ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùTerzo Fattore

Il museo dei bambini alla ricerca di un impatto sociale

Lavorando con altre istituzioni sul territorio il Muba punta a estendere l’impatto non solo in termini culturali ma anche sociali

di Arianna Salomoni e Sara Vivoli

3' di lettura

“Istituzioni impegnate nello sviluppo di programmi e attività volti a stimolare la curiosità e l'apprendimento dei bambini”, così vengono definiti i “Musei dei bambini” di tutto il mondo. Muba-Museo dei Bambini Milano si inserisce in questa rete con un approccio educativo peculiare: la mission è quella di creare impatto sociale, non assecondando solo un aspetto ludico, ma adottando anche un sistema educativo che permetta di incentivare nei bambini il pensiero creativo e critico nei confronti dell'ambiente e della realtà che li circonda.

Le proposte culturali di Muba sono sviluppate facendo rete con diverse realtà radicate sul territorio (tra cui il Comune di Milano, cooperative locali e Università) che, oltre a permettere un sostegno sociale, favoriscono una partecipazione eterogenea e inclusiva. Gli stakeholder, infatti, sono molteplici.

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Il target e la comunicazione

La figura del bambino è al centro della comunicazione e viene coinvolta tramite lo sviluppo di rapporti con svariati interlocutori. Le relazioni che il museo intrattiene con famiglie, scuole, insegnanti, ed educatori, occupano gran parte della sfera comunicativa, ma sono anche le collaborazioni con cooperative, Università ed organizzazioni locali che permettono un'ampia partecipazione e un coinvolgimento attivo di tutti i tessuti sociali. Il contatto con il pubblico avviene sia in un momento precedente alla fruizione del servizio, sia nel corso delle attività. Risultano dunque fondamentali una corretta comunicazione e promozione ex-ante delle attività, degli eventi e iniziative del museo e una gestione efficace della performance durante la visita. L'approccio comunicativo dovrà dunque coniugare un aspetto più istituzionale, online e offline rivolto alle scuole, alle Università e agli enti pubblici e al contempo interfacciarsi con una clientela di tipo generalista, che coinvolga famiglie, insegnanti e privati provenienti da sfere sociali e posizioni geografiche diverse.

La scelta del linguaggio

“Calibriamo il tone of voice in base ai segmenti a cui parliamo e al canale che stiamo utilizzando”, così afferma il Team Comunicazione del museo. Proprio per l'ampiezza e la varietà del target, infatti, le interazioni devono essere adattate ai singoli contesti. Anche la comunicazione face-to-face viene adattata alla singola situazione, sia al desk che all'interno delle attività, dove gli educatori sono in grado di modificare il registro linguistico a seconda del pubblico che si trovano davanti. L'obiettivo del museo è quello di produrre una comunicazione sempre più inclusiva: per questo tutto lo staff sta intraprendendo dei percorsi di formazione mirati.

L'attenzione all'impatto culturale

Parlare ai bambini attraverso diversi tramiti permette a Muba di ampliare la sua azione sul territorio strutturando un’azione e una comunicazione che producano un impatto socio-culturale. A livello culturale, infatti, il museo con la sua proposta non solo offre alle famiglie la possibilità di trascorrere dei momenti di svago e di divertimento, ma si inserisce anche all'interno della rete educativa delle scuole, fornendo stimoli adatti a lavorare in classe, grazie alla riflessione sui temi trattati. Dall'analisi delle risposte ai questionari che vengono somministrati alle insegnanti dopo la visita al museo, emerge come molte di loro scelgano Muba proprio perché le modalità di esplorazione delle mostre e delle loro tematiche favoriscono una riflessione in linea con i programmi e con le attività educative. Affinché ci sia educazione, infatti, è necessario che l'esperienza dei bambini non si limiti all’osservazione, ma deve necessariamente favorire una rielaborazione del contenuto e un coinvolgimento cognitivo e non solo emozionale.

L'impatto sociale

Il museo non concentra il focus solo sull’aspetto educativo, ma si interessa anche alla tematica del rafforzamento del tessuto sociale. I dipendenti affermano che “da sempre Muba cerca di adottare politiche di coinvolgimento di istituti che lavorano in territori più complessi”. Grazie a collaborazioni con organizzazioni e cooperative che operano sul territorio milanese, è stato possibile permettere a bambini che frequentano scuole più difficili di visitare gratuitamente la mostra, rendendo accessibili la cultura e l'educazione anche in zone meno coinvolte dal fervore della città di Milano.

Arianna Salomoni e Sara Vivoli partecipano a “Terzo Fattore”, una partnership tra Il Sole 24 Ore e l’Università Cattolica con il sostegno di TechSoup. L’iniziativa vuole promuovere la conoscenza del terzo settore. Gli studenti effettuano stage in organizzazioni non profit e raccontano gli aspetti più significativi delle loro esperienze.


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