ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùRapporto sulla contraffazione

Mercato dei falsi: ritirati 31 milioni di prodotti contraffatti. Sequestri +63%

I dati Iperico sul 2021. Nel complesso gli articoli maggiormente sequestrati per contraffazione sono stati il materiale per imballaggio ed etichettatura dei prodotti, i dispositivi di protezione individuale, l'abbigliamento ed i suoi accessori, i giocattoli, le calzature e le apparecchiature elettriche

di Davide Madeddu

(bepsphoto - stock.adobe.com)

3' di lettura

A farla da padrone ci sono i capi di abbigliamento. A ruota scarpe e cosmetici, elettronica e gioielli. Il mercato dei falsi cresce e aumentano anche sequestri e numero pezzi contraffatti ritirati dal circuito commerciale. Nel 2021 sono stati effettuati 14.309 sequestri, in aumento di 5.532 (+63%) rispetto all'anno precedente, che hanno permesso di ritirare dalla vendita circa 31 milioni di pezzi (+87% rispetto al 2020), per un per un valore stimato in circa 56,5 milioni di euro (+45% rispetto al 2020).

Il rapporto: fenomeno in crescita

È quanto emerge dal rapporto Iperico 2022 “La lotta alla contraffazione in Italia nel periodo 2008-2021” realizzato dalla Divisione III Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con Invitalia.

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«L'elaborazione del dato aggregato 2021 dei sequestri effettuati dall'Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli di Stato e della Guardia di Finanza, ad esclusione delle specifiche categorie merceologiche dei prodotti alimentari, delle bevande alcoliche, dei medicinali e dei tabacchi - si legge nel rapporto - consente di evidenziare che nel periodo 2008-2021 quasi 208 mila sono stati i sequestri e 617 milioni i pezzi sequestrati con riferimento alla contraffazione, per un valore economico stimato della merce sequestrata di oltre 5,90 miliardi di euro sottratti al circuito illegale».

Dagli imballaggi alle etichettature

Nel complesso, durante l'anno, gli articoli maggiormente sequestrati per contraffazione sono stati il materiale per imballaggio ed etichettatura dei prodotti, i dispositivi di protezione individuale, l'abbigliamento ed i suoi accessori, i giocattoli, le calzature e le apparecchiature elettriche.

In questo scenario, a farla da padrone è l'abbigliamento con il 32,3 per cento dei sequestri, seguito da accessori di abbigliamento con 23,2 per cento. Due settori che rappresentano circa il 55 per cento del totale dei sequestri, seguiti da calzature con l'11,1 per cento e altre merci per il 10,9 per cento.

Impatto in Lombardia e Toscana

«L'impatto dell'azione di contrasto alla contraffazione sui territori - si legge ancora - si manifesta principalmente in Lombardia, regione con più sequestri (3.297 pari al 23% del totale sequestri) nel 2021, ed in Toscana regione con maggior quantitativi di merce sequestrata (circa 8 milioni di articoli pari al 27% del totale sequestrato) e maggior valore economico stimato della merce sequestrata (circa 16 milioni di euro il valore economico stimato pari al 28% del totale annuo stimato)».

Controlli in crescita e resilienza del fenomeno

Dall'analisi della tendenza, che registra una crescita dal 2020 al 2021, emerge «da un lato lo straordinario e capillare contributo delle nostre autorità nella loro azione di contrasto, e dall'altro l'allarmante resilienza del fenomeno contraffattivo in grado di mutare e riorganizzarsi a seconda delle diverse dinamiche evolutive del contesto economico di riferimento».

Le associazioni dei consumatori

A guardare con attenzione il fenomeno sono le associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei consumatori e che, proprio per questo motivo, hanno attivato anche una serie di attività di collaborazione con le Agenzie delle dogane e altri organismi di controllo. «Il tema per noi è molto importante sotto due aspetti - premette Michele Carrus, presidente di Federconsumatori -: uno di carattere generale che riguarda l'economia e l'occupazione e il lavoro buono che sono minacciati. L'altro le imprese serie che investono in ricerca e innovazione per nuovi prodotti e che però sono minacciate da queste attività».

La filiera e la sicurezza dei prodotti

Processi che rischiano di compromettere intere filiere produttive e il libero mercato. «Da una parte si crea un'economia sommersa che sottrae risorse alla collettività - argomenta ancora Carrus - e dall'altra si compromette la sana concorrenza e competizione tra le imprese, danneggiando quelle serie che operano nei limiti della legalità e subiscono un grave danno anche sociale». Senza dimenticare la sicurezza dei prodotti.

«È chiaro che una filiera controllata e legale che usa materiali sani e li lavora in modo corretto tracciando il percorso, pensiamo al filato nei tessuti, serve a dare garanzie di qualità per i clienti e i consumatori che sanno di poter godere di un prodotto acquistato in tranquillità - aggiunge ancora -. Cosa che una filiera non controllata non fa. E tu che compri non sai quale materia prima sia stata usata, come sia stata lavorata quali coloranti, quali vernici siano state impiegate. E non parliamo poi dei prodotti che riguardano la cosmesi».

Da qui la necessità di contrastare il fenomeno perché «un mercato libero e concorrente si sviluppa bene dentro un quadro preciso di regole e di soggetti che le fanno rispettare».

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