del secolo scorso» evidenzia il presidente Gian Primo Quagliano.

Sulla situazione del mercato in Italia pesano le incertezze legate all’andamento della pandemia e lo shortage di microchip, ma anche l’attesa di nuovi incentivi che finisce per condizionare la scelta di acquistare una nuova autovettura. Un settore che subirà anche le conseguenze negative derivanti dalla guerra tra Russia e Ucraina e dal calo delle esportazioni indotto dalle sanzioni alla Russia.

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Il Centro Studi Promotor, con la sua inchiesta congiunturale condotta negli ultimi giorni di febbraio, ha rilevato le opinioni dei concessionari sulla gravità dei fattori di freno della domanda di auto nella situazione attuale. Al primo posto c’è l'insufficiente disponibilità di auto per effetto della crisi dei microchip, indicata come fattore pesante per l'86% degli interpellati. Seguono il protrarsi dell'attesa per l'adozione degli incentivi (72% di indicazioni) e l'influenza della guerra in Ucraina sul quadro economico generale (69%).

Guardando ai brand sul mercato si evidenzia l’andamento fortemente negativo delle principali realtà, da Fiat (16% di quota di mercato) che perde nel mese quasi un terzo dei volumi, a Volkswagen (-33,8%), passando per il -35,12 di Peugeot e il -33,5% di Opel. Fanno eccezione le asiatiche Honda e Hyundai, accanto alle ottime performance della Mini che guadagna oltre il 16% dei volumi e del brand Lancia che resta stabile sull’anno prima.

A fronte di una situazione così complessa,secondo Gian Primo Quagliano, serve l’adozione immediata del provvedimento per gli incentivi al settore, con una considerazione: il miliardo all’anno, fino al 2030, garantito dal Governo con il fondo Auto rischia di risultare insufficiente a gestire l’emergenza del mercato e i fabbisogni di una filiera industriale in veloce trasformazione.

Anche Federauto (concessionari) chiede «una rapida definizione del provvedimento operativo che dovrà stabilire modalità, criteri e ripartizione delle risorse destinate all'acquisto dei veicoli non inquinanti, altrimenti l'effetto combinato dell'attesa e dei ritardi nelle forniture di veicoli si tradurrà in un'ulteriore frenata del mercato auto». A queste preoccupazioni, evidenzia il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino, «si aggiunge anche il forte aumento del prezzo del carburante, sia fossile sia elettrico, che rischia di deprimere ulteriormente il comparto».

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