Il mondo della cosmetica fa i conti con la safe beauty
La contrazione del fatturato prevista per fine 2020 è dell'11,6%, con l'export a -15%. Ma c'è attenzione e possibilità di sviluppo nella safe beauty
di Caterina Maconi
3' di lettura
Quello che abbiamo mantenuto maggiormente, nei mesi duri del lockdown e nella cauta riapertura successiva, è la voglia di prenderci cura di noi stessi e della nostra pelle con prodotti sicuri. Questo è sicuramente il trend più rilevante nel settore della cosmetica. Chiusi in casa abbiamo acquistato online, ma anche in farmacia, nuovi prodotti, stando attenti ai brand e alle composizioni, evitando ingredienti troppo aggressivi. E optando per scelte trasparenti, anche dal punto di vista di materie prime e processi produttivi. Lo hanno fatto soprattutto i Millennial: il 78% ha scelto i cosmetici italiani perché sicuri (era il 61% del 2019). A raccontarlo è il Centro studi di Cosmetica Italia, che ha presentato un'indagine per delineare il nuovo perimetro del settore cosmetico a seguito della pandemia.
Da un lato la ricerca evidenzia la profonda rimodulazione delle dinamiche di mercato, corrette in negativo. Dall'altro il balzo in avanti di trend che ci si aspettava sarebbero esplosi solo tra qualche anno. Tra cui, appunto, la safe beauty. Lo spiega Gian Andrea Positano, responsabile del Centro studi Cosmetica Italia: “I fenomeni previsti tra cinque anni sono già avvenuti. Pensiamo al tema della salute ispirata dalla bellezza, la safe beauty, che ha preso sempre più piede. E poi tutto il mondo del digitale. Durante il lockdown c'è stato un 70% di persone che ha acquistato cosmetici online per la prima volta nella vita”.
È infatti l'e-commerce il solo canale che ha registrato in questi mesi un andamento positivo: si parla di una crescita a fine 2020 del 35%. “Le vendite online arrivano a 700 milioni di euro, quasi il doppio rispetto al 2019. Una performance che crediamo si stabilizzerà in futuro, ma che, oggi, non ha compensato le perdite del settore”, precisa il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti.
Certo, non sono bastati i nuovi trend a risollevare l'intero settore. Se il 2020 era iniziato nel segno della continuità con il 2019, la situazione è stata completamente ridefinita dal lockdown. La stima per la fine dell'anno è una contrazione dell'11,6% del fatturato globale, per 10,5 miliardi di euro. Cala il mercato interno del 9,3% e anche l'export del 15%. Numeri inimmaginabili un anno fa. E se il 60% degli imprenditori prevede un ritorno alla normalità del settore nel 2021, è necessario far fronte a un periodo di incertezza che non sappiamo ancora quanto durerà e come verrà gestito.
Quali sono stati dunque i nostri comportamenti di acquisto in questo 2020? L'online, come dicevamo, ha fatto la parte del leone. È andato bene anche il mass market, che continua a coprire oltre il 40% del mercato cosmetico. Sorpasso storico per la farmacia – che si stima chiuderà l'anno con un calo di due punti –, sulla profumeria, che vede ulteriormente indebolita la propria tenuta con un -24% sul 2019. A pesare è la chiusura forzata, stesso problema che si registra nei canali professionali: l'acconciatura professionale è al -29%, mentre l'estetica segna un -28,3%.
C'è anche da ricordare, come sottolinea Ancorotti, che “alcuni trend in discesa prima del Covid, hanno proseguito sulla loro strada, come il make up, che già nel 2019 registrava un segno meno”. Ma questo “credo si possa attribuire alla ciclicità del settore, indipendentemente dalla pandemia”.
Guardando avanti, verso un orizzonte temporale che tocca il 2025, le prospettive fanno tirare un sospiro di sollievo: ci sono ancora potenzialità inespresse che, se correttamente cavalcate, potrebbero giocare un ruolo di rilievo per il mondo della cosmetica. Il potenziale di crescita maggiore arriva dalla Cina. I cinesi, secondo Giovanni Foresti della direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, “quando vengono nel nostro Paese, acquistano il 20% di beni legati alla cosmetica, il doppio rispetto alle altre tipologie di beni. Il turismo è quindi una buona leva per far conoscere i nostri prodotti”. In attesa che si risollevi, c'è l'online: “Fanno acquisti per una quota del 6,4%, anche in questo caso, superiore ad altre tipologie di beni”.
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