Il mondo sostenibile delle borse iconiche di Officina del Poggio
Dalle ceste di paglia ai porta bottiglie, il marchio realizza prodotti con materiali di scarto come le squame di pesce e la pelle di salmone
di Paola Dezza
2' di lettura
Borse uniche da declinare con materiali innovativi e sostenibili, piccoli oggetti pratici ma raffinati, come il porta-bottiglia, nati per rispondere all'esigenza di un minor consumo di plastica quando ci si muove e si viaggia. E ancora ceste di paglia, collezione lanciata quest'estate, che utilizzano come manici gli scarti della produzione. Sono i prodotti di Officina Del Poggio, brand nato nel 2014 da un'idea di Allison Hoeltzel Savini, cresciuta in Texas ma trapiantata in Italia dove vive da oltre 20 anni.
Dopo studi ed esperienze nel mondo dell'arte e della moda Allison ha deciso di portare avanti una propria realtà nella pelletteria. La recente partnership con la modella Arizona Muse, ambasciatrice dell'ecosostenibile, è sfociata in una collezione realizzata con materiali di recupero e in alcuni casi vegani.
«Dopo aver lavorato per brand di moda e aver fatto da supporto per l'espansione in Italia per clienti americani, ho iniziato a pensare a un mio marchio nel corso del 2014 - dice Allison Hoeltzel Savini -. Ho scelto di realizzare ogni anno una piccola collezione di 4-5 iconici in pelle con concia vegetale, oggi ampliata a sette modelli. Si tratta di pelle bovina di solito conciata utilizzando materiale organico come foglie, fiori e spesso corteccia degli alberi, tutti elementi derivati dalla natura per cui il processo è sano e non inquina l'ambiente».
Tra i materiali più curiosi utilizzati perché sostenibili nella collezione realizzata con la modella Arizona Muse ci sono squame di pesce come la pelle di salmone, che deriva dallo scarto della produzione alimentare, e anche zampe di tacchino, sempre scarto dell'industria alimentare.
«Per la collezione di stampo vegano abbiamo usato anche velluto di cotone e pelle sintetica fatta di poliestere riciclato e tinta senza l'uso di sostanze chimiche non biodegradabili» dice.
La collezione è stata arricchita quest'anno anche da visiere in pelle e da una serie di ceste di paglia trovate da un artigiano in Sicilia che vengono poi rifinite con pelle vegetale di scarto della produzione. Un modo per non buttare materiale.È stata anche appena lanciata una collezione invernale di borse basata sui preziosi tessuti di Rubelli, anche in questo caso sono state utilizzate stoffe di rimanenza della produzione del noto marchio tessile veneziano.
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