Il mercato degli integratori sportivi supera Covid. Ed Enervit torna all’utile
In Italia il fatturato è tornato a crescere dell’11,3% negli ultimi 12 mesi. Si punta ad allargare il raggio ai consumatori non sportivi, ma attenti ai nuovi paradigmi lifestyle
di Maximilian Cellino
I punti chiave
2' di lettura
Riaprono le palestre, riprende la possibilità di effettuare attività sportiva all’aperto e anche di squadra all’aperto, tornano pure le competizioni per gli amatori. E con i blocchi legati a Covid relegati (per il momento) al libro dei ricordi rialza anche la testa il mercato degli integratori per l’attività sportiva. Non che per la verità gli italiani avessero smesso di allenarsi fra le mura di casa propria anche nel momento del lockdown più duro, ma i contraccolpi su questo particolare settore dell’integrazione alimentare erano stati comunque importanti.
Le cifre della ripresa
I dati più recenti elaborati da Iqvia per Federsalus - l’associazione di riferimento per la categoria degli integratori alimentari che, oltre a sostenere le istanze del comparto, si propone di tutelare la salute del consumatore - confermano invece la rinascita. nel periodo trascorso fra il luglio 2020 e giugno 2021 il mercato degli integratori alimentari per sportivi hanno totalizzato in Italia un valore di 70,6 milioni di euro, in crescita dell’11,8% rispetto ai 12 mesi precedenti, corrispondente a 23,3 milioni di confezioni vendute (+22%).
Le cifre si inseriscono all’interno della intera filiera dell’integrazione alimentare, che a fine 2020 in Italia valeva 3,8 miliardi e quasi il 30% del mercato europeo, ma non sono in grado di catturare l’intero giro d’affari dei prodotti legati allo sport. Questi vengono infatti largamente venduti, oltre che in farmacie, parafarmacie e grande distribuzione, anche nei negozi sportivi, in quelli espressamente dedicati a questo genere e soprattutto attraverso il canale web.
Il «caso» Enervit
Disegnano però una tendenza ben precisa, che trova riscontro anche nei dati di bilancio più recenti pubblicati da Enervit , uno dei leader nell'ambito dell’alimentazione sportiva. Nel primo semestre 2021, il gruppo di Zelbio non è infatti soltanto tornato all’utile (2,6 milioni contro la perdita di 2,1 milioni accusata nel primo semestre 2020 marchiato dai lockdown), ma ha soprattutto riportato indietro le lancette dell’orologio ai tempi che hanno preceduto la pandemia, visto che nella prima metà del 2019 l’ammontare dei profitti del gruppo si era fermato a 1,2 milioni.
Obiettivo: nuovi consumatori, anche non sportivi
Il passaggio del virus ha fra l’altro finito per cambiare le abitudini dei consumatori, offrendo ulteriori sviluppi positivi per l’industria. «Avvertiamo una consapevolezza sempre maggiore nei confronti dell’alimentazione e dell’integrazione, oltre che verso un corretto esercizio dell’attività sportiva, per il ruolo funzionale che rivestono nel mantenimento della salute e del benessere e nel ridurre i fattori di rischio di malattia», sottolinea Alberto Sorbini, presidente di Enervit, che individua in quello delle barrette proteiche il segmento più promettente, anche a livello europeo: «Sono prodotti destinati anche a chi non ha necessariamente obiettivi sportivi - aggiunge - perché ben si adattano anche ai nuovi concetti di stile di vita». Mettere bene a fuoco la clientela interessata, ampliando la platea quando possibile: lo sviluppo dell’integrazione sportiva post-Covid passa in fondo proprio da qui.
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