Il mondo del lusso riprende la sua corsa: i nuovi trend dei consumi d’alta gamma
Le nuove tendenze nel mondo degli acquisti? Cura di sé, attenzione alla natura, voglia di tradizione e prodotti rassicuranti e ben confezionati
di Caterina Maconi
4' di lettura
La fase più dura della pandemia sembra essere alle spalle, ma anche per il mondo del lusso il “new normal” che ci apprestiamo a vivere porta con sé novità importanti. Gli scorsi mesi ci hanno condotti a nuove abitudini, nuove riflessioni, nuovi trend. Una maggiore attenzione al benessere personale, la necessità, per le imprese, di focalizzarsi su istanze sociali, la pervasività dell'online. In questo scenario aumentano i consumi mondiali di alta gamma, manifestando segnali positivi anche rispetto al 2019. I numeri raccontano una crescita del comparto a livello globale a 1.140 miliardi di euro, cifra che recupera circa metà delle perdite 2020, e si avvicina così ai 1.268 miliardi pre-Covid. In particolare si registra il pieno recupero per i beni di lusso personali. A raccontarlo è il ventesimo Osservatorio Altagamma attraverso il suo Altagamma Consensus 2022, che gode del contributo dei 20 maggiori analisti internazionali specializzati, e dell’Altagamma-Bain worldwide luxury market monitor.
La crescita è favorita dalla riapertura dei negozi e delle frontiere, che spingono il turismo. Ripartono i viaggi internazionali, la cui contrazione pesa sul mercato delle esperienze di alta gamma, in particolare sull'ospitalità. C'è ottimismo: il mercato complessivo del lusso, che comprende sia beni di lusso che beni di tipo esperienziale, nel 2021 sta mostrando un sostanziale recupero rispetto alla crisi del 2020. E raggiunge un valore di circa 1,1 trilioni di euro.
“L'Osservatorio Altagamma, che celebra oggi il suo ventesimo anniversario, fotografa l’andamento e i trend del mercato globale dei beni di lusso che ha conosciuto una crescita poderosa del 135% in questi due decenni e che in Italia contribuisce al 7,4% del Pil”, spiega Matteo Lunelli, presidente di Altagamma.
Entrando nello specifico, un bene rifugio importante si conferma essere il gioiello, che quest'anno è cresciuto del 10%. A seguire gli accessori con la pelletteria in testa, poi le calzature e l'abbigliamento, fino alla cosmesi, complice la skincare e il supporto delle piattaforme di vendita online, che continueranno a essere il canale più in espansione, nonostante i negozi fisici mantengano saldo il loro appeal.
Come si diceva, i viaggi sono un booster significativo, e stanno ripartendo. Prendiamo il consumatore europeo: secondo l'Osservatorio di Altagamma, ha uno spending meno elevato e più oculato rispetto a quello cinese – che si conferma best performer anche per il 2022 – ma è più maturo, e sta riprendendo a muoversi.
Quel che è certo è che si assiste a una divergenza di performance tra beni e beni di tipo esperienziale (in particolare arredamento, design e cibo e vino pregiati), che recuperano il terreno perduto, rispetto alle esperienze come viaggi e ospitalità, che faticano ancora, date le circostanze. Ma la volontà di tornare alle esperienze da parte dei consumatori è ai massimi storici, si prefigura quindi un ottimo corso.
“Molto è cambiato per il lusso, che rappresenta una vera locomotiva per l’economia del Paese: l’avvento del digitale, l’affermarsi della Cina, valori più inclusivi e una crescente attenzione alla sostenibilità”, va avanti Lunelli. “Rimangono però centrali l’importanza della manifattura, il legame con il territorio e l’eccellenza delle nostre creazioni che sono un pilastro dell'esportazione e un soft power dell’Italia”.
La geografia del lusso ha il suo epicentro tra Usa e Cina, due giganti che trainano i consumi, seguite dal Medio Oriente, in forte ascesa, e ovviamente dalla forza del canale online. I clienti più giovani (Gen Y e Gen Z) continuano a spingere la crescita e insieme costituiranno il 70% del mercato entro il 2025. Soprattutto per queste generazioni, i cambiamenti portati dalla pandemia hanno evidenziato la necessità di occuparsi del proprio benessere mentale, fisico e spirituale. La cura di sé è centrale, e i brand del lusso la stanno interiorizzando, proponendo prodotti e servizi improntati su pratiche riposanti, condivisione e rispetto. Si punta su una riconnessione totale con il pianeta, che si esprime anche nella riscoperta di materiali come il legno, la ceramica e i tessuti. Crescono i vini naturali e organici, attenti alla terra, ma in generale le aziende sono interessate alla tecnologia che possa aiutare a trovare alternative scalabili e commerciali ai prodotti che richiedono grandi risorse per essere confezionati.
In questo contesto si colloca la riscoperta dell'artigianato, che risponde consapevolmente alla produzione su larga scala, valorizzando la creatività umana in qualsiasi ambito, dalla moda al design, al cibo. Stop al “fast fashion“, al ”fast food“ e al “fast furniture”: nel mondo dell'agricoltura, dei materiali e del design si parla di approccio rigenerativo, che significa lavorare in modo collaborativo e interdisciplinare, magari coinvolgendo i consumatori, progettando non “usando” la natura, ma “con” la natura.
Su questo filone si colloca la ricerca di pezzi del passato: tra fotocamere analogiche, i primi orologi da polso, i dipinti, le stampe e le incisioni giapponesi su legno, c'è un boom di interesse. Si vuole dare nuova vita a oggetti del passato – tavoli di bistrò, vecchie insegne, biciclette, ma anche auto trasformate in mezzi elettrici – che trovano spazio negli ambienti di casa e nei garage, o prodotti che hanno segnato l'infanzia, tra nostalgia e vintage. Non a caso la moda vive la riscoperta di stilisti come Gianni Versace e Jean Paul Gaultier, le loro creazioni originali sono introvabili.
Di pari passo, davanti a un eccesso di scelta come quello che attraversiamo in questi anni, i consumatori ritornano ai classici senza tempo, rassicuranti e affidabili. Bene quindi la vendita di borse iconiche come Birkin, Kelly o Costance di Hermes, o Flap di Chanel, ma anche le chitarre Fender o pezzi dal Bahuaus e Lecorbusier.
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